- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (280) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Ateo comunista?,di Mario Mariotti

Ateo comunista?

di Mario Mariotti

Siccome per quasi tutto il genere umano la religione è un positivo, è quello che potrebbe mettere a posto le cose, o per lo meno salvare noi stessi dal male che incombe ed introdurci alla vita eterna nell'al di là, io, che sistematicamente non riesco a farmi capire, e quando riesco a farmi capire vengo rifiutato perché destabilizzo il prossimo, vengo preso per un vecchio ateo comunista, che ormai da solo prosegue la lotta contro l'oppio dei popoli, definizione data da San Carlo Marx alla religione. Ora come comunista potrei anche essere accusato, sebbene il mio comunismo sia diverso da quello che è stato il comunismo nella concretezza storica; e io penso che quello praticato da me potrebbe funzionare: vivere la cultura del necessario e condividere quello che eccede con chi manca del necessario stesso; il tutto come libera scelta, praticato con amore, originato dalla compassione, guidato dall'imperativo etico del fare agli altri ciò che si vorrebbe ricevere da loro.
L'accusa di ateo invece, potrebbe essere vera solo in parte, perché io rifiuto di credere solo al Dio religioso, e, secondo me se Dio c'è, rispetto a quel Dio è ateo anche Lui. oltre ad essere ateo perché, essendo Dio, non può avere un Dio. I veri atei, secondo me, sono coloro che si sono costruiti il Dio religioso, che si sono autoconvinti di essere stati creati da Lui, che l'hanno concepito in modo da riuscire a farle andare d'accordo col vero dio di questo nostro mondo, sua maestà mammona, il cui imperativo non-etico è il Beati i ricchi per l'eternità.
Tutto il mio lavoro di destabilizzazione e di demolizione della religione non ha una finalità distruttiva che conduce all'ateismo, ma ha quella di far conoscere il Dio di Gesù, che è laico come Gesù, che supera le divisioni sacro-profano, credente-non credente, divino-umano; che non se ne sta nell'alto dei cieli, ma nel profondo di noi stessi, secondo quello che dice S.Agostine quando l'imbrocca giusta, e dice: “in interiore homine abitat Veritas”, cioé Dio abita dentro di noi.
Una parte di tale lavoro fa emergere le contraddizioni fra il Dio dell'Alleanza e il Padre non-onnipotente che è incarnato in Gesù; Padre che, come ogni padre, ama le sue creature di amore incondizionato, manda "infra le ripe dove scorre l'acqua", cioè nel canale, l'adorazione, il ringraziamento, la preghiera rivolta a Lui, le liturgie, i sacramenti e tutto il resto che ha come destinazione Lui stesso, e manda il Figlio ad incarnarsi fra noi perché il Figlio è il suo amore per noi e noi siamo le mani potenzialp del Figlio per amare i fratelli e costruire con loro il Règno, la creazione compiuta secondo Amore.
C'é però anche una parte del mio lavoro che continua ad esplorare vie nuove; che, ponendosi dalla parte delle piccole vite, degli ultimi, dei viventi il dolore innocente, si rende sempre più conto che il creato è un negativo, che la vita è lotta per la vita, che la vita per sussistere deve distruggere altra vita, che gli uomini stessi si sono adeguati a questa logica ed hanno costruito la società, l'economia, la cultura secondo lei. Il più forte vince ed il più debole soccombe; il più competitivo sopravvive e il meno competitivo viene escluso; il più ricco domina e decide, e il più povero è al suo servizio e consuma sé stesso per accrescere il profitto del primo. Tutto questo, secondo me, mette in crisi Dio stesso, mette in crisi anche il Dio di Gesù, perché Lui, essendo padre, ma lavorando con le mani dei Figli, si troverebbe davanti alla miseria universale, alla sofferenza, alla violenza, alla crudeltà sterminata, al dolore recato e subito dalle creature, di cui è padre e che ama più di sé stesso.
Come può fare l'Amore, Dio-Amore, a creare una vita che è lotta per la vita, che, per sussistere, deve recare dolore ad altra vita? E come può fare a resistere davanti al dolore del mondo, opera delle Sue mani?
Ecco allora che, all'interno della ricerca, si va precisando l'ipotesi che sia necessario superare la distinzione fra credere e non credere all'esistenza di Dio, e concentrarsi sul progetto di costruire Dio, di incarnarlo nel mondo, di farlo esistere, vivere ed operare operando noi stessi i Valori, la Giustizia, la Solidarietà, la Condivisione nei nostri rapporti fra  noi e con tutte le altre creature della terra dei viventi.
Il negativo del creato nega l'esistenza di Dio-creatore; ma, al tempo stesso, ne crea l'esigenza nel profondo di noi stessi. L'assenza di amore ne crea il desiderio, e mentre da un lato io nego l'esistenza di Dio per non dovergli imputare il negativo del creato, dall'altro sento che c'è bisogno di togliere sofferenza, di portare il necessario e la gioia, e quindi c'è bisogno della Sua incarnazione da parte mia.
Se guardo al messaggio del Signore contenuto nella parabola del Buon Samaritano, la condizione dell'ateismo appare del tutto irrilevante. Lui si apre alla compassione, si fa carico della sofferenza del ferito dai briganti, lo soccorre sul momento e organizza la sua assistenza per il Futuro.      
Questo messaggio è troppo forte! Dio non ci può essere, data la presenza soggettiva e strutturale del male; ma l’ateo che ha compassione e fa al suo prossimo in difficoltà quello che lui vorrebbe ricevere in quella situazione, realizza senza saperlo la condizione perfetta del tralcio della Vite, della mano dell'amore di Dio per le proprie creature.
E tale amore non è per l'emergenza, ma anche per la continuità, finché c'è necessità. É amore soggettivo e strutturale; e la qualità che include, cioè il gratuito allude con certezza al modo di operare dello Spirito nel mondo per costruire il Regno.
É il vedere l'amore negato, umiliate, bestemmiato, che fa pensare alla non esistenza di Dio; ma l'ateismo per amore può essere al tempo stesso ateismo e prova dell'esistenza di Dio, o meglio, prova della necessità di Dio come progetto.    
Io non voglio perdermi nella ricerca delle cause prime: mi do da fare per togliere sofferenza, portare il necessario e la gioia, denunciare l'ipocrisia di quei credenti che si servono della Verità a favore di loro stessi.
Forse, facendo questo, sono un atomo nel disegno dell'Incarnazione dello Spirito...



Sabato 15 Ottobre,2016 Ore: 10:47
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La parola ci interpella

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info