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www.ildialogo.org “Giubileo: alienazione o nuovo inizio?”,di Mario Mariotti

“Giubileo: alienazione o nuovo inizio?”

di Mario Mariotti

Il Giubileo, in termini evangelici, dovrebbe semplicemente non sussistere invocare la misericordia di Dio e il suo perdono, che si otterrebbero miracolosamente passando sotto la Porta Santa, per uscirne puliti e giustificati, non ha senso. Gesù ci ha detto che il Padre ci ama di un amore incondizionato, e quindi Lui è per sua natura misericordioso; il perdono non lo dobbiamo chiedere a Lui, che è intangibile, ma al nostro prossimo, per le carognate che abbiamo fatto ai suoi danni.
Per quanto riguarda poi il cancellare le pene del Purgatorio, si può andare tranquilli: quel sito è stato inventato dalla casta sacerdotale, per alleggerire il prossimo dei suoi sesterzi e per non mandare direttamente in Paradiso i ricchi ed i potenti, date le loro porcate, pardon, i loro peccati di rapina
di violenza e di omissione. Il luogo virtuale ha permesso alla casta di arricchire in modo non virtuale! In questa occasione, però, non voglio parlare di quando S.R. Chiesa era un collettore fognario che raccoglieva lo sterco del demonio, cioè il denaro delle pecore pellegrine, al fine di
alleggerirle e accumulare il prodotto azotato, con la promessa di redistribuirlo a favore della vedova del Tempio.
Se mi imbarco su questa strada, immagino la incavolatura “celeste” del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, e li vedo aggiungere il compressore al motore che pompa il metano nei bruciatori della Geenna, e dare in appalto i lavori per l'ampliamento del sito, data la folla di chierici che vi è destinata!
Dato però che la maturità spirituale della gente è ancora a livello del Giuba, e il Papa stesso si è imbarcato in questa avventura contraddicendo in questa occasione la sua linea profetica di rinnovamento della Chiesa, dato che lui ha cominciato a capire che il primo luogo di missione per la chiesa è lei stessa, che si dovrà purificare anche del Giubileo, e chiedere perdono per quell'impuffata plurisecolare, io provo, dato questo punto di partenza, a dare il mio contributo in vista di quella purificazione e ripartenza che, potrà avvenire solamente se passerà per i microprocessori di coloro che oggi si ingollano il Giubileo.
Dio e buono e misericordioso, il peccatore si pente, qui chiede perdono, alleggerisce la propria coscienza, vede, allontanarsi il castigo che si meriterebbe per i peccati commessi, spera di evitare l'anticamera del Paradiso, cioè il purgatorio, dato che li le condizioni ambientali raccontano: che abbiano affinità (vedi, Dante, il sommo poeta) con quelle dell'inferno.
L'enunciato "Dio é buono e misericordioso" però non è completo, anzi è appena abbozzato. Lui è buono e misericordioso mentre ogni giorno migliaia di piccini muoiono per mancanza di uno spicciolo, centinaia di milioni di Suoi figli soffrono di fame endemica, altre migliaia muoiono schiacciati sotto i bombardamenti, altre migliaia annegate nei viaggi della speranza, bambini inclusi, e il tutto coronato dal dolore innocente nei reparti di oncologia pediatrica degli ospedali.
Tutto questo è una strana bontà, ed una altrettanto strana misericordia. E perché tutto questo? Il tutto dipende dal fatto che noi, che siamo le mani del Suo amore per noi, abbiamo le mani occupate nell'accumulare e ci rifiutiamo di condividere amore; e chi ci dovrebbe rammentare che siamo noi il “corpus Domini” le mani dell'amore di Dio per noi, o si dimentica di farlo o non lo ha ancora capito lui stesso, anzi lei stessa, S.R. Chiesa.
Il peccatore, poi, non deve chiedere perdono a Dio, ma ai suoi fratelli ed alle altre creature, per averli ingannati, usati, rapinati, corrotti, contaminati e rottamati quando non gli servivano più. Il chiedere perdono a Dio e non ai fratelli fa ancora parte dello specifico dell'uomo vecchio, di colui che mette sé stesso al primo posto, e pensa a sé stesso, e agisce per timore di Dio preoccupato per le sorti dell'animaccia propria.
Dio poi, a sua volta, non è che una volta perdoni e una no: è il peccatore, colui che non ama e non condivide, che si autoesclude dalla vita dello Spirito-Amore, che va scelto e non rifiutato da noi. Chi ama e condivide è tralcio della Vite, e fa già parte dell'eternità della Vita. Chi pensa a sé stesso, a salvare sé stesso, e non a togliere sofferenza e a condividere il necessario e la gioia con le altre creature, può passare sotto tutte le Porte sante del Pianeta, ma e già un tralcio secco, che si disperderà come il fumo della Geenna.
La prima Porta Santa aperta a Bangui, nel Paese più povero del mondo? Questo sarebbe il messaggio più prezioso, di questo Giubileo, purché non venisse vissuto nello spirito dell’uomo vecchio i che si accosta alla Verità non per servirla, ma per servirsene a vantaggio del proprio io. La salvezza, infatti, non viene dal cielo, dato che Dio è nel profondo del nostro spirito, ma va costruita da noi che siamo le mani di Lui, e questa salvezza deve avere come riferimento, deve partire proprio dagli ultimi, dai minimi, dagli scarti.
Il Progetto-Manifesto e il "Beati i poveri per scelta", la prima a dover passare sotto la Porta Santa e la Chiesa stessa, per non aver per secoli preso le distanze dalla ricchezza e dal potere. Oltrepassata la Porta, senza il "nuovo inizio", se essa continuerà a rifiutare il "Beati i poveri per scelta", continuerà ad autoescludersi dall’amore di Dio, e il Giubileo non sarà occasione di conversione, ma una bella favola che continuerà a rincoglionire il prossimo, e a far indignare il Dio buono e misericordioso, perché non abbiamo ancora capito che la ricchezza bestemmia la Condivisione, e che la Sua bontà e misericordia passano per le nostre mani.
Mario Mariotti



Sabato 02 Gennaio,2016 Ore: 21:48
 
 
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