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www.ildialogo.org Gesù è nel “fare,a cura di Mario Mariotti

Gesù è nel “fare

a cura di Mario Mariotti

Siccome è fondamento della fede cristiana il credere che Gesù sia vero Dio e vero uomo; siccome è difficile pensare che Dio padre abbia tolto il principio logico di identità alla funzione pensante del Figlio, il quale, in quanto uomo, è anche un essere razionale; siccome però il figlio Gesù in varie occasioni non rispetta tale principio (noi a volte figli e volte sudditi; la preghiera a volte preghiera e a volte prassi d'amore), è molto probabile che, in varie occasioni, i Vangeli abbiano fatto dire a Gesù cose che Lui non avrebbe detto, e che non abbiano riportato cose che Lui ha detto. (es. elogio della vedova, che si priva del necessario per ingrassare il tesoro del Tempio; e ancora l'omissione del completamento dell'enunciato: i poveri li avrete sempre con voi mancando il "finché non vi metterete ad amare e condividere").
Se in un certo senso tutto questo è spiegabile perché i Vangeli riportano eventi e discorsi di Gesù fatti da persone che non li avevano visti e sentiti, ma solo sentiti raccontare, secondo me il "fare" di Gesù è molto più significativo del suo "dire", perché quello che Lui eventualmente avrebbe detto e molto più esposto al travisamento originato dalla cultura religiosa: di coloro che riportavano i Suoi discorsi di quanto lo sia quello che Lui ha fatto. .
Questa riflessione, così incasinata, ha un suo motivo, ed ora provo a spiegarlo, per cui alla fine, potrà sembrare che abbia una sua logica ed una eventuale attinenza alla Verità. Prendiamo l'ultima cena. Gesù prese il pane, lo spezzò e disse: Prendete e mangiate, questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi. Il "fare" è: Prese il pane e lo spezzò; il "dire" è: Prendete e mangiate, questo e il mio corpo offerto in sacrificio per voi.
Per me la Verità, lo Spirito-Dio, è nello "spezzare il pane", e non in quello che Gesù avrebbe detto dopo averlo spezzato. Dio infatti è Spirito, e lo Spirito è Verbo, e il Verbo è "spezzare", che equivale a condividere; e la presenza di Dio è nel "condividere"; e a coniugare il verbo Condividere dobbiamo essere noi; e l'oggetto da condividere è il "pane", che rappresenta il necessario alla vita.
Quello che ho detto può essere avallato anche dall'evento di Emmaus, riportato dai Vangeli: finché Gesù parla della visione religiosa relativa all'Antico Testam. i due viandanti restano meravigliati ma non Lo riconoscono. Quando Lui spezza il pane, Lo riconoscono, e corrono a testimoniare che nello "spezzare il pane" c'è il Risorto, che è Dio, che è Spirito, e che è presente ogni qualvolta un qualsiasi soggetto condivide con gli altri il necessario e la gioia. Di conseguenza a quanto scritto fin qui, il sottoscritto, pluricollaudato eresiarca, comunica che a suo parere l'enunciato di Gesù "prendete e mangiate" non è Suo; e che, probabilmente, Gli è stato messo in bocca da dei soggetti che erano ancora prigionieri della logica del sacrificio, dell’Uno che paga per tutti; e di quella dell'Alleanza: chi mangia di questo pane avrà la vita eterna.
A questo punto e chiaro che io voglio mettere in discussione il miracolo della “transustanziazione”:
se il pane e il vino diventano il corpo e il sangue; di Gesù, chi se ne nutre diventa un cannibale; ed essi si trovano ad essere due "oggetti", corpo e sangue, e non il Verbo, e non lo Spirito, e non Dio, che è Verbo, ed è presente e operativo nello "Spezzare", e quindi nel Condividere il necessario alla vita, ed anche nel condividere la gioia per dare alla vita colore e bellezza.
La transustanziazione poi collima perfettamente con lo strumento che la religione ha messo a punto per acquisire prestigio, ricchezza e potere in questo mondo, trasformando questa favola nel miracolo che si verifica in ogni santa Messa; tale miracolo fa sì che la Chiesa diventi la depositaria del potere sul destino eterno delle anime dei credenti: Dio si ritrova alle dipendenze del sacerdote; il credente, che ha paura dell'inferno e delle disgrazie che si verificano nella terra dei viventi, cerca di assicurare sé stesso dal rischio di tali pericoli; la Chiesa sono ormai 2000 anni che nasconde la Verità, del Dio laico in Gesù che è presente e operativo solo nel condividere il necessario e la gioia fra tutti i viventi, e che ha bisogno dei viventi stessi per farlo.
Questa riflessione so bene che mette in discussione la pace dello spirito che galleggia all'interno di tante persone, le quali pensano che il non-credere ad un dogma sia un peccato, e che l'Altissimo se lo leghi al dito e si possa vendicare.
A costoro io suggerisco di riflettere: Dio non è l'Altissimo che si placa col sacrificio del Figlio che paga per tutti, Gesù ci ha detto che Lui ci è padre, i1 Padre ci ama di amore incondizionato, e noi svolgiamo la Sua funzione quando, amando e condividendo, ci determiniamo come genitori di Gesù stesso, Spirito-Dio-Amore incarnato nel condividere.
Il Padre non ci giudicherà sul nostro credere o non credere, ma sulla nostra scelta o rifiuto ad essere mani del Suo amore per noi. Ci vogliamo allora decidere, finalmente, a credere a quello che ci ha detto Gesù, e soprattutto a seguirlo nel "fare", nello "Spezzare il pane", nel condividere con tutte le creature, incluse le minime, le piccole vite, il necessario e la gioia?



Sabato 07 Ottobre,2017 Ore: 16:16
 
 
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