- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (353) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org “DIO DOVE SEI”,di Carlo Castellini

“DIO DOVE SEI”

di Carlo Castellini

L'uomo contemporaneo tra indifferenza e invocazione. Interventi di Luciano Monari, Vescovo Di Brescia, Giuseppe Laras, gia' rabbino capo a Milano, e Rosino Gibellini teologo, moderatore e conduttore dell'incontro, tenuto presso il salone Giulio Bevilacqua in via della Pace a Brescia.


Prima dell'ora indicata alle 20.30, di martedì sera 16 novembre 2010, il salone che porta il nome di GIULIO BEVILACQUA, (prete dell'Oratorio, padre filippino della Pace, divenuto poi cardinale - parroco per insistenza di Paolo VI), era già pieno stracolmo, di gente matura, persone di mezza età alcuni religiosi e suore, e qualche politico e giornalista, tra facce conosciute e frequentatori abituali, della buona borghesia cattolica bresciana.
Motivo di attrazione penso fosse l'argomento, un pò classico, dal punto di vista religioso, ma pur sempre attuale, DIO, DOVE SEI?, per le attese nostre umane ma anche per nostro atteggiamento di ricerca. Per un tema così impegnativo era stato invitato a portare la propria tesimonianza, l'ex rabbino Capo a Milano GIUSEPPE LARAS, il vescovo di Brescia LUCIANO MONARI, mentre la parte del conduttore e presentatore era stata riservata a padre ROSINO GIBELLINI, piamartino, teologo di fama internazionale, così almeno era stato presentato.
Prima che i relatori ufficiali prendessero la parola, è stato ALBERTO FRANCHI, presidente della Cooperativa cattolico democratica di cultura, a fare gli onori di casa, in via Pace, 10. Questi infatti aveva ricordato che l'incontro iniziava proprio nel momento in cui gli immigrati che erano saliti sulla gru a contestare, avevano deciso di scendere, dietro insistenza dei tre religiosi ( (ma anche dei mediatori politici nostrani), tra i quali c'erano padre MARIO TOFFARI, scalabriniano, DON PIERO LANZI, da sempre impegnato con i movimenti degli immigrati, e   DON ARMANDO NOLLI, parroco della vicina parrocchia di San Faustino.
ROSINO GIBELLINI, ha introdotto con alcune riflessioni, che riassumo brevemente:”Di che vogliamo parlare nel tempo del dissipante gossip e del “si dice” della nostra quotidianità? Il nostro incontro ci propone di parlare di Dio. Un tema alto. Un discorso che ha una lunga storia culturale da PLATONE ad HEIDEGGER e LEVINAS, ma che viene proposto non in modo dottrinale, ma in forma esistenziale, da due oratori di rilievo, con una domanda che si avvicina all'invocazione, nella consapevolezza dei mali che devastano il mondo.. E del resto, lo scrittore ebraico MARTIN BUBER ha parlato di Dio come “la parola dell'invocazione”. La domanda “DIO, DOVE SEI?” riprende nella sua formulazione invocativa, la domanda formulata da Benedetto XVI, il Papa venuto dalla Germania, nel discorso di AUSCHWITZ, in occasione della sua visita ufficiale all'ex-campo di concentramento e di sterminio, il 28 Maggio 2006:”Dove era Dio in quei giorni? Perchè egli ha taciuto?”
In termini di filosofia e teologia, è la domanda della teodicea, che si interroga sul perchè del male nella creazione buona di Dio. Il discorso di AUSCHWITZ ha avuto un'eco mondiale. Tra i tanti commenti pubblicati su quel discorso il teologo tedesco di MUNSTER, JOHANN BAPTIST METZ, ha scritto:”L'interrogativo teologico dopo AUSCHWITZ non suona soltanto: dov'era Dio ad Auschwitz? Esso suona anche:”Dov'era l'uomo ad Auschwitz?” La domanda della teodicea incrocia la domanda antropologica, che investe anche l'uomo contemporaneo. L'incontro si svolge su questo snodo di problemi, che sfidano l'apatia e l'amnesia culturale del nostro tempo”.(ROSINO GIBELLINI).
Queste erano almeno nel pensiero del nostro moderatore teologo le intenzioni dell'incontro. Poi la parola è passata ai relatori dei quali l'ex rabbino capo di Milano GIUSEPPE LARAS ha preso la parola per primo. A me personalmente è piaciuto di più specie quando ha spiegato e illustrato il problema della sofferenza e del rapporto con Dio, di Giobbe. Analizzando il comportamento dei suoi amici, del suo Dio, e di lui paziente e credente. E nella replica ha cercato di rispondere alla domanda “dov'era Dio ad Auschwitz”, sottolineando soprattutto le responsabilità dell'uomo che ha usato il suo libero arbitrio per fare cose orribili e riprovevoli. L'uomo quindi ha commesso una grave colpa.
Poi è toccato a LUCIANO MONARI, riprendere il tema e dare la sua risposta. Si è servito degli scritti e dell'esperienza umana di HETTY ILLESUM, e della sua grande fede e amore. E in secondo luogo ha attinto anche ai testi ed alle preghiere dei Salmi, che ha citato più volte.
Il pubblico ha seguito con rispettoso silenzio. Al momento della replica, quando tutti si attendevano una offerta di spazio per gli ascoltatori, è stata invece ancora offerta la parola ai due relatori. Libera scelta. Però mi è sembrato che la mancanza del dibattito, sia stato un grosso limite. Anche perchè le tematiche sollecitate si prestavano a qualche riflessione da parte laica, molto necessaria e opportuna. In fondo queste relazioni ufficiali, se non vengono arricchite da esperienze personali, che vive anch'essa i problemi sulla propria pelle, rischiano di diventare anacronistiche e teoriche, con scambi di cortesia, più che sollecitazione verso alcune problematiche condivise.
Soprattutto dopo che in quel salone era stato ascoltato il pastore protestante CHRISTIAN FHURER, efficacissimo oratore e convinto assertore di una battaglia di fede combattuta e portata avanti dalla CHIESA DI SAN NICOLA DI LIPSIA. Per l'occasione la Chiesa di Lipsia si era riempita di gente che era venuta a pregare ma anche decisa a marciare contro le autorità che opprimevano la popolazione, Per la grande ingiustizia ed ignominia del MURO DI BERLINO.
Per un confronto oggettivo e per non rimanere succube dei miei sentimenti, ho sentito per telefono due amici, ADRIANO MOR, discreto frequentatore e conoscitore dell'ambiente e GIUSEPPE COVELLI, che è stato uno degli studenti interni dell'Istituto della Pace. Anche loro si sono trovati d'accordo, nel dire che si aspettavano altro. ADRIANO MOR, si era anche preso la briga di scrivere una lettera ed inviarla a padre ROSINO GIBELLINI, esprimendo le sue perplessità. E il secondo, piuttosto deluso, concludeva di non avere trovato molto di nuovo.
Forse concludeva ADRIANO MOR, “ci manca veramente gente che incarna quel che dice”. (CARLO CASTELLINI).


Mercoledì 05 Gennaio,2011 Ore: 21:12
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La parola ci interpella

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info