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www.ildialogo.org Non mani, ma mani dell'amore di Dio,a cura di Mario Mariotti

Non mani, ma mani dell'amore di Dio

a cura di Mario Mariotti

Anni fa, fu pubblicato un libro che era formato da una raccolta di miei articoli, usciti sul mensile dell'Associazione “Amici di Follereau” ed io ne avevo indicato il titolo: "Le mani di Dio", perché, in esso, vedevo la sintesi del messaggio che volevo mandare ai miei lettori.
Nella mia ingenuità davo per scontato che noi fossimo le mani del Dio di Gesù, che è Amore e condivisione, e quindi che noi fossimo le mani dell'amore di Dio per noi. Questa tesi io penso che sia di un'importanza estrema perché capovolge la nostra collocazione esistenziale rispetto a quella inclusa nel nostro rapporto religioso con Dio: noi da una parte, il Creatore dall'altra, la casta sacerdotale a mediare il rapporto fra noi. Le mani di Dio, cioè noi, non sono un'alterità rispetto a Lui: Lui è nel profondo di noi stessi; noi siamo le Sue mani; noi siamo la Sua possibilità di intervenire nella concretezza storica, nella materia, nel mondo, per trasformarlo secondo Sé stesso, secondo Amore e Condivisione. Questa interconnessione avviene quando noi amiamo e condividiamo; Lui opera attraverso di noi; insieme stiamo portando a compimento la creazione nel Regno.
Oggi mi accorgo che quel titolo, formalizzato in quel modo, non va bene; mi accorgo che è ambiguo, e che può anche essere deviante. Esso doveva essere: "Le mani dell'amore di Dio", da dove viene questa nuova presa di coscienza? Essa deriva dal fatto che non è affatto scontato che la gente abbia interiorizzato e metabolizzato il Dio di Gesù.
Purtroppo, in molti non hanno ancora fatto propri i messaggi della paternità di Dio e del Suo porsi a servizio dell'uomo: per molti, per troppi, Lui non è i1 padre buono che ama incondizionatamente tutti i suoi figli, nessuno escluso, come ce Lo indica Gesù nella parabola del Figliuol prodigo. Per molti, per troppi, inclusa la Sua Chiesa, che sarebbe colei che deve annunciarlo, Lui non è Padre, ma è ancora l'Altissimo, e sotteso a questo concetto di Lui c'è ancora quella visione religiosa per liberarci dalla quale il Signore si era incarnato, e si era lasciato assassinare. Se ci riflettiamo, S.R.Chiesa attribuisce a Dio entrambi i titoli, Padre e Altissimo, e li fa convivere, ma questi due titoli sono, soprattutto nelle conseguenze, radicalmente divergenti.
Le mani di Dio padre sono mani di figli che incarnano amore e condivisione; le mani di Dio-Altissimo sono mani di sudditi che Lo considerano un'Entità sacra e Superiore da adorare, ringraziare placare e pregare. Le mani di Dio-padre realizzano il fine dell'Incarnazione: sono venuto non per essere servito, ma per servire; e per servire l'uomo e le altre creature della terra dei viventi; le mani di Dio-Altissimo sono rivolte a Lui; vivono un rapporto di sudditanza a Lui; un rapporto religioso che ha come destinatario Lui stesso, e non l'uomo.
Se poi le conseguenze della differenza delle due concezioni si limitassero a questo, si tratterebbe solo di alienazione, e i danni sarebbero modesti, il fatto è che coloro che non si sentono figli di Dio, ma sudditi dell'Altissimo, concepiscono questo Altissimo come una somma autorità politica, come un Superimperatore, come un'Entità che ha bisogno dell'adorazione, del ringraziamento, della preghiera dei sudditi; come un'Entità esposta alle offese dei sudditi e vendicativa nei loro confronti; come un'Entità sostanziata dalle caratteristiche dei ricchi e dei potenti di questo nostro mondo; il tutto pontificato e sacralizzato dalla casta sacerdotale, la quale, dalla mediazione fra Lui ed i suoi sudditi, ricava prestigio, ricchezza e potere. Se proviamo a riflettere, anche i Crociati mentre massacravano il prossimo si sentivano mani di Dio; ma il loro Dio era l'Altissimo, e gli infedeli l'avevano offeso e avevano profanato la terra in cui Lui era nato. (qui c’è identificazione Gesù-Altissimo, e quindi, come comprensione del Signore, siamo ancora allo zero assoluto). Tutta la storia umana dimostra che il Dio di Gesù, di cui noi siamo mani, è ancora sconosciuto, e che noi concepiamo Dio come l'Altissimo; che concepiamo noi stessi, se siamo credenti in Lui, come i Suoi eletti; che noi Lo concepiamo dalla nostra parte, alleato di noi stessi, ad aiutarci contro i nostri nemici, ed a riempirci di beni destinati a coloro che Lo temono.
Oggi è l'ISIS; è Boco-Aram, sono i terroristi islamici a vivere questa logica, che l'Occidente ricco e cristiano ha praticato per secoli e dalla quale non si è ancora del tutto liberato, perché, finché ce n'erano ancora, il mandare al Creatore i comunisti ed i sindacalisti da parte sua non era un peccato, ma un'opera pia. Anche oggi gli usa giurano sulla Bibbia. Se noi provassimo ad usare quello strumento che ci ritroviamo sul collo e che sarebbe preposto al pensiero ed alla riflessione, ci renderemo conto della blasfemia del nostro concepire un Dio-Altissimo che è contento se i suoi sudditi fedeli sgozzano o arrostiscono quelli infedeli.
Eppure, per secoli, abbiamo fatto guerre di religione, torturato ed arrostito eretici, compiuto ogni sorta di nefandezze, a volte in nome di Lui e a volte spacciandole come Sua volontà.
Per secoli ha imperversato la bestemmia di S.Agostino che recitava che ogni autorità viene dall'Alto, cioè dall'Altissimo; e non è che noi ci siamo liberati del tutto da questa blasfemia, dato che siamo più che recidivi, anche oggi, a sperare negli uomini della Provvidenza, a delegare all'uomo solo al comando la soluzione di quei problemi che la nostra soggettività strutturalmente maligna continua a generare, dato che ormai quasi tutti o siamo ricchi, o ricchi mancati che cercano di esserlo.
  1. procedessimo nella logica di figli del Padre, e non di sudditi dell'Altissimo, oggi sapremmo apprezzare, e quindi difendere la nostra Costituzione, che sostanzia i valori della democrazia e del lavoro, e che è sotto attacco. .
Ma noi pensiamo ancora all’uomo solo al comando benedetto dall'Altissimo; e ci stiamo scavando la fossa con le nostre mani...



Sabato 13 Maggio,2017 Ore: 17:31
 
 
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