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www.ildialogo.org “Il peccato originale dalla creatura al Creatore”.,di Mario Mariotti

“Il peccato originale dalla creatura al Creatore”.

di Mario Mariotti

Come tutti sanno benissimo, e quasi tutti digeriscono altrettanto bene, tutto il negativo che c'è sarebbe colpa del peccato originale posto in essere dai nostri progenitori, che non sarebbero quegli ominidi che evolvono nell’“homo sapiens", ma i lucidissimi Adamo ed Eva, che vivevano nel paradiso terrestre e tentavano nuove esperienze. Questa musica la canta la Bibbia nella Genesi, e la stragrande maggioranza della gente la beve come Parola di Dio; e non si pone né il problema della sua veridicità, né quello del perché Dio abbia l'abitudine di parlare con qualcuno e di stare sempre zitto con qualcun'altro. Se questa ipotesi del peccato originale fosse vera, se Dio fosse come viene descritto nella Genesi, Padre onnipotente, buono e misericordioso, che ha creato tutto in sei giorni e si é riposato il settimo, essendo soddisfatto della propria opera, che poi viene guastata e contaminata dalla disubbidienza dei nostri progenitori, a me si presenterebbero molti problemi, e, per come vedo io le cose, il peccato originale dovrebbe essere trasferito dalla creatura al Creatore, e sicuramente esso peccato non si troverebbe solo.
Se tutto il creato è opera di Dio, Lui si ritrova ad essere causa anche delle tragiche realtà che sono strutturali al creato stesso: la vecchiaia, la malattia, la morte fanno parte della vita; e ogni vivente, per esistere e sussistere, ha bisogno di portare dolore e distruggere la vita di altri viventi.
Ecco due peccati originali ascrivibili a Dio, all'opera del Creatore; e poi le cose non finiscono qui. Le creature, opera del Creatore, a loro volta vivono i due peccati originali dell'idolatria della ricchezza e della concezione alienata e deresponsabilizzante del Dio religioso loro creatore.
É vero che questi due secondi peccati originali non sono ascrivibili a Dio, ma alla creatura, che, avendo in parte la libertà di scegliere, esercita tale libertà in termini negativi; ma é anche vero che può essere imputata allo stesso Creatore quella estrema fragilità ed irrazionalità della propria creatura che a praticare il bene fa un'enorme fatica, e a praticare il male si trova perfettamente a suo agio. Va a finire, secondo questa logica, che è poi quella religiosa che mette Dio come responsabile di tutto, che il Creatore si ritrova colpevole di due peccati originali premeditati e del terzo, che è di natura colposa: Lui sperava che la propria creatura esercitasse la libertà in senso positivo, e invece non è andata così. Io penso che la realtà non sia proprio questa, anche se la tesi che tutto è vo1ontà o avviene col permesso di Dio è quella che è vincente da millenni. Se noi, invece ci mettessimo ad esplorare le vie tracciate dal Signore, che è laico come ognuno di noi, ci accorgeremmo che tutta la precedente visione non si sostiene.
Dio ci è padre, come ogni padre ama le proprie creature sempre e comunque; non è affatto onnipotente, ha messo in cassa-integrazione la domenica, continua a lavorare passando per la nostra sensibilità, ricettività allo Spirito e per le nostre mani; il creato è ancora un enorme cantiere; il male strutturale alla materia, e quello provocato dalla cattiveria e dall'alienazione delle libere creature, non vanno considerati come irreversibili; Lui attraverso di noi e noi attraverso di Lui vissuto come Progetto, dobbiamo trasformare la realtà esistente nella direzione del Regno; il dolore, quello innocente e quello provocato dalle creature, devono servire a costruire un mondo senza dolore, dove tutti i viventi possano attingere al necessario ed alla gioia.
Nella mia ricerca del senso della vita si va precisando questo tipo di visione. Siccome vedo che la natura è nazista, perché il più forte schiaccia e fa morire il più debole, perché il piccino difettoso viene buttato fuori dal nido, perché chi più ha, ha anche gli strumenti per avere sempre di più ai danni di chi ha sempre meno, per me Dio non può avere creato, e quindi essere responsabile, di questo. Veronesi dice di non credere in Dio a causa dell'esistenza del cancro. Io la penso come lui,e aggiungo l'elenco di tutto quello che terribile e straziante, malattie genetiche, malattie mentali, dissoluzione della persona nelle nebbie dell'Alzaimer, e che mi rende inconcepibile il credere che alla radice di tutto questo negativo ci sia Dio, ci sia un Creatore che abbia creato sia la creatura che il virus del cancro, o dell'Ebola, o il bacillo di Hansen, che la tortura e trasforma la sua vita in una morte lenta e straziante.
E poi, se Dio esistesse e tutto fosse Sua volontà, come avrebbe fatto a rimanere in silenzio ad Auschwitz, davanti allo sterminato dolore di milioni di viventi massacrati perché un popolo si era affidato ad un pazzo che pontificava sulla superiorità della razza ariana, sulla necessità dello sterminio degli Ebrei, sul dovere dei più forti di dominare e dei più deboli di soccombere?
E come farebbe un Dio a placarsi prima col sangue degli agnellini sgozzati, e poi coi sangue del suo stesso Figlio (cosa assurda ed allucinante), se la nostra sensibilità ci fa apparire già crudelissimo anche solo lo spettacolo del carnivoro che sbrana l'erbivoro, per non parlare poi delle vittime delle guerre e delle migliaia di piccini che ogni giorno noi lasciamo morire perché un ristretto numero di super-ricchi , veri cancri speculatori che succhiano il sangue di moltitudini di loro concittadini, possa continuare ad accumulare, a speculare, a giocare con la vita di coloro che quell'arcicancro della competizione mette fuori mercato?
Per me questo Dio non può esistere, e ritengo estremamente negativo il credere in Lui, dato che Lui convive ed accompagna tutta la storia umana, ed all'interno di essa tutti gli Auschwitz che l'hanno insanguinata e che la stanno insanguinando anche oggi, in tempo reale.
Siccome mi sono accorto, partendo da me stesso, che sia il bene che il male partono da noi stessi, dal grado della nostra sensibilità, razionalità, coerenza, lucidità e volontà; siccome Dio, o la Giustizia, o la Solidarietà, se le lasciamo nell'alto dei cieli o nei microprocessori del nostro cervello, e non passiamo dal credere al compiere azioni giuste e solidali, restano nella categoria del non-esistere, e lasciano sussistere e prosperare il casino, il negativo, faccio l'ennesimo appello perché noi ci convertiamo dal credere o non credere al fare, all’impegnarci per
togliere sofferenza, al non considerare mai il male come fisiologico ed irreversibile, all'aprirci alla compassione e al fare agli altri ciò che noi vorremmo ricevere da loro.
Se Dio c'è, è contento di noi, Sue mani come Suo Figlio quando amiamo e condividiamo; e se non c'é, Lo stiamo génerando noi, introducendo nella concretezza storica, finalmente, il necessario e la gioia per tutte le creature, frutto del nostro amare e condividere.
Mario Mariotti



Sabato 19 Dicembre,2015 Ore: 17:26
 
 
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