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www.ildialogo.org Il libro biblico di Giona,di Peppe Manni

Il libro biblico di Giona

di Peppe Manni

DOMENICA 25 GENNAIO
Comunità de Villaggio Artigiano di Modena
Giona 3,1-10 (E' un libretto di poche pagine che si legge tutto d'un fiato)
Marco 1,14-20
Il libro di Giona è scritto in età postesilica nel V secolo A.C. al tempo di Esdra e Neemia, dopo il ritorno degli esuli a Gerusalemme. Non è un libro storico ma una grande parabola, un midrash Un racconto leggero e ironico. Un capolavoro letterario.
Cerchiamone dunque gli insegnamenti. Ninive è una città veramente esistita capitale degli Assiri (nel sud dell'Iraq vicino a Mosul) distrutta nel 612. Per il pio ebreo è una città lontana, abitata da nemici di Israele, opulenta e “gente perversa”.
Il Racconto. Dio invia Giona a Ninive per predicare la conversione a questa città corrotta – Giona scappa a Tarsis – Sopravviene una tempesta – viene gettato in mare – ingoiato da un pesce e risputato a Ninive – Predica: conversione di tutti – lamentela di Giona per la bontà di Dio.
Teologia”. questo racconto-parabola racconta Dio. E' un Dio evangelico: come il padre della parabola del figliol prodigo. Non è un dio che vuole la vendetta e la morte del peccatore, ma che egli viva. Un Dio misericordioso che sa che l'uomo è limitato e non sa riconoscere nemmeno la destra dalla sinistra. Un Dio che ama anche le piante e gli animali, che partecipano al medesimo destino dell'uomo. O si salvano tutti o periscono tutti.
I protagonisti. di questo racconto sono 4: Dio, Giona, i marinai, i niniviti. I marinai e i niniviti sono pagani e fanno una bella figura: pregano, dimostrano compassione per Giona; cambiano vita nella città (eliminano la corruzione e la violenza). Giona ebreo, come il fratello del figliol prodigo e i discepoli che chiedono di far scendere il fuoco su Samaria, è gretto chiuso, vuole che Dio dimostri la sua forza violenta, punendo i cattivi o meglio questi stranieri nemici politici e religiosi. Dio invece è più grande dell'uomo. E' diverso. Alla fine i Niniviti capiscono Dio e si convertono, anche gli animali... fanno penitenza. Chi non si converte è proprio Giona. Ma Dio lo ama lo stesso.
Un parola di speranza. Dio Padre pensa a noi. Non vuole la distruzione della città. Manda un uomo ad avvisare che le cose si stanno mettendo male.
Anche noi non dobbiamo smettere di credere che le cose possono cambiare in meglio... Non c'è nulla di scritto e determinato.
Gesù come Giona. “Maestro, gli chiedono i farisei, vogliamo vedere un segno”. “Non vi sarà dato alcun segno, risponde, se non il segno di Giona il profeta...Come Giona fu un segno miracoloso per i niniviti, così il figlio dell'uomo è un segno...nel giorno del giudizio gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno perché essi credettero alla predicazione di Giona e si convertirono” (Lc 11,29ss.). La parola è il segno. Ha una sua forza propria anche se pronunciata da un predicatore modesto e indegno.
Noi come Giona. Siamo chiamati ad annunciare la lieta novella prima per noi e poi per gli altri. Nel vangelo di Marco di questa domenica Gesù annuncia che il Regno è venuto, dobbiamo convertirci; poi Gesù chiama i primi discepoli e attua un cambiamento della società attraverso le guarigioni. Siamo dunque chiamati a credere a un Dio diverso e a testimoniarne la misericordia e la compassione.
Il messaggio del Regno per tutti, il lieto annuncio è rivolto a tutti. Non solo agli ebrei. (Durante l'esperienza dolorosa dell' esilio gli ebrei hanno incontrato popoli e religioni diverse, capaci di ascolto e conversione. Nei racconti dei vangeli si capisce che anche Gesù (e la comunità cristiana del I° secolo) si è progressivamente convinto che il Regno non fosse solo per gli ebrei, ma per tutti “Andate in tutto il mondo e annunciate a tutte le creature il lieto annuncio della bontà e della misericordia di Dio”.
Il mistero tenuto nascosto nei secoli, come dice Paolo nelle lettere agli Efesini e ai Colossesi, è che tutti sono chiamati a una famiglia unica nell'amore : non ci sono più uomini, donne; schiavi e padroni; ebrei e greci.
Nel librettino della preghiera ecumenica fatta nella chiesa di San Benedetto: le parole del nuovo ecumenismo che ricorrono maggiormente nelle preghiere delle diverse confessioni sono accoglienza, perdono, ospitalità, carità, riconciliazione, pace e rispetto del creato.
Conversione: Cosa significa in Giona e nel Vangelo? digiunare, vestire poveramente umiliandosi tutti insieme, ammettere pubblicamente di avere fatto del male e cessare le opere malvagie, le ingiustizia. Non voleva dire certamente, diventare tutti ebrei, convertirsi al cristianesimo, confessarsi, andare a messa... ma cambiare il progetto della propria vita. Come predica anche il Battista quando gli virene richiesto cosa si deve fare per “convertirsi”.
Nella riflessione comune: alcune parole
Pier: In Giona si avverte la consapevolezza dell'ebreo di essere chiamato a un ruolo difficile. Nell'ultimo libro di Pietro Lombardini “I Profeti” ci sono ben due capitoli su Giona il cap VII pag. 89 “Giona: la difficoltà di essere ebreo” e il cap VIII pag. 111, “Alla scoperta del primo Giona”.
Matea: Dio inchioda Giona al suo volere. Lo recupera alla sua missione.
Rina: Giona ci invita a capire che Dio è diverso da quello che pensiamo noi.
Enrique: Non si può scappare, Dio ti riconduce, sembra quasi che abbiamo un “destino” segnato.
Rnata Giona “vorrebbe morire” non vuole il cambiamento; anche oggi di fronte alle parole nuove del Papa ci si scandalizza. (cfr Messori: 'le parole di Francesco turbano il cattolico medio').



Martedì 27 Gennaio,2015 Ore: 19:01
 
 
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