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www.ildialogo.org Tempio o banca?,di Mario Mariotti

Tempio o banca?

di Mario Mariotti

Mettiamo che io sia un sacerdote del Tempio di Gerusalemme al tempo del Signore. Il Tempio è dedicato a Yavè il Giusto, Colui che ha liberato il popolo di Israele dalla schiavitù sofferta in Egitto. Fra i Comandamenti di Yavè c'è sicuramente anche quello di aiutare il povero, anche se non
in forma esplicita sulle Tavole della Legge. "Non voglio sacrifici, ma giustizia" verso l'orfano, la vedova e lo straniero, i non garantiti di quella società; questo é quanto dice Yavè ed è scritto nell'Antico testamento. Arrivano i credenti, e mi portano delle offerte per i poveri. Se io sacerdote seguo le indicazioni degli offerenti, quello che mi viene dato viene destinato subito alla vedova, che sta vivendo in estrema difficoltà. Se io però lo trattengo, e lo metto da parte in attesa di soccorrere la vedova futura, ecco che il Tempio vede formarsi dentro di sé un tesero, il cosiddetto tesero del Tempio. Questo tesoro diventa sempre più consistente, e non vive nessun problema anche nel ricevere l'obolo della vedova che vive in estrema difficoltà. Quali gli effetti di questa sequenza?
Il tesero che si è formato ha trasformato il Tempio da casa do Yavè a casa di mammona. La casa di Dio si é trasformata in una banca e il tesoro è diventato il vero dio di quei sacerdoti. Il Vangelo ha fatto pronunciare al Signore l'elogio della vedova, che si toglie il necessario per darlo al tesoro, cioè a chi ha tutto e avrebbe il compito non di prendere, ma di dare, di aiutare proprio lei stessa; ma sicuramente questo non poteva essere il pensiero di Gesù. Lui, adiratissimo, non potendo bestemmiare perché non aveva chi bestemmiare, alla vista di quello spettacolo ha definito il Tempio una spelonca di ladri, ha preso quello che aveva in mano per frustare i cambiavalute, ha rovesciato i loro banchi, li ha cacciati perché avevano impestato la casa di suo Padre, ed avevano sostituito Yavè il Giusto con mammona.
A questo punto una semplice domanda: non c'é forse analogia fra quella situazione e quella di S.R.Chiesa, col suo enorme patrimonio immobiliare, le entrate dell'8x1000, quelle relative all'esercizio dei sacramenti, al malloppo dello IOR, la banca vaticana, oltre ai tesori dei santuari e via di seguito? Papa Francesco ha visto giusto quando ha detto che il primo territorio di missione è la Chiesa; che lui vuole dei sacerdoti inquieti e non serafici ed alienati; che il proclamare beati i poveri essendo ricchi li colloca nella grande famiglia dei sepolcri imbiancati e delle vipere incrociate col serpente corallo, il più maligno fra loro.
Ma il vertice della casta sacerdotale gli darà retta? Inattesa di arrivare ad estinguere il peccato storico dello Stato pontificio, vera bestemmia di un Dio che si è manifestato come Colui che è venuto non per essere servito ma per servire, si potrebbe cominciare col pagare l'IMU per il proprio patrimonio immobiliare? É vero che l'essere ricca non è l'unico peccato storico di S.R.Chiesa
Il travisamento della Parola di Dio) che ha avuto ed ha come effetto la formazione di un popolo di credenti culturalmente conservatore e politicamente di Destra, ha avuto ed ha delle conseguenze micidiali!
Ieri i Concordati col fascismo e con il nazismo, oggi il soprassedere al dare il nome ai tre cancri del capitalismo, del mercato e della competizione, collocano la Chiesa fra coloro che rallentano, o bloccano, l'incarnazione dello Spirito nella storia umana. Inoltre, il popolo dei battezzati nell'italica contrada si trova al 61° posto nella classifica mondiale dei Paesi meno corrotti, e se venisse fatta una graduatoria sul rispetto del comandamento etico del pagare le tasse secondo le proprie condizioni economiche, noi saremmo ancora più in basso.
La ricchezza, però, è il peccato più micidiale di tutti gli altri, perché lei Chiesa si autoqualifica di essere a servizio di Dio-Condivisione, di annunciare un Dio che è Amore, e quest'Ultimo, l'Amore, include strutturalmente il dare, la condivisione, mentre la ricchezza è prendere, è accumulo, è Condivisione omessa e bestemmiata, e quindi una Chiesa ricca è inevitabilmente la controtestimonianza di quel Dio che lei dice di stare annunciando. Questa controtestimonianza è dimostrata anche dal considerare normale e fisiologica la presenza dei ricchi, e dei poveri alla stessa mensa eucaristica: se la condivisione, venisse incarnata, sparirebbe la divisione fra chi ha e chi non ha, e verrebbe cancellata la bestemmia che faceva risalire l'esistenza e la presenza dei poveri alla volontà di Dio, e non all'omissione di solidarietà da parte dei ricchi.
Diventa la storia di coloro che, da ricchi, si proclamano difensori della vita, della famiglia e, un tempo, anche della patria. La loro condizione di ricchi è il risultato di quella omissione di solidarietà che ha lasciato morire tutti coloro che lei avrebbe potuto soccorrere, ma che non ha soccorso.
Il rifiuto della ricchezza, poi, potrebbe portare a quella cultura del necessario che libererebbe risorse per creare posti di lavoro; e questi ultimi sarebbero fondamentali in rapporto alla formazione ed alla difesa della famiglia; la quale ha come precondizione, la possibilità di fruire del diritto umano fondamentale al posto di lavoro.
Ne ho dette abbastanza! Sono passati due millenni dal Tempio di Gerusalemme contaminato dal tesoro in esso contenuto, e quel virus si è collocato ed è diventato endemico nella nostra S.R.Chiesa, che non ha la forza di liberarsi da lui.
La cura sarebbe semplicissima: piantarla di tradurre il Vangelo in religione, cioè l'uomo a servizio di Dio, e mettersi ad ascoltare il Signore che colloca Dio a servizio dell'uomo, e che ha bisogno di lui, dell'uomo stesso, per far arrivare a lui il Suo amore per lui.
Questo meccanismo si chiama Incarnazione; il Signore ne è il Paradigma; il Modello; spetta a noi farlo nostro; sole noi possiamo farlo, seguendo il Signore-Paradigma.      



Venerdì 15 Luglio,2016 Ore: 17:51
 
 
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