- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (277) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org "Scherzando con Papà".,di Mario Mariotti

"Scherzando con Papà".

di Mario Mariotti

Siccome Dio non è l'Altissimo cui presentarci in ginocchio per chiedere qualche grazia,e stando ben attenti a rispettare le regole che sovraintendono al rapporto Padrone-suddito, ma è Padre, Lui è anche il mio Papà, con cui, ogni tanto, si può anche scherzare. Io che vivendo la compassione, ho l'attitudine a mettermi nei panni dell'altro in modo da fare a lui ciò che vorrei ricevere da lui se fossi in difficoltà, in questa occasione provo a mettermi nei Suoi panni, fingendo Sue le reazioni che suscitano in me i comportamenti dei credenti, di coloro che instaurano con Lui un rapporto religioso. Per prima cosa esprimerei quello che penso sull'adorazione, il ringraziamento, la richiesta di perdono e la preghiera che i miei figli mi rivolgono mentre continuano a pensare, nei miei confronti, di essere dei sudditi e non dei figli. Questo fatto, che loro non sono sudditi ma figli, io avevo cercato di farglielo capire mandando Gèsù fra loro; ma loro, per merito di quelli che si sono autoqualificati miei sacerdoti e mediatori di quel rapporto religioso che gli frutta prestigio, ricchezza e potere, non lo hanno ancora capito e continuano a presentarsi col cappello in mano, in ginocchio, è sussurrando invece di parlare, quasi che io avessi l'udito sensibile solo alle basse frequenze.
Premesso che, dell'adorazione di figli che si sentono sudditi, niente me ne cale, perche, essendo Papà, voglio essere considerato tale, e quindi vicino, familiare, sul loro stesso piano, e non essere posto sul trono dell'Altissimo, dal quale potrei anche cadere, oppure potrei far fatica a vedere i loro volti; premesso questo, direi loro di non ringraziare me, che sono intervenuto con. le mani dei miei figli, ma che ringrazino coloro, che hanno scelto di essere Mie mani, e sono stati di aiuto e di conforto a loro stessi. In quanto alla richiesta di perdono, gli direi che il perdono non lo devono chiedere a Me, che il perdono lo concede sempre, come ho fatto col figliuol prodigo; ed inoltre non sono esposto alla loro cattiveria; ma lo devono a coloro che essi hanno offeso ed ai quali hanno fatto del male, dopo essersi impegnati a riparare il danno arrecato anche la preghiera, poi, mi fa leggermente indignare.
Lo volete capire che Io non sono onnipotente; che il mio intervento può passare solo attraverso le vostre mani; che Io non sono né volubile né distratto, per cui mi sentirei di intervenire solo dopo che voi me ne aveste rammentate la necessità, e che, alla fine, non mi permetterei mai di concedere una grazia, un miracolo, ad una persona singola lasciando tutte le altre che sono nella stessa condizione a becco asciutto?
Possibile che voi possiate pensare di Me che io mi comporti in questo modo, quando il mio specifico parte dall'essere giusto, e non può eludere questa condizione? Poi, in questa occasione, mi sento di farvi anche la seguente confessione: voi siete zelanti, avete messo a punto delle liturgie elaborate che fanno molta scena, che alludono alla mia persona come se io fossi il più grande ed il più potente dei vostri re e imperatori terrestri, ma io non sono così. Ve l'ho già detto che non sono 1'Altissimo che si nutre del1'ossequio dei suoi sudditi e servi. E poi, tutte queste lunghissime liturgie, lo spropositato numero delle Messe, dei rosari, delle procedure dei sacramenti, sono eccessive, e rischiano di annoiarmi e persino di farmi assopire. In più ho un terribile dubbio: che voi pensiate che io sia onnipotente, e che insistiate ad adularmi perché io vi conceda quello che non posso concedervi. Tutto lo svolazzo liturgico, i canti medioevali, gli inchini, l'incenso che sale verso di me come che io sia in cielo e non nel profondo di voi stesi, tutto questo mi sembra un omaggio interessato, lontano anni luce dal “gratuito” che deve connotare il rapporto fra me e voi, rapporto che io vorrei fosse basato solo sul reciproco amore. E poi, è possibile che voi continuiate a non credere a mio figlio Gesù, quando vi dice che, nel momento in cui amate e condividete, voi siete miei figli come lui; siete le mani del mio amore per voi e per ogni creatura; siete il Mio corpo che mi è necessario per potermi esprimere, per poter operare, per riempire il creato, che è un cantiere ancora in corso, di amore e condivisione, cioè di Me stesso? Come fate ancora a non rendervi conto che la mia bontà, il mio amore passano per le vostre mani; e che, se le vostre mani restano chiuse per accumulare, la mia bontà deve convivere con la morte di migliaia di piccini ogni giorno, con lo sterminato popolo dei non-garantii, degli ultimi, degli scarti di un modo di vivere e di scegliere che non viene da me, ma da mammona, Piglio primogenito di Satana il Divisore? E la piantate di dividervi fra voi fra credenti ed atei, chierici e laici, cultori del sacro e del profano, dato che io sempre attraverso Gesù,vi ho fatto sapere che il criterio del mio giudizio su di voi è solo quello basato sul rapporto che voi avete avuto con l'affamato e l'assetato?
E la piantate di fare il bene ai poveri perché io mi nasconderei in loro, in tutti quelli che hanno bisogno di aiuto perché vivono subendo ingiustizia, sofferenza, violenza, umiliazione; e tutto. quello che voi fate avrebbe Me come destinatario?
Se continuate a pensarla così, addio gratuito, addio compassione, addio impegno per amore! Le mani del mio amore per il povero siete voi; e lui esiste perché voi non avete incarnato il Mio amore per lui.
Quando avrete fatto questo, la divisione ricchi e poveri non esisterà più, e finalmente le mani del Mio amore per voi avranno saziato del necessario e di gioia ogni creatura.
Interrompo le mi fantasie perché, per questa volta, ne ho dette abbastanza, immaginando di essere il pensi ro di Dio su coloro che si credono credenti e non hanno ancora capito che loro sono in Lui e Lui in loro. Questa riflessione a molti potrà sembrare presuntuosa, anzi blasfema; ma non lo è nelle mie intenzioni, ed io riesco anche a fondarla sulla Parola.
Io ci credo a Gesù quando mi dice che suo Padre è anche mio Papà, e neppure voglio avere la presunzione di credere che il mio pensiero possa rispecchiare il Sio.
Lui è il Tutto, ed io un atomo nella catena dell'Incarnazione. Non so neppure se Lui esista, dato il negativo del mondo, ma io Lo intendo piuttosto come Progetto da incarnare, da far esistere.
Sono sicuro però di una cosa: che almeno qualcuno dei pensieri che Gli ho affibbiato non gli sia del tutto estraneo. Anzi, credo che essi includano la visione di Lui che Lui stesso ci ha fatto conoscere quando si e incarnato in Gesù.
Questa riflessione, a Lui se c'è, potrebbe anche piacere, e farla propria…almeno in parte...



Sabato 04 Febbraio,2017 Ore: 18:29
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La parola ci interpella

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info