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www.ildialogo.org "Il problema dei problemi".,di  Mario Mariotti

"Il problema dei problemi".

di  Mario Mariotti

Io sono nato con questo problema, e morirò con questo stesso problema: aiutar gli esclusi ad entrare in un mondo che produce gli esclusi; aiutare i lebbrosi ad integrarsi in un mondo che genera gli scarti; aiutare i poveri ad inserirsi in una cultura, in una politica, in una società che fabbrica i poveri. Questo, per me, è lo stesso problema di Dio-Condivisione: i poveri, aiutati, diventano ex poveri e a loro volta si mettono a generare dei poveri.
I poveri, gli emarginati, gli esclusi li devi aiutare nel qui e adesso, perché il non farlo sarebbe un terribile peccato di omissione, domani dovrai aiutare i nuovi poveri generati dai primi, nel “qui è adesso” di do mani. Questo è un cerchio maledetto, è un problema del quale anche Nostro Signore non e riuscito a venire a capo. La radice di tale problema, ed anche la soluzione di esso, è di natura pedagogica come riuscire, attraverso l'educazione, a formare il bipede laico che viva una soggettività strutturalmente solidale e rompa il cerchio maledetto cui accennavo più sopra. Il mio quasi mezzo secolo di esercizio di solidarietà con gli ultimi, viventi in difficoltà e piccini del1a grande Favela del Sud, mi ha portato a mettere a fuoco alcuni punti fermi, che possono iniziare a risolvere questo che si configura come il problema dei problemi per il volontariato è per ogni cittadino consapevole è responsabile del Pianeta.
Mi accingo ad elencarli:
Il "Beati i poveri in spirito" va tradotto in "Beati coloro che scelgono il necessario e si impegnano perché tutti abbiano il necessario."
Il Regno dei Cieli non e l'al di là, ma è il futuro di questo nostro mondo secondo Dio, e quindi il cristianesimo va vissuto come Incarnazione, e non come religione, amando l'uomo come lo ama Dio.
La solidarietà nella continuità potrebbe essere lo strumento pedagogico per la formazione di una persona che riesce a rompere il precedente cerchio maledetto. Attraverso la coscientizzazione sulla malignità strutturale del capitalismo, del mercato e della competizione, bisognerebbe riuscire a creare una soggettività solidale che tagli le radici della trinità maligna.
I nuclei di tale soggettività si potrebbéro formalizzare così: considerare la ricchezza un negativo, espressione di omessa o rifiutata condivisione; sostenere la necessità di definire un prezzo politico dei beni e dei servizi, superare la logica del mercato e della competizione, risolvere i problemi attraverso la collaborazione e la cooperazione, nell’ambito di una pianificazione dell'economia, in modo da rendere possibile la fruizione del diritto-dovere umano al posto di lavoro a tutti i cittadini, della Repubblica e del Pineta.
Proseguendo su questa strada, si riscoprirebbero i messaggi preziosi di P.Aldo Bergamaschi, che ci allertava sulla necessita di una pedagogia, di una OMP, di una organizzazione Mondiale Pedagogica, che portasse alla formazione dell'uomo planetario, del bipede laico strutturalmente solidale direi io, attraverso il superamento dei tre fattori Stato, Lingua e Religione che da sempre dividono l'umanità.
Superamento della divisione in Stati, perché tutti sono "prossimo", introduzione dell'Esperanto accanto ad ogni lingua nazionale, in modo da arrivare a capirci a livello mondiale; superamento delle religioni che dividono il genere umano, deviano l'impegno e la responsabilità nella preghiera, e producono dei cittadini strutturalmente conservatori ed alienati.
Dette queste cose, che nelle ultime espressioni si assomigliano a fantapedagogia e pura utopia, quello che deve essere fatto deve continuare ad essere fatto, anche la speranza non va coltivata ma costruita.
Uno continua a vivere del necessario ed a condividere ciò che eccede con chi ne è ancora privo; ad aiutare i poveri di oggi pur essendo consapevole di essere, lui stesso, oggi, facendo questo, funzionale al sistema maligno che continua a generarli. A tutto ciò però va aggiunto, per rompere la suddetta funzionalità, la coscientizzazione sulla malignità del sistema, perché la ricchezza corrompe e rende ciechi sulla sofferenza degli ultimi; il mercato è la legge del più forte e rende ciechi sulla fraternità; la competizione genera i perdenti e rende ciechi sulla loro sofferenza.
Don Milani dava gli strumenti ai poveri per emanciparsi, ma all'interno del progetto della nostra Costituzione, che sacralizza l'uguaglianza e il diritto umano al lavoro. Noi dovremmo fare come lui, progettando quell'uomo planetario, quel laico solidale che si impegna a costruire un mondo di uguali, che garantisca il cibo, il lavoro, la casa, la scuola, la salute a tutti quanti.
La migliore pedagogia è l'esempio, ma oltre la testimonianza ci vuole la profezia, il Progetto: lavorando e rendendosi disponibili ad un'economia di comunione, ci troveremo ad essere operai del cantiere del Regno, il nostro mondo trasformato: dall'amore e dalla condivisione.



Venerdì 06 Gennaio,2017 Ore: 21:22
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Mauro Matteucci Pistoia 08/1/2017 21.04
Titolo:L'umanità nella povertà

Condivido la riflessione di Mariotti, che trovo estremamente illuminante e pungente al pari di alcune pagine di un grande profetta e educatore  - che viene ricordato - da me amatissimo (che ebbi la fortuna di incontrare anche se per poche ore) don Lorenzo Milani:"Saprà il Cristo rimediare alla nostra inettitudine. E' lui che ha posto nel cuore dei poveri la sete della giustizia..."

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