- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (308) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org IL POETA MASOLI (5ª parte),di Franco Masoli

IL POETA MASOLI (5ª parte)

di Franco Masoli

le figlie
La guerra è cruda, è dura, è ingiusta. La gioventù viene allontanata col moschetto in braccio, pronta a uccidere e a morire. Le donne, madri, fidanzate e sorelle restano cercando di vivere e sognare il ritorno degli amati. Si muore nelle trincee, dissanguati e abbandonati sulla terra umida di sangue innocente. Carne da macello per i trionfi tragici e fasulli del fascismo e del nazismo. Le malattie serpeggiano e chi trovano, trovano. La tubercolosi e la meningite mietono nei campi fioriti della gioventù. Così muoiono le tre figlie del poeta, nei primi sei mesi del 1945, tra gennaio e luglio.
‘L’angioletto bruno’ , Silvana, ai suoi tredici anni, sarà la prima a lasciare la terra e la seguirà l’angioletto biondo, Renata, appena decenne. Con i suoi sedici anni e già segretaria in un ufficio del comune fiessese, Lidia saluterà la vita, dopo aver perso le amate sorelle.
Il poeta ama queste sue figlie come pure i virgulti a seguire, ma resterà in lui e alla moglie una lunga e triste nostalgia che nessun altro può attenuare. E il poeta medita:
Non v’è pensier, né volontà ,
per mutar ahimè la sorte;
fustigato senza pietà
sovente invoco la morte. (Meditazione)
INVITO AL CIELO
(Alla memoria di Silvana e Renata)
Dice il bruno angioletto
ch’è da poco in Paradiso:
‘Fratello biondo, io t’aspetto’
e l’invita col sorriso.
‘Vieni, o giglio profumato,
su t’affretta o colombella,
il Signore t’ha chiamato
e di lui sarai l’ancella.
Nell’immenso suo splendore,
gli occhi tuoi vedrai allor,
il Divino Redentore,
fiamma eterna dell’amor.
Un Angel dal bianco vel,
la tua fronte bacierà
e ogni stella ch’è nel ciel,
per te solo brillerà’.
Quella voce celestiale,
l’ode, ahimè, colei che muor
e la sua bell’alma sale
verso il Regno dell’Amor.
Spogli d’ogni uman dolor
e dimentichi del mondo,
stanno a destra del Signor,
l’Angel bruno e quello biondo.
Angelo di dio
(Alla memoria di Lidia)
L’Angel bruno e quello biondo,
ben guidati da una stella,
sono apparsi in questo mondo
ed invitan la sorella
di seguirli in Paradiso
con la candida sua veste,
e con le labbra al sorriso,
dicon:’È ordine celeste’.
E la vergine morente,
in un’estasi beata,
mormora:’Presente’
all’angelica chiamata.
Or quel corpo inanimato,
ch’è sul letto del dolor,
dalle stelle vien vegliato;
gli s’inchina ogni bel fior.
Gli inviati del Nazzareno.
Or bacian quel dolce volto,
che sì puro, sì sereno,
è da bianco velo avvolto.
E con l’ali tutte d’oro
E di perle fiammeggianti,
essi copron quel tesoro
che diman sarà fra i santi.
L’Angel bruno e quello biondo,
son tornati dal Signor
e gli dicon che dal mondo,
gli han portato il più bel fior.
ALLA FIGLIA LONTANA
(Per il compleanno di Lidia che si trova a Torino)
Oggi è giorno di gran festa
Per te, dolce mia piccina:
ponga Iddio sulla tua testa,
la man santa sua divina.
Ti sorride primavera
E ti canta una canzone,
la vezzosa capinera
che sta lì sul tuo balcone.
Or ti guarda, poi saltella
E gorgheggia con ardor;
lei non parla, ma favella,
col linguaggio dell’amor.
Da lontano ell’è venuta,
qual gentile messaggera:
‘Per me, babbo ti saluta’,
par che dica capinera.
I bei fiori profumati
Ch’han lo stesso tuo candore,
io li colsi e te li ho inviati,
con l’augurio del mio cuore.
‘E di grazie sii fecondo
Per la bimba mia, o Signore,
in codesto dì giocondo,
pien di luci e pien d’amore’.
RONDINELLA
(Alla figlia Lidia presso i nonni a Torino)
Rondinella graziosa, mondana,
che comprendi le pene d’un cuore,
vola dalla figlia mia lontana,
cantale la canzon dell’amore.
Dille che venivi al mio balcone,
e con passione t’accarezzavo,
perché del Signor pur tu creatura,
e, baciandoti, ad essa ti inviavo.
E commossa al mio dir, ascoltavi
Quelle soavi parole d’amor
E le lagrime mie asciugavi,
battendo l’ali con ardor.
D’ogni recondito mio pensiero,
a te mistero non facevo
ed il saluto tuo mattiniero
della figlia fosse m’illudevo.
Impaziente la bimba diletta,
attende la gentil rondinella;
or vola, vola ch’ella t’aspetta,
per aver del padre novella.
Rondinella vezzosa ed errante,
ambasciatrice nostra tu sarai,
e la piccina tutta festante,
il messo paterno gradir vedrai.
Nell’età tua sognante, felice,
ove eterna sembra primavera,
l’affettuoso mio cor a te dice:
‘Studia, studia e nel saper spera’.
Arrichisci quel prezioso dono
Che inver possiedi: l’intelletto.
Al dover dello studio ti sprono
E l’avvenir ti sarà lieto.
Se nella giovinezza spensierata,
t’angustiano al cor lievi dolori,
non t’affliger, o adorata,
ma confida ai cari genitori.
Ti sia luce, guida, il lor affetto,
che molti crucci ed ambascie sana;
il tuo cammin sia quello retto,
o figlia gentil che sei lontana.



Venerdì 01 Luglio,2016 Ore: 18:11
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Poesia

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info