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www.ildialogo.org SALVA CON NOME, L'ESODO COME STORIA DI POPOLO E SIMBOLO DI LIBERAZIONE DELL'UOMO DI IERI E DI OGGI,DI LIDIA MAGGI, BIBLISTA E PASTORA

SALVA CON NOME, L'ESODO COME STORIA DI POPOLO E SIMBOLO DI LIBERAZIONE DELL'UOMO DI IERI E DI OGGI

DI LIDIA MAGGI, BIBLISTA E PASTORA

“ Questi sono i nomi........”: così prende avvio la narrazione più importante della Bibbia Ebraica, quella del libro dell'Esodo. Racconto fondamentale di Israele, cammino di liberazione messo in moto da Dio per un popolo chiamato ad uscire dalla condizione servile verso la libertà.
I nomi ricordati in questo libro sono quelli che il potere ufficiale non conserva nei documenti ufficiali che cancella dalla storia tramandata. Sono i nomi dei perdenti, privi di potere, piegati e umiliati dalle catene del più forte, di chi possiede tutto e non condivide quanto ha, di chi utilizza la miseria e la fame, come armi di ricatto, per piegare e levare dignità.
La storia dell'Esodo è antica come il mondo. Potrebbe anche non essere mai accaduta, poiché accade tutte le volte che un popolo, una famiglia, una persona oppressa, inizia un cammino di libertà. Il “Libro dei nomi”, narra anche del nome di Dio. Anche il divino non è quello che abita il palazzo regale, che viene usato per riprodurre il consenso alle imprese dei potenti. Dove si trova Dio? Dio non certo a corte e nemmeno nei santuari. Sorprendentemente compare accanto a un popolo che fugge dalla fame dall'oppressione. Quando nelle acque di una storia crudele affoga chi è in fuga dalla schiavitù della miseria e della guerra, lì affoga anche Dio. Una società che rimane indifferente a queste stragi, è una società deicida. Il potere vorrebbe farci credere che Dio è con il faraone, benedetto dai suoi granai, dalle sue banche, dalla bellezza dei suoi palazzi, e dalla potenza del suo esercito. La Bibbia, invece, osa raccontare una storia trasgressiva, nella quale i dimenticati della storia, ritrovano un nome e la vicenda dei perdenti è strappata all' oblio. E osa affermare che è questa la storia di Dio. Dio custodisce la vicenda di chi non ha né voce né forza per denunciare gli abusi subiti. Nel racconto dell'Esodo, il grido dei perdenti, diventa la voce di Dio.
La Bibbia è un libro sovversivo, non solo perchè non giustifica il potere, ma soprattutto perchè racconta un'altra storia, quella delle vittime, di coloro che nessuno ascolta e ricorda i nomi. “Questi sono i nomi.....” ricordati
non all'indomani della vittoria, quando le catene furono spezzate. I nomi dei protagonisti di questa liberazione, sono sussurrati e gridati a Babilonia, da altri nomi, quelli delle generazioni successive, di nuovo in catene. L'epopea ha sperimentato un'altra terra di esilio, lungo i fiumi di Babilonia. La storia sembra
ripetersi nella sua ferocia; e i liberati devono rinegoziare la propria libertà.
Lo scenario di chi fugge dalle catene della morte, della guerra, della fame, è sotto i nostri occhi. Esuli in cerca di una terra per iniziare a vivere, nomi affogati nelle acque di una storia feroce, dove il mare non si divide e i migranti in cerca di futuro non riescono ad attraversarlo. Dov'è Dio, mentre i nomi di coloro che derubati del futuro affogano nei nostri mari, vengono segregati nei nostri centri di permanenza o respinti alle nostre frontiere? Dov'è Dio, mentre migliaia di civili vengono sommersi da un mare di macerie, di abitazioni che diventano tombe?
Apriamo il libro dell'Esodo per ascoltare il grido delle vittime della storia, per dare un volto e un nome a chi è solo un numero nella contabilità del potere.
Un libro che prova a strapparci all'indifferenza, che insegna ad indignarsi, di fronte all'ingiustizia, mostrando il mondo dalla prospettiva della vittima, che è poi quella di Dio.
In questa storia, i perdenti, riescono a fuggire, e sono le armi distruttive che affogano nel mare. Pensiamo che non possa accadere? Che cosa potrebbe non essere mai accaduto? Chi narra non condivide il nostro sguardo rassegnato e cinico. E prova a dare voce ad una vicenda che accade, che può accadere tutte le volte che questa storia viene raccontata e la voce di Dio risuona come voce di speranza per chi fugge, come parola di giudizio, per chi trattiene solo per sé le possibilità di futuro.
“Lascia andare il mio popolo”, continua a dirci Dio con insistenza. Una richiesta che non verrà meno, fino a quando non riceverà una risposta.
(LIDIA MAGGI, a cura di Carlo Castellini).



Sabato 12 Novembre,2016 Ore: 20:46
 
 
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