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www.ildialogo.org Il rifiuto del Padre,a cura di Mario Mariotti

Il rifiuto del Padre

a cura di Mario Mariotti

Da quando l'uomo è uomo, è sempre stato presente il fenomeno religioso. All'interno di questo è sempre stato concepito Dio come un Essere onnipotente e misterioso che andava adorato, ringraziato, placato e pregato, un'Entità superpotente, analoga in qualche modo ai potenti di questo mondo, dalla quale dipendeva il destino di tutte le creature.
Altissimo e Onnipotente erano i termini che venivano e vengono usati maggiormente per definire la suddetta Entità; il sacro era la dimensione di quanto aveva attinenza con Lui.
Quando si presenta un laico qualsiasi, Gesù, a dire che Dio è suo padre; che anche noi siamo Suoi genitori quando amiamo e condividiamo, e che Lui è venuto non per essere servito ma per servire, e servire non il Padre, ma le creature del Padre, prima viene accusato di blasfemia; poi assassinato; poi fatto rientrare nel concetto religioso del Dio-Altissimo e usato come Colui che paga per tutti e riconcilia i peccatori con l'Altissimo.
Di fatto, nella sostanza, purtroppo, l'uomo rifiuta la paternità di Dio, anche se, a parole, dichiara di credere in Dio padre onnipotente. Tale paternità, infatti, implica l'omogeneità della natura fra noi e Lui implica la nostra condizione, oltre che di figli, anche di fratelli fra noi, e fra i fratelli i ricchi e i poveri, i primi e gli ultimi, i competitivi e gli scarti non trovano posto. La paternità implica anche che noi, nel momento in cui amiamo e condividiamo, oltre ad essere della stessa natura del Padre, siamo le mani del Suo amore per noi, siamo il corpo che permette a Lui di interconnettersi nella concretezza storica per riempirla di amore e portare a compimento il creato nel Regno.
  1. paternità implica il nostro amarci fra noi come Lui ci amai il nostro essere"tralci della Vite e portare necessario e la gioia, a tutti i viventi. Qui, cari fratelli, non c'è niente da prendere, c’è solo da dare, e si riceve gioia solo dando gioia alle altre creature. Molto meglio allora, rimanere nella concezione religiosa della creatura da una parte, del Creatore dall'atra, della casta sacerdotale a mediare il rapporto fra i sudditi-servi e l'Altissimo.
Qui il nucleo fondamentale è il "credere", se, invece di amare e condividere si accumula e si strumentalizza, non c’è da avere paura c'è Uno che ha già pagato per tutti, c'e solo da diventare diligenti fruitori del1e liturgie e dei sacramenti, e si verrà resuscitati e salvati nell'ultimo giorno.
  1. si accontenta del nostro "credere", e pare essere indifferente rispetto a chi permette che un Altro paghi per lui, per le proprie colpe, al posto di lui stesso.
Il vero nemico, qui, è l'ateo, anche se esso ama e condivide; e l'egoista, il ricco, potente se la cavano bene. Anzi, sembra che godano persino della Sua benedizione, garantita a chi Lo teme. Ma poi alla fine, sarà proprio così?



Domenica 24 Settembre,2017 Ore: 17:39
 
 
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