La perdita di senso può toccare solo la sfera personale; come pure può diffondersi nella società come un virus manipolato geneticamente nel laboratorio della cattiva politica e della sfiducia. Quest’ultimo è più insidioso perché fa ammalare tutti i buoni propositi di cambiamento e ne indebolisce le azioni. L’Europa in generale vive molto questa situazione: da chi si separa, Gran Bretagna, pensando di salvarsi da sola, a chi vuole mantenere posizioni di potere e di privilegio, a chi ambisce ad entrarci immaginando solo i vantaggi. Papa Francesco ci invita continuamente a realizzare un’Europa federata attorno ad un “progetto solidale” per reimparare a “vivere insieme”. Perché come cittadini ci siamo persi e come cristiani, forse, ci siamo seduti solo sul cuore della migrazione, appesantendola con vuoti organizzativi, legislativi, progettuali. Occorre proprio ritornare ai valori che ci hanno costruito, da qui è possibile ridare significato alla parola “accoglienza”, oggi strangolata dalla quantità della richiesta, che rende difficoltoso un incontro sereno con le differenze e le somiglianze. Ripartire con coraggio, come avvenne nei secoli bui prima dell’anno mille, in cui dopo la caduta dell’impero romano tutto appariva perduto, come la fine del mondo. Ma allora piccole comunità sorsero in tutta Europa, grazie a monaci benedettini e gli eremiti riprese vita la terra, la filosofia e la spiritualità. Il resto lo sostenne Carlo Magno, che si pose tra i popoli Germano/Slavi e la penetrazione araba non ancora completamente esaurita, con la sua rinascita carolingia.

Guglielmo Loffredi

Martedì 11 Luglio,2017 Ore: 22:22