- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (257) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Un ricordo poetico del 2017,di Franco Casati

Un ricordo poetico del 2017

di Franco Casati

Riandando col pensiero al 2017, appena trascorso, per chi, come me, si interessa di letteratura, una ricorrenza importante è stata l’esatto scadere del secolo dalla composizione ‘Mattina’ di Giuseppe Ungaretti, che porta la data 26 gennaio 1917 (un anniversario trascorso praticamente nel silenzio), anche se il celeberrimo distico che recita: ‘M’illumino/d’immenso’, è diventato l’icona della poesia del ‘900 per la sua brevità e potenzialità espressiva. Qualcosa di affine ebbe a scrivere solo il D’Annunzio in una sua prosa:’M’illumino di immenso amore’. Strane coincidenze. Ma l’ispirazione è affatto diversa. Il D’Annunzio si muove ancora nell’ambito del Decadentismo, mentre Ungaretti reagisce allo scenario di desolazione della guerra, alla miseria umana, ritrovando per contrasto la dimensione dello Spirito, la luce dell’infinito, in una visione di perenne grandezza dell’uomo, come elemento intrinseco alla natura, come una ‘docile fibra. Dell’universo’. Non voglio ripercorrere la vicenda poetica di Ungaretti, oramai universalmente nota. Ma fra i poeti del ‘900 italiano so per certo che i giovani prediligono Ungaretti, forse per questa sua vitale adesione alla vita e per l’autenticità e universalità dei sentimenti. Un po’ come avviene per Rainer Maria Rilke. Tanto più che oggi la poesia si è fatta quasi balbuziente, il frammento è spesso indecifrabile, non sa più esprimere una luce che nasce dall’interiorità dell’uomo, ma risulta ripiegata su se stessa, riflesso dei tempi. Se quella di Ungaretti era poesia del dolore, la contemporanea è voce dello smarrimento
Il progresso tecnologico, se ci ha potenziati da una parte, dall’altra sembra averci tolto la parola e resi timorosi. Paradossalmente, l’uomo che in un futuro prossimo potrà trasferirsi sulla Luna e su Marte non sa più guardare all’infinito, almeno a quello dentro di noi. Temiamo inoltre che la paventata minaccia nucleare si stia concretizzando, e anche la Chiesa si è fatta portavoce di questo pericolo. Assistiamo impotenti e spaventati davanti a fenomeni di migrazioni di massa, mentre le guerre regnano ancora sovrane su tanti paesi del mondo, i più poveri, causate dallo sfruttamento economico. Come avviene marcatamente per l’Africa, dove le ricchezze naturali e il fascino del territorio (che hanno alimentato la stessa poesia di Ungaretti, nato ad Alessandria d’Egitto) hanno fatto sì che nei secoli essa divenisse preda delle potenze occidentali. Ciò che avrebbe dovuto garantirne la prosperità è diventato il suo capestro. A ciò si aggiunga, in prospettiva, il fenomeno della desertificazione che sta sottraendo enormi spazi di territorio vitale; mentre le sue stime demografiche, per i prossimi decenni, appaiono insostenibili.
Noi stiamo attenti solo a difendere i nostri privilegi. I paesi benestanti si chiudono a riccio, e fra i primi quelli di fede cristiana. L’ispirazione religiosa si è fatta debole e non ha più il coraggio di dichiararsi. Lo stesso Papa è limitato nei suoi interventi dalla sua veste diplomatica, in quanto Capo di Stato. Un amico sacerdote mi ha confidato, in uno sfogo personale, un interrogativo che lui si pone da tempo:” ma quando si libererà la Chiesa dallo Stato del Vaticano, un retaggio storico che non ha niente da spartire con la Buona Novella e con le radici cristiane? Quando potremo agire da liberi operai nella vigna del Signore?” Resterà, forse, un pio desiderio…
Dopo avere ricordato la grande poesia di Giuseppe Ungaretti mi pongo anch’io una domanda, a un secolo di distanza: ritroveremo anche noi la forza di illuminarci d’immenso, in mezzo alle nostre macerie presenti e future?
Franco Casati



Martedì 02 Gennaio,2018 Ore: 19:48
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Poesia

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info