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www.ildialogo.org Una schizofrenia laico-evangelica,di Mario Mariotti

Una schizofrenia laico-evangelica

di Mario Mariotti

Io non riesco a collocare Dio. Non riesco a collocare Dio come Spirito, come Verbo, come pensiero, se non all'interno del pensiero dell'uomo. La ricerca e la scienza mi fanno conoscere la natura e la struttura del l'universo in espansione, ma lì io non riesco a collocarlo. Se guardo poi il nostro mondo, il creato che ci ospita durante il breve periodo della nostra vita, anche in questo creato faccio fatica a vederlo, ed inoltre non mi sento di imputare a Lui tutto quel negativo che lo potrebbe connotare, il creato, non come paradiso, ma come inferno terrestre, dove la vita per sussistere, deve incessantemente lottare, soffrire, far soffrire, soffocare altra vita, in una perenne competizione che nega strutturalmente l’"Amare", lo Spirito, Dio stesso. Ecco allora che Lui Lo posso intuire come un'alterità immanente a noi stessi, alterità che si estingue nei momenti in cui noi facciamo di noi stessi degli strumenti del Verbo, di Lui, e ci determiniamo nello "spezzare il pane", cioè nel Verbo, che, è nel condividere il necessario e la gioia con le altre creature, con tutti i viventi, espressioni miracolose del miracolo-vita. Quando invece, noi mettiamo noi stessi come fine, e gli altri come mezzi per ottenere ciò che vogliamo per noi stessi, l'alterità si ripresenta, e nell'esercizio della nostra libertà di scegliere se noi ci determiniamo in questo secondo modo, non contribuiamo sicuramente a rendere questo nostro mondo meno inferno di quanto lo sia prima della nostra scelta. Probabilmente il significato profondo della realtà, e della nostra presenza in essa, sta in questo meccanismo strutturale del quale non ci rendiamo neppure conto: Dio non è un soggetto che esiste, è un Verbo, è un "scegliere e determinarsi" che ha bisogno di chi Lo scelga, Gli dia corpo, Lo renda operativo nella propria esperienza esistenziale, in modo che la concretezza storica di questo nostro modo possa trasformarsi e connotarsi secondo Fraternità, Solidarietà, Egualitarismo, Condivisione del necessario e della gioia.
Io però, a questo punto, devo dire che mi ritrovo in una specie di schizofrenia che potrebbe anche definirsi laico-evangelica. Da un lato, quando agisco, sono mosso dalla compassione, penso che non posso pregare perché metterei un eventuale Dio in difficoltà ad esaudire me e a non esaudire tutti quelli che vivono la mia condizione, e, a questo punto, l'unico segnale dell'esistenza e presenza di Dio potrebbe essere la "compassione". Sempre da un lato, inoltre, io so che mi devo determinare e agire come se Dio non esistesse, e allo stesso tempo, probabilmente, quando sono mosso dalla compassione, amo e condivido, sono io stesso a farlo esistere, Dio: sono un atomo di Lui. Dall'altro lato, però sento una sete inestinguibile di Lui, anche se questo Dio non è neppure parente del Dio altissimo della religione. Sperimento la sete di un Padre buono che riesca a consolare tutti quei viventi la cui vita è stata come se il loro esistere fosse stato un loro peccato, una loro colpa, da espiare per tutto il tempo della loro dolorosa e straziante vita!
Sperimento la sete di un Padre buono che riesca a farmi riconciliare tutti coloro cui ho voluto bene, bestioline incluse, in modo che la terribile malinconia per quello che è andato perduto si possa estinguere, e trasformare nella gioia di un nuovo incontro, aperto alla serenità, alla dolcezza, al1a bellezza di un futuro nel quale anche l'Ultimo avversario, compagna Morte, si arrenda alla forza inestinguibile de11a Vita.
La consapevolezza che l'esistenza dì Dio-Verbo dipende da coloro che lo Coniugano nella propria esistenza, e che tutte le volte che qualcuno ama e condivide, e lavora per il bene comune, in quel momento è mano, è corpo, è cellula di Dio, è Lui operativo, tale consapevolezza e convive in me con il desiderio dell'esistenza di un Papà buono che riesca a far in modo nessun oggetto d'amore vada perduto.
Io vivo in questa schizofrenia, laica nell'agire, nell'incarnare il Verbo, evangelica nella speranza di quel Regno che vorrei fosse come io so che non riuscirei a costruire.
Mi devo accontentare della consapevolezza che il bene che sto facendo porta in sé un valore intrinseco assoluto; e che questo è lo scopo per cui i viventi sono nati. Contemporaneamente spero che tutto non finisca lì. Lupetto deve sperimentare quei doni che io ho avuto e lui no; il babbo
e la mamma mi devono aspettare da qualche parte, perché ho ancora tante cose da dirgli...



Sabato 03 Marzo,2018 Ore: 19:55
 
 
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