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www.ildialogo.org "La malignità strutturale".,di Mario Mariotti

"La malignità strutturale".

di Mario Mariotti

Quando io mando degli accidenti col compressore al capitalismo, al mercato ed alla competizione, so bene che questa è un'operazione perfettamente inutile: quelli che sono messi male non sono in condizione, o non hanno il tempo, di leggermi; gli altri, sempre che ci siano, forse perché in loro la compassione non ha ancora messo le radici, pensano che io sia esagerato, e che sia una vittima ormai sclerotica dell'indottrinamento del materialismo ateo comunista. Io mi sforzo per far capire al prossimo la malignità strutturale dei tre cancri basterebbero l'adozione della logica, ed il mettersi nei panni del prossimo, e si aprirebbero gli occhi. Una volta che questi ultimi venissero aperti, si capirebbe che noi siamo posti nel Maligno, e allora si cercherebbe la forza per resistere e reagire.
Perché io dico che delinquenza, mafia, corruzione, emarginazione, ingiustizia ed anche terrorismo, sono strutturali al capitalismo, e che finché si lascia la società, la politica, la cultura organizzate secondo lui, finché si lascia mano-libera ai ricchi ed ai potenti, non si supereranno mai i suddetti problemi? Perché il potere del denaro è enorme; riesce a comprare tutto, anche la verità, e ad adattarla ai propri scopi attraverso l'informazione comprata e pilotata; include in sé stesso la capacità di corrompere, e quest'ultima si incrocia con l'egoismo inestinguibile dei ricchi e con la condizione di dipendenza e precarietà dei poveri, di coloro che sono in miseria, che non hanno o hanno perso il lavoro, e sono costretti a dimenticare l'etica per sopravvivere in una società dove ognuno è lupo all'altro. Una società, infatti, che non riesce a garantire il posto di lavoro a tutti, non è nella condizione di esprimere giudizi su quelli che delinquono, se essi io fanno perché mancano del necessario per la loro famiglia e per loro stessi.
Il capitalismo poi, formalizzate come desiderio di ricchezza, ha un enorme potere anche nell'animo dei poveri, per cui essi, alla fine nutrono le radici della struttura maligna. Man mano che essi tribolando si trovano ad essere ceto medio, si dimenticano di essere stati poveri, e si dimenticano di quelli che sono ancora poveri. Sono capitalisti o di fatto o di desiderio, e votano per i ricchi, sperando che da essi vengano dei vantaggi per loro, dimenticando che i ricchi in quanto tali lo sono perché sono specialisti nel prendere, e non nel dare.
Il neoliberismo capitalista predica che bisogna lasciare mano libera a loro, perché la ricchezza da essi prodotta finirà per beneficiare anche i poveri. Abbiamo sotto gli occhi i risultati di questa libertà, con le differenze blasfeme fra i primi e gli ultimi, col terzo mondo sempre più presente anche fra di noi, col ritorno in certe zone del lavoro schiavo; con la povertà, la precarietà, l'emarginazione sempre più diffuse. Il capitalismo poi, che sta alla radice di tutto il negativo, che è la macchina che genera i poveri, che assieme al mercato ed alla competizione sta trasformando il nostro mondo in un'anticamera dell'inferno, dal gran che è abile a nascondere questa verità, sebbene siano migliaia di anni che domina, continua imperterrito a perseguire i propri obiettivi, profitto e potere, con la complicità delle sterminate moltitudini di coloro che lui fotte e che si lasciano fottere da lui.
Anche il terrorismo gli è funzionale: lui, che è la ipostatizzazione dell'ingiustizia, e quindi della prima delle violenze, si serve del terrorismo per deviare l'attenzione dalle proprie colpe e per fare la parte della vittima, del "buono" che è perseguitato dai "cattivi".
Il suo potere ha contaminato anche la religione; è riuscito a comprare anche Dio e i ricchi ed i potenti, re e imperatori, da sempre hanno fatto bere al prossimo la menzogna che Dio è con loro, e che loro sono tali per volontà di Lui. La ricchezza viene considerata una benedizione di Lui per coloro che Lo temono; e la sua condanna da parte del Signore, in quanto omissione di solidarietà e condivisione, viene sistematicamente ignorata, anche da SR. Chiesa, che la rifiuta dai tempi di Costantino.
Eppure, nel Vangelo, il ricco epulone è nella Geenna non perché è cattivo, ma perché è cieco rispetto alla sofferenza del povero Lazzaro; e la sua figura oggi è rappresentata benissimo da noi, che non abbiamo occhi per la sofferenza dei poveri nonostante che essa sia sempre più diffusa, e in condizioni sempre più tragiche.
Ormai noi ci siamo assuefatti allo scandalo delle differenze blasfeme fra lo stipendio del manager e quello dell'operaio; fra le pensioni d'oro e le minime; fra le fortune spropositate di pochi soggetti (pare che il malloppo di una sessantina di superricchi equivalga al reddito di una metà della popolazione del Pianeta) e la realtà della morte di migliaia di piccini ogni giorno per mancanza dì uno spicciolo. Mammona sta vincendo dal tempo dei Faraoni; e Nostro Signore, il cui progetto è il "Beati i poveri per scelta" da incarnare qui sulla terra, è stato rispedito nell'alto dei cieli a preparare il posto per i ricchi pentiti, salvati dalla Sua misericordia.
La malignità del capitalismo è strutturale, e anche se nel soggettivo ci sono dei ricchi che sono onesti e delle brave persone, con più sono tali, cioè ricchi, e più sono vittime dell'idolo che hanno accumulato; e mentre pensano di servirsene, di fatto sono loro stessi a servirlo. Esso ripete la logica presente nella natura, nel creato; la vita è lotta per la vita e chi più ha, è nelle condizioni di avere sempre di più; e chi ha poco, finisce con l'avere sempre di meno. Forse anche per questo noi, trovando fisiologica la violenza della natura, troviamo fisiologico anche il fatto che i ricchi diventino sempre più ricchi, e i poveri sempre più impoveriti, non vedendo in questo una violenza che andrebbe contrastata attraverso la giustizia, la fraternità, la condivisione.
In questo momento storico in cui le differenze blasfeme esistenti fra gli uomini gridano vendetta agli occhi di Dio, per non correre il rischio che la gente cominci ad aprire gli occhi, il capitalismo, l'oligarchia dei ricchi e dei potenti, ci sta spingendo a regredire fino al livello delle guerre di religione e dello scontro di civiltà.
Praticata la violenza (guerre di aggressione all'Afganistan ed al l'Iraq con l'ISIS come sottoprodotto), la violenza di reazione viene qualificata "terrorismo"; il terrorismo, non essendoci più i comunisti, è diventato islamico; il nuovo nemico è fra di noi; noi bombardiamo per distruggere la sua casa. Bravi! Così avremo il terrorismo perpetuo, l'ingiustizia perpetua, i profitti dell'industria degli armamenti e di quella della paura giganteschi, e a pagare saranno sempre. gli stessi, cioè i poveri. Ma chi ascolterà queste parole?



Sabato 08 Ottobre,2016 Ore: 17:08
 
 
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