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www.ildialogo.org Ringraziamento e preghiera: perché?,di Mario Mariotti

Ringraziamento e preghiera: perché?

di Mario Mariotti

L'invito continuo che S.R.Chiesa rivolge ai suoi discepoli, al popolo dei credenti, è quello di ringraziare Dio e di pregarlo incessantemente. Questo, per me, dimostra la di lei incoercibile e recidiva alienazione, e se anche a qualcuno quello che scriverà qui di seguito può sembrare una bestemmia, lo invito a proseguire la lettura fino in fondo: forse si accorgerà che non è così. partiamo dall'invito a ringraziare.
Perché noi, poveri bipedi umani, dovremmo ringraziare Dio, e in particolare Dio onnipotente e buono, dal quale dipende tutto ciò che accade nella terra dei viventi? Dovremmo ringraziarlo perché, oltre ad aver creato noi stessi, ha creato anche il bacillo della lebbra, quello della meningite, quello del tetano, e gli altri che, da millenni, da quando siamo sulla faccia della terra, allietano le nostre a volte lunghe, e a volte brevi agonie? Dovremmo ringraziarlo per la compresenza dei virus, del cancro, dell'infarto, delle malattie genetiche, che condannano chi ne é colpito ad una vita faticosa, piena di sofferenza, di umiliazione, di dolore straziante? E come dimenticare il dolore innocente, i piccini ospiti nei reparti di oncologia pediatrica dei nostri ospedali? E come non riconoscere il disegno intelligente del Creatore in quel tipo di patologie, vedi silicosi o tumore ai polmoni, che prevedono una interminabile e terribile agonia? E che dire delle malattie mentali, che trasformano la vita in un inferno per i malati e per chi li accudisce? E chi avrà mai messo a punto l'Alzaimer, che lascia intatto l'involucro della persona, mentre dematerializza la persona stessa, per cui noi continuiamo a vedere chi non c'é più? L'elenco potrebbe continuare, ma io ora passo al perché noi dovremmo incessantemente pregare.
Prima cosa da dire è quella che tale invito da parte dalla Chiesa rivela che lei per prima non crede a quello che il Signore le ha annunciato, e che lei dovrebbe annunciare agli altri. La rivelazione che Dio ci è Padre, infatti, mette la preghiera fuori circuito; e mette anche l'onnipotenza di Dio fuori circuito. Intanto tutto quello che il Padre, come ogni padre, può fare per i propri figli, per
le proprie creature, lo fa gratuitamente, senza bisogno di essere pregato, perché è ostaggio del proprio amore per loro; e poi, se Lui fosse onnipotente, essendo al tempo stesso Amore, non riuscirebbe a resistere davanti a tutte quelle realtà tremende delle quali io ho fatto l'elenco prima, e interverrebbe con la propria onnipotenza a togliere la sofferenza e a portare il necessario e la gioia.
Se, in me, il vedere anche solo la sofferenza di una bestiolina ferita o malata, e il non riuscire a fare qualcosa per alleviarne il dolore, mi si presentano quasi insopportabili e mi guatano la vita, come farebbe Dio-Amore, il Padre buono, se fosse onnipotente, davanti al piccino di oncologia pediatrica, o a quello distrofico, o a quello cerebroleso, a resistere, a soffocare il proprio amore per loro e a non usare la propria onnipotenza per guarirli, per far tornare il sorriso sulle loro labbra? E a tutti coloro che danno retta ai preti e pregano incessantemente, io vorrei porre questa domanda: non ci avete mai pensato a quanta sofferenza inducete in Dio, nel Signore, in sua Madre, accreditandoli della loro possibilità di intervenire attraverso il miracolo, quando pensate a tutte le precedenti situazioni allucinanti e vi rendete conto che esse sperimentano il silenzio di Dio?
E ci avete mai pensato a quale Dio uscirebbe dal vostro modo di concepirLo, se lo pensate onnipotente e vedete che a qualcuno concede il miracolo e a tutti gli altri il proprio rifiuto ad intervenire? Se penso alla situazione di Maria, perseguitata dai miliardi di preghiere dei rosari, sollecitata a fare quello che non può fare, cioè il miracolo, o a fare la mediatrice dell'intervento di Dio, che non arriva perché non può arrivare, la vedo proprio grigia per lei, che ama come il Figlio le creature di Lui e vede Lui e sé stessa impotenti davanti allo sterminato dolore del mondo.
E come si può fare a pregare e a ringraziare per un creato che, anche senza prendere in considerazione tutta la sofferenza che è provocata dalla alienazione e dalla cattiveria degli uomini, è strutturato tutto secondo la competizione, la lotta per la sopravvivenza, il prevalere dei più forti sui più deboli, la vita degli uni fondata sulla morte degli altri? Come fa, Dio, a non soffrire quando vede un carnivoro sbranare un erbivoro, e a non impazzire quando vede l'oligarchia dei ricchi soffocare la vita dei piccini della grande favela del Sud? Evidentemente in questa lettura della realtà che fa appello al ringraziamento ed alla preghiera c'è qualcosa che non va. Se qualcuno che è accreditato a fare questo, cioè S.R.Chiesa, si prendesse il disturbo di andare a leggere il Vangelo, e non travisasse il Signore trasformandolo in un Supermann che può fare tutto ma non lo fa, allora si accorgerebbe che quello che noi sappiamo di Dio ce lo dice Gesù; che il Padre non è onnipotente come Lui perché essi sono una cosa sola; che noi, quando amiamo e condividiamo siamo le Loro mani; che la vera preghiera è fare la volontà di Dio, cioè amare e condividere; che noi siamo la risposta di Lui a ciò che Gli chiediamo; che quando noi amiamo e condividiamo siamo corpus Domini, siamo Lui col nostro corpo che costruisce il Regno, portando il necessario e la gioia ad ogni vivente. Gesù dice che chi ama gli è padre, madre, fratello e sorella; Gesù accanto al Padre mette l'aggettivo nostro, che significa Padre di Lui e di noi, per cui noi siamo Suoi figli come il Signore.
Gesù dice che quando facciamo di noi stessi strumento di amore, abbiamo il potere di fare miracoli più grandi dei Suoi. E se noi avessimo una lettura laica della realtà come ci viene proposta dal laico Gesù, ci accorgeremmo di quanto è vero l'ultimo enunciato. Quando mettiamo la ragione, l'intelligenza, la ricerca, la scienza, a servizio dell'amore, a cercare gli strumenti che lo rendono possibile ed efficace, i risultati sono miracolosi!
Gesù ha tirato fuori dal sepolcro Lazzaro, e qualcuno, come il sottoscritto, può mettere in dubbio il miracolo, perché esso, secondo me, non è fondamentale ed indebolisce la Verità , spingendoci nell’alienazione della preghiera per il miracolo. Nessuno, però, può mettere in dubbio a quanti Lazzari ha salvato la vita la scoperta della penicillina; quella dei vaccini contro la poliomielite, il tetano e via di seguito; quante vite vengono salvate dalle conquiste della scienza medica, della chirurgia, dell'elettronica ed informatica messe a servizio della Vita. Questi sono tutti, come ha detto Lui, miracoli più grandi dei Suoi, quando mettiamo l'intelligenza a servizio dell'Amore.
Provo a concludere con questa sintesi di natura pedagogica, che ci dice che per educare bisogna sapere dove si è, e dove si vuole andare.
Il dove si è, è la religione, il sacro, il ringraziamento, la preghiera; il dove dobbiamo andare, il Progetto di Dio per noi, è l'Incarnazione, è la responsabilizzazione dell'uomo ad incarnare giustizia, solidarietà, amore e condivisione nella propria esperienza esistenziale; è impegno laico a costruire quel Regno che passa per le nostre mani.
Mario Mariotti



Sabato 12 Marzo,2016 Ore: 23:31
 
 
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