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www.ildialogo.org "La Rivelazione incompiuta",Mario Mariotti

"La Rivelazione incompiuta"

Mario Mariotti

Siccome il giorno in cui non metterà in discussione qualcosa sarà quello in cui compagna Morte mi avrà chiuso il becco, in questa occasione voglio mettere in discussione il dogma della Rivelazione.
Essa Rivelazione sarebbe una realtà conclusa, completa, immodificabile, assoluta; il Vangelo sarebbe il tutto, e dentro ci sarebbe tutto; S.R.Chiesa sarebbe la sua custode, la garante della sua ortodossia, della sua corretta interpretazione; la depositaria, e quindi la padrona, della Verità. Io penso che questo sia completamente sbagliato, sia perché il prenderla, la Rivelazione, alla lettera, significa collocarsi in una fase di pensiero prearistotelica, in una fase che non rispetta la logica, (e quindi non può funzionare, perché il principio di identità, incluso nella nostra capacità di astrazione, é uno dei doni più preziosi che Dio ha fatto all'uomo); sia perché nella stessa Rivelazione è incluso il messaggio che allude alla sua potenzialità di superare sé stessa e di attingere al nuovo di Dio, che non é mai concluso.
Cercherò dì spiegarmi. Data per avvenuta la conversione dal concepire Gesù come Salvatore al concepirlo come Paradigma, come modello dei giudizi, delle scelte e dei comportamenti che possono trasformare il mondo secondo amore, questo modo di concepirlo, secondo me, include strutturalmente l'aspetto evolutivo della Verità.
Gesù si incarna nella cultura religiosa del popolo di Israele del suo tempo. Il modello che incarna da un lato è condizionato da quella cultura, dall'altro Egli si pone in modo da trasformarla, da superarla. Essendo Lui uomo di ogni tempo, è anche uomo del suo tempo, e se avesse esplicitato
la Verità assoluta, tutto il nuovo di Dio, non solo non sarebbe Stato capito, ma gli avrebbero chiuso la bocca uccidendolo non dopo tre anni, ma dopo tre minuti. Nel mondo di quel tempo, ad esempio, la schiavitù, (che una parte delle persone fosse schiava di un'altra parte) era considerata normale, fisiologica, giusta.
Quando Gesù dice che tutti sono prossimo, e figli di Dio come Lui se amano e condividono, questo enunciato include strutturalmente la condanna della schiavitù, della divisione degli uomini in liberi e schiavi, ma perché questa Verità si incarni seguendo il progetto del Paradigma, ci vorranno dei secoli, dei millenni; e poi questa Vèrità non si è ancora del tutto compiuta, del tutto incarnata, perché anche oggi ci sono gli schiavi, il lavoro schiavo, e anche oggi gli uomini sono divisi in ricchi e poveri, e i primi possono mangiare, istruirsi, curarsi, e i secondi non hanno accesso a tutto questo, o l'hanno in forma limitata. A quel tempo la schiavitù era considerata normale, fisiologica, giusta; e i preti aggiungevano che essa era volontà di Dio, perché Lui, avendo creato tutto, aveva creato anche gli schiavi.
Oggi noi, per parte nostra, consideriamo normale, fisiologico, giusto, che il cibo, il lavoro, la salute, l'istruzione siano ostaggi della logica di mercato e della competizione; e la Chiesa stessa, fino ad oggi si è posta quale paladina della libertà d'impresa, dimenticando che come la famiglia è pianificata in modo che tutti abbiano il necessario, così dovrebberlo esserlo anche l'economia e la società, in modo che il necessario e la gioia fossero accessibili a tutti.
In Gesù, uomo, quindi laico, del suo tempo, non troviamo la condanna della schiavitù, dell'imperialismo dei Romani, che equivale oggi a quello degli USA, o la condanna di un'economia basata sul mercato e la competizione. Tutto questo, però, pur non trovandolo alla lettera. nel Vangelo, lo troviamo in Spirito. Le forme di incarnazione di Esso Spirito crescono e si evolvono secondo la crescita e l'evoluzione della sensibilità, della capacità di comprensione, della coerenza, della razionalità degli uomini.
Proprio per questo il considerare la Rivelazione un evento compiuto, ed il prendere la Parola alla lettera finiscono con il soffocare proprio lo Spirito.
Al tempo di Gesù si credeva e si aspettava il miracolo; oggi qualcuno inizia a capire, che esso non ha senso, perché allude ad un Dio che non è Padre ma è l'Altissimo, ed in più è un Altissimo volubile ed ingiusto, perché concede la grazia ad uno e lascia gli altri nella sofferenza a sperimentare il Suo silenzio.
Io stesso, fino a ieri, pensavo al Signore come all'unico Figlio di Dio, e che noi lo eravamo, figli, in modo figurato. Nella Parola ho trovato, e mi ci è voluta una vita per farlo, e condizionata da certe esperienze faticose e preziose, che Gesù è laico come noi e che noi laici siamo figli di Dio come Lui quando scegliamo di diventare mani del Suo amore per noi, e pratichiamo amore e condivisione.
Oggi Gesù lo vedo laico, lo vedo compagno che lavora per un'economia di comunione lo vedo sempre più incavolato contro i farisei, i preti, i ricchi; lo vedo vegetariano, esse non, gli avessero fatto la pelle prima, l'avrei visto anche sposato. Non l'avrei visto povero, ma esempio della cultura del necessario e della condivisione con amore.
Detto questo, sono sicuro che posso aggiungere che non è affatto esaurito il "nuovo", di Dio.
Dio è un Progetto in corso d'opera, e non si sa come sarà la creazione con l'Amore tutto compiuto in tutti; ma noi cresciamo, con Lui mentre Lui cresce con noi; e ora mi accorgo come era meschino il mio modo di concepirlo quando ero condizionato, dalla lettura religiosa di Lui, con la quale mi avevano contaminato da bambino i preti alla "dottrina".
Il Modello è il motore generatore, e Lui ci ha detto che noi faremo cose più grandi delle Sue. É un Modello che vuole essere superato da noi perché è in noi, è parte di noi, e sta crescendo con noi.
Considerare la Rivelazione come compiuta, per me, è una specie di bestemmia, che cristallizza un concetto dì Dio che è chiuso al "nuovo" di Dio, che è un fossile di Dio, e non, ha niente da spartire con Dio....



Sabato 28 Gennaio,2017 Ore: 17:46
 
 
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