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www.ildialogo.org Ci abbiamo mai pensato?,a cura di Mario Mariotti

Ci abbiamo mai pensato?

a cura di Mario Mariotti

Ci avranno mai pensato tutti coloro che cercano di seguire il Signore dedicandosi alla vita contemplativa ed alla preghiera, che se uno vuole imitare Gesù, e non solo una parte di Lui, deve adattarsi e prendersela con le due categorie, con le due condizioni che Lui ha denunciato quali ostacoli alla costruzione del Regno, al trasformare il mondo secondo Amore, secondo Lui stesso incarnato, cioè la ricchezza e la religione?
La prima è bestemmia della Condivisione, è l'opposto dello "spezzare il pane"; la seconda nasconde la condizione esistenziale dell'uomo che è quella di mano dell'amore di Dio per l'uomo. Forse, a forza di meditare e di pregare, si può arrivare a credere che Dio apprezzi la donazione totale della creatura a Lui stesso, e che sia necessario purificarsi dalle pulsioni che sono strutturali al nostro essere persone, cioè unità di corpo-spirito; ma Dio, in Gesù, non ci ha detto questo. Lui vorrebbe che i nostri occhi e le nostre mani diventassero le Sue, per portare il necessario e la gioia ad ogni vivente.
Dato che Gesù è modello di Amore incarnato; dato che noi quando incarniamo amore diamo vita al Signore nella concretezza storica; dato che Lui è venuto non per servire sé stesso facendosi servire, ma per servire l'uomo attraverso l'uomo, che senso hanno la purificazione di sé stessi attraverso la vita contemplativa e l'incessante preghiera, che hanno sotteso l'Altissimo e la nostra condizione di sudditi e servi, mentre Gesù ci ha rivelato che Dio è padre, e noi figli di Lui e fratelli di Gesù se amiamo e condividiamo?
Ci è mai capitato di pensare che noi consideriamo il creato, il mondo, come un'opera compiuta che il nostro adeguarci alla presunta volontà di Dio, il vivere l'umiltà, l'ubbidienza, la rassegnazione, l'accettazione di tutto quanto ci capita come volontà di Lui, hanno sottesa l'ipotesi dell'esistenza di un al di là che sarebbe, a sua volta, il premio per coloro che sono stati umili, ubbidienti e rassegnati?
Quelli che invece sanno vedere i limiti del creato, la violenza e l'estrema ingiustizia strutturale ad esso; la necessità per vivere, di lottare e di portare dolore; la morte strutturale alla vita stessa; quelli che si trovano ad aprirsi alla compassione per la miseria universale, e non trovano pace se non nel rimuovere la sofferenza e nel portare il necessario e la gioia agli altri viventi, ebbene, questi il creato non vogliono vederlo come compiuto e parallelo ad un ipotetico creato in cui finalmente trovare pace.
Essi lo sentono come un cantiere nel quale loro stessi sono operai, e che sarà compiuto solo quando Dio sarà tutto in tutti, e sarà stato saziato e consolato ogni vivente.
Per me l'evento-Incarnazione ha sottesa la logica del creato come cantiere ed il messaggio del Signore che ci dice che è possibile incarnare amore e condivisione in questo nostro mondo e trasformarlo secondo Dio. Il fatto, poi, che Lui ci ponga quali Suoi genitori, fratelli e sorelle quando amiamo e condividiamo, ci carica di un'enorme responsabilità: siamo noi gli operai necessari per portare l'al di là nell' al di qua; per costruire quel Paradiso terrestre che sarà solo alla fine; siamo noi Dio che porta a compimento il cantiere con le nostre mani. E se le nostre mani stanno ferme, o unite in preghiera, o peggio, vengono usate per sé stessi e per il proprio accumulo di ricchezza, potere e piacere, Dio è malato di distrofia, e noi ci godiamo l'inferno dì questo mondo.



Sabato 26 Agosto,2017 Ore: 16:28
 
 
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