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www.ildialogo.org "Il Figlio degli uomini",di Mario Mariotti

"Il Figlio degli uomini"

di Mario Mariotti

Se una cosa giusta viene detta da uno sconosciuto, da una persona qualsiasi, da un anonimo cittadino, nessuno si prende la briga di ascoltarla e di rifletterci sopra, in modo da modificare le proprie sicurezze. Se la stessa cosa viene detta da qualcuno cui viene riconosciuta autorità, autorità anche solo costruita e non oggettivamente meritata, costui trova ascolto, e, se la cosa non destabilizza troppo, l'ascoltatore può anche arrivare a modificare il proprio modo di pensare e di agire. Io penso che probabilmente ci sia un meccanismo di questo tipo alla base dei miracoli raccontati nei Vangeli.
Se l'Evangelista avesse riportato i messaggi giusti del Signore senza aggiungere altro, perché giusti in sé stessi in quanto inclusi nella Verità, il Signore, perfetto sconosciuto, avrebbe prodotto solo dei segnali acustici senza conseguenza alcuna. Accompagnati dai miracoli, essi facevano acquisire a Colui che li operava, quella autorevolezza che era necessaria per essere ascoltato. Esempio: la condivisione anche del poco, se operata da molti, porta tutti ad avere il necessario. Quest'o enunciato, vero in sé stesso, accompagnato dal miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, che riesce a sfamare una folla, fa tutto un'altro effetto, e la gente apre i fanali ed ascolta.
Altro esempio: l'amore dà la vita, la protegge, la arricchisce, la conserva e la sostiene. Questo enunciato, vero in sé stesso, accompagnato dal miracolo della resurrezione di Lazzaro, evento più che straordinario, spinge chi se lo sente raccontare, non solo a credere, ma a sperare che il Signore riservi anche a lui il trattamento di Lazzaro quando morire, toccherà a lui stesso. Perché questa riflessione? Perché, per il sottoscritto la Verità ha la forza di sostenersi in sé stessa; ed io non credo nel miracolo perché penso che esso non esista, anzi, che indebolisca 1a Verità, perché sotteso a lui c'è la logica di un Dio che fa delle differenze di trattamento fra le sue creature, è alleato con qualcuno e indifferente con qualcun'altro, concede i suoi favori al suo cocco e lascia gli altri alla guazza del suo silenzio; è quindi un Dio ingiusto.
Oltre al miracolo, io poi sono arrivato a capire che anche la preghiera è assurda, perché Dio ci è padre, e il padre quello che può fare lo fa senza bisogno di essere pregato; perché Dio non può ambiare idea e atteggiamento a seguito della preghiera di qualcuno che è più buono e sensibile di Lui poi perché non può privilegiare ed intervenire con qualcuno e non rispondere alle invocazioni di altri che hanno le stesse necessità di colui che viene esaudito. Preghiera e miracolo sono le porte d'ingresso della concezione religiosa di Dio, ma Gesù ci ha detto che il Padre non è così.
L'alienazione religiosa li prende come fondamento, e mentre uno prega ed aspetta il miracolo, si deresponsabilizza dal proprio impegno per rispondere alla preghiera e per costruire il miracolo, che avverrà solo se uno incarnerà la volontà di Dio e quindi amerà, studierà per trovare gli strumenti che rendano efficace l'amore, e li condividerà coi fratelli.
E qui passo al secondo momento della riflessione. Quando, prima di capire, vedevo che nel Vangelo Gesù definiva sé stesso come figlio dell'uomo, io pensavo che il Signore desse questa definizione di sé stesso perché figlio di Maria e di Giuseppe, e quindi figlio dell'uomo. Adesso che ho interiorizzato la logica dell'Incarnazione, capisco finalmente il significato del messaggio che Lui ci voleva mandare definendosi in quel modo: Lui stesso è figlio dell'uomo, di ogni uomo, nel momento in cui esso ama e condivide e quindi si fa corpo e mani del Signore, che lavora nel cantiere del mondo, per completarlo nel Regno, attraverso di noi. Questo messaggio Gesù lo formalizza anche in modo esplicito quando, da qualche parte del Vangelo, dice che chi fa la volontà del Padre, e quindi ama e condivide, è padre, madre, fratello e sorella di Lui stesso.
Anche di questa Parola io un tempo non capivo il senso, e mi chiedevo come facesse l'uomo ad essere padre di Gesù, e quindi anche di Dio. Avevo una concezione del Signore ancora religiosa, magica, nella dimensione del "sacro"; e mi sfuggiva sia la dimensione laica di Gesù, e sia il meccanismo per cui noi siamo la potenziale interconnessione fra Dio-Spirito, o in termini laici fra i Valori, e la concretezza materiale-Storica di questo nostro mondo. Quando noi amiamo e condividiamo siamo Lui (o Loro) che vive in noi ed opera attraverso di noi.
E qui passo al terzo momento della riflessione. Siccome io non vedo solo gli aspetti belli e positivi del creato, quelli che originano la serenità dei preti su su fino al Papa, ma anche i suoi aspetti negativi, tragici, nazisti, perché noi per vivere dobbiamo recare dolore, perché in natura il più forte soffoca il più debole, perché lo scarto viene lasciato morire, perché a chi ha viene dato di più) e a chi non ha viene tolto anche quel poco che ha, ecco che io, nel creato, vedo un casino tale, che non me la sento di imputare a Dio la colpa della creazione. Chi ospita nel proprio spirito la Compassione, ha gli occhi per vedere la sterminata sofferenza e violenza incluse in quel creato che invece offre ai credenti i segnali di un disegno intelligente. Dio avrebbe creato l'uomo, ed insieme a lui il bacillo di Hansen che lo divora e fa del malato un morto vivente? Dio avrebbe creato sia l'uomo che il cancro che lo soffoca, o le malattie genetiche e quelle mentali, per cui chi ne è colpito sperimenta l'inferno già nell'al di qua?
No, non può essere così. Ecco quindi la mia ipotesi finale: voglio sollevare Dio dalla colpa della creazione; non so da dove venga la creazione, non posso e non voglio vedere, un Dio sotteso ad essa, perché il Dio religioso, Colui la cui volontà avrebbe prodotto o permesso tutto il negativo descritto più sopra, per me non sarebbe un Dio, ma una specie di mostro dalla crudeltà ed insensibilità estreme. Voglio lavorare per fare una creazione secondo Dio; voglio far esistere Dio nel creato attraverso i giudizi, le scelte, i comportamenti ispirati all'amore ed alla condivisione, un Dio laico, che posso chiamare anche Giustizia, Egualitarismo, Fraternità, Solidarietà, tutti Valori che, per esistere, hanno bisogno degli uomini che li facciano esistere.
C'è poi anche un laico autorevole, di nome Gesù, che ci ha rimesso la vita per cercare di liberarci dalla religione, che ci ha insegnato come dobbiamo fare: studiare e lavorare per toglier sofferenza e portare il necessario e la gioia. Ecco allora, alla fine, il Regno, il mondo secondo Dio costruito da noi, fatto esistere da noi. A Dio, se c'è, buono ma non onnipotente, questa ipotesi non dovrebbe dispiacere. . .



Venerdì 10 Giugno,2016 Ore: 19:24
 
 
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