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www.ildialogo.org "Dio c'è, ma non è l’Altissimo .... ",di Mario Mariotti

"Dio c'è, ma non è l’Altissimo .... "

di Mario Mariotti

Dopo aver passato la vita cercando di demolire il modo religioso di concepire Dio, di demolire quindi la, o meglio, le religioni, e dopo aver passato la stessa vita proponendo un modo di giudicare (dal punto di vista degli ultimi); di scegliere (cultura del necessario o condivisione con amore) e di comportarsi (coerenza con le precedenti proposte); modo che viene sistematicamente rifiutato quasi da tutti, e spesso anche bestemmiato, mi ritrovo ad essere un fossile dal punto di vista tecnologico, perché prima di cambiare quello che io avevo ho aiutato quelli che non avevano ancora ciò che avevo io, e quindi sono rimasto alla 600 ed al telefono fisso; e un fossile ancora più fossile dal punto di vista politico culturale, perché io credo ancora nell'internazionalismo proletario, unica arma contro il "Padroni di tutto il mondo uniamoci!" delle Multinazionali, e nella malignità strutturale del capitalismo, del mercato e soprattutto della competizione, che soffoca la fraternità, la compassione, la solidarietà e trasforma il mondo nell'inferno del quale noi stiamo facendo sempre di più esperienza!
Siccome sono ormai 50 anni che gracido alla luna; siccome corro il rischio di essere ascoltato solo quando demolisco e mai quando propongo, siccome negli ultimi scritti la speranza poteva apparire in via di estinzione, perché la concezione laica di Dio viene contraddetta non da milioni, ma da miliardi di persone, tutte quante appartenenti alla categoria dei credenti io voglio concludere il mio gracidare in modo positivo, aperto alla speranza stessa. Ed ecco allora, per mettere tranquilli i "credenti' voglio partire con l'affermazione netta e chiara che loro si aspettano, e cioè che Dio c'è. Poi per destabilizzare la loro tranquillità, proseguo con l'enunciato che Lui c'è, ma non è dove credono e come credono che Lui sia. Dio infatti è Spirito, e quindi non vive di religione o nelle religioni, ma nell'aver compassione, nell'amare, nel condividere, nel lavorare per il bene comune, nell'essere solidali, nel cooperare, nel collaborare, nell'aver rispetto per la vita e per le piccole vite, nell'indignarsi per le ingiustizie blasfeme che noi ci troviamo davanti agli occhi, nel resistere alla cultura maligna che ha riempito l'immagine di Dio con la sostanza di mammona, nell'impegnarsi a togliere sofferenza e a portare il necessario e la gioia ad ogni vivente.
Come qualcuno avrà notato, riferendomi. al "Dio c'è", io ho usato solo dei verbi e non dei nomi, perché Dio è Spirito, è Verbo, è Fare", e i nomi, a metterli, dobbiamo essere noi, che siamo coloro che devono coniugare, materializzare il Verbo nella concretezza storica e trasformarla secondo Lui.
Noi siamo le mani dell'amore di Dio per noi, e sono le nostre mani, le nostre scelte, a dare esistenza a Lui, a permettergli di operare per portare a compimento il cantiere del Regno.
Ecco quindi che il "Dio c'è" diventa un'esistenza condizionata, e condizionata dal "se" e dal "quando" Lui esiste se noi amiamo e condividiamo; Lui esiste quando noi amiamo e condividiamo.
La Sua esistenza e strutturale all'esercizio dei precedenti verbi; tutti coloro che incarnano i precedenti verbi sono Lui che attraverso di loro si interconnette al mondo per toglier sofferenza e saziare ogni vivente. Gesù è Figlio dell'uomo che ama e condivide, l'uomo che ama e condivide è un atomo di Dio che genera Gesù-Amore incarnato nell'Amare.
In questi ultimi enunciati c'è, espressa più o meno bene, la sintesi del mio percorso teologico. Voglio terminare con un’ultima riflessione, per me molto importante. Siccome la miseria e la sofferenza del mondo sono sterminate; siccome coloro che le provocano il più delle volte non se ne rendono conto e sono colpevoli e vittime allo stesso tempo; siccome le stesse religioni non sono la cura ma una fra le tante malattie, bisogna che noi stiamo in guardia a non lasciarci travolgere dalla compassione.
Il popolo di coloro che amano, condividono, lavorano per il bene comune, per togliere sofferenza e portare il necessario e la gioia, è laico; esiste anche se non appare, anche se viene ignorato da quel cancro schifoso dell’informazione, che si nutre degli idoli più effimeri, squallidi e negativi a servizio di mammona.
Il popolo di coloro che, qui e adesso, fanno quello che devono ed è necessario far esistere, ed è quello che manda avanti tutto quel positivo che, pur non avendo visibilità, esiste e resiste.
Dio è una sua creatura, e prende esistenza da lui. È un Dio laico, non è onnipotente, non ha paura delle religioni, lavora nonostante loro… Anche se prima e dopo ci sarà il nulla, l’aver tolto anche solo atomi di sofferenza e l’aver portato atomi di necessario, di serenità e di gioia assume un valore assoluto.
L’avventura umana, il suo non-senso, la sua assurdità e violenza, rischiano di travolgerci.
Il senso dobbiamo darglielo noi, entrando a far parte di quel popolo, spesso reso invisibile anche dalle religioni, che si nutre della gioia vissuta nel portare il necessario e la gioia agli altri viventi, anche alle piccole vite.



Sabato 04 Novembre,2017 Ore: 16:43
 
 
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