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www.ildialogo.org Il miracolo dalle nostre mani,di Mario Mariotti

Il miracolo dalle nostre mani

di Mario Mariotti

Per S.R.Chiesa la passione, morte e resurrezione del Signore sono un mistero, e sono un mistero di salvezza che riguarda l'umanità intera. In questo tempo viene anche esposta la Sindone, testimonianza concreta del mistero, e fra poco ci sarà l'Anno santo della misericordia, che ridurrà i tempi del nostro soggiorno in Purgatorio, dato che tutti quanti, essendo peccatori, chi più chi meno, dovremo sostare in quel sito prima di salire in Paradiso a contemplare il volto dell'Altissimo.
Questa la lettura religiosa dell'evento-Gesù, e la fenomenologia liturgico-sacramentale-ideologica che1a Chiesa ha costruito intorno ad esso. Ecco, invece, la lettura laica, non religiosa, dell'evento da parte di quel materialista ateo comunista, occhio vigile dell'internazionalismo proletario, del sottoscritto, che si sforza di seguire meglio, che può la santità laica del Buon Samaritano, personaggio indicato come, modello proprio dal Signore!
Intanto, per prima cosa, la passione e la morte dì Gesù non sono affatto un mistero, ma hanno due nomi precisi, che sono tortura ed assassinio. Gesù viene torturato ed assassinato perché con quello che dice e quello che fa, demolisce il modo religioso di concepire Dio ed il rapporto religioso uomo-Dio mediato dalla casta sacerdotale. Il fatto che, quando noi amiamo e condividiamo, siamo figli di Dio come Gesù, e il fatto che, sempre quando amiamo e condividiamo, siamo genitori di Gesù stesso, questo messaggio demolisce dalle fondamenta la distinzione sacro-profano e sacralizza non il sacro, ma la laicità, che è l'unica dimensione nella quale si esprime il progetto dell'incarnazione di Dio in vista della costruzione del Regno. La casta sacerdotale, che si nutre e prospera sulla mediazione religiosa creatura-Creatore, capisce che il Signore vuole liberare l'umanità dalla concezione religiosa di Lui, e quindi dall'esistenza di lei stessa; capisce che Gesù si è incarnato per liberarci dalla religione in subordine dalla ricchezza, e quindi dice che Lui sta bestemmiando, lo condanna a morte, lo consegna agli esecutori della tortura e della crocifissione.
Se la Sindone non venisse presentata e recepita nella dimensione sacrale che la casta sacerdotale le attribuisce, i devoti la pianterebbero di fare i devoti, si aprirebbero alla compassione davanti all'impronta di un uomo torturato ed assassinato, si porrebbero le domande da chi è stato ucciso e perché è stato ucciso, ed ecco che la Sindone stessa recupererebbe il significato laico che è incluso in lei: la religione non conosce Dio, quando Lui cerca di farsi conoscere, lei dice che bestemmia , quando lui cerca di liberare gli uomini da lei, lei Lo mette a tacere torturandolo e assassinandolo, e poi Lo ripresenta in quei termini religiosi per liberarci dai quali Lui si è lasciato assassinare.
Quindi, tornando al mistero, con la passione e morte del Signore non siamo affatto davanti ad un mistero. Il mistero si presenta invece in quel fenomeno strano per cui la gente beve che esso sarebbe fonte di salvezza. Salvezza per chi, dato che tutti dobbiamo fare esperienza del dolore, della malattia, della vecchiaia e della morte; salvezza da cosa, dato che i fenomeni precedenti sono strutturali alla nostra condizione esistenziale di creature umane? Salvezza per la nostra anima, ci racconta S.R.Chiesa, e potrà anche essere così, se uno prende per vera un'ipotesi priva di qualsiasi riscontro.
Per quanto riguarda il sottoscritto, io, come tutti, non ha mai visto delle anime, ma solo delle persone, e secondo me la divisione dell'uomo in anima e corpo, e l'antagonismo fra i due, rispondono all'esigenza della religione di far vedere quello che non c'è e di non far vedere quello che c'è. Nutrire le anime, infatti, è molto meno costoso del nutrire i corpi: la casta provvede al nutrimento di sé stessa come corpo, ed al nutrimento del prossimo come anima; così prestigio, ricchezza e potere possono convivere col suo presentarsi al servizio di Dio-Condivisione: a lei l’8%°; ai fedeli i sacramenti! Per quanto riguarda poi l'antagonismo anima-corpo, niente di più funzionale alla casta stessa, che mette delle regole assurde e poi cancella il senso di colpa di chi non le rispetta coi meriti déll'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Tolti i peccati, l'anima è salva, il casino del male fatto al prossimo rimane, ma l'importante è il salvare l'anima stessa.
Passiamo infine al terzo momento del mistero: alla resurrezione del Signore, soprassedendo all'assurdità di un Anno Santo della misericordia, che avrebbe lo scopo di convincere il prossimo che non c'è porcata che lui possa fare che non possa essere perdonata, il che contraddice la Parola; ed avrebbe l'altro scopo di accorciare i nostri tempi di permanenza in un luogo, il Purgatorio, che è stato inventato dalla Chiesa, non essendocene traccia nei Vangeli, per accumulare sterco del demonio liberando da esso i peccatori pentiti ricchi e timorosi dell'inferno.
L'evento magico, unico, strabiliante dell'uscita del Signore dal sepolcro viene da S.Paolo posta come il fondamento della fede, e secondo lui, se non fosse avvenuta, tutto il resto perderebbe il senso. Per me questo e un altro degli errori del Santo il Paradigma-Gesù non è condizionato dalla sua resurrezione, perché tutto quello che Luì ha detto e fatto ha validità intrinseca, essendo nella Verità, e la resurrezione non è fondamentale, pur essendo ovvia, perché si può uccidere il corpo ma non io Spirito. Ci sia stata, o non ci sia stata, diventa rilevante solo per coloro che sperano che il loro "io" non abbia mai fine. Questo è un desiderio di tutti, come la paura della morte è essa pure una paura di tutti.
Io penso che il meccanismo potrebbe essere circa il seguente: dato che la morte priva lo Spirito del corpo, e dato che, per esistere, bisogna avere corpo e quindi vita, quando un corpo arriva al capolinea e muore, diventa necessario, ci vuole un altro corpo per lo Spirito. Noi, nella nostra libertà, abbiamo la possibilità di scegliere se dare il nostro corpo allo Spirito, amando e condividendo, o se darlo a noi stessi, al nostro "io", predisposto naturalmente a servire sé stesso e l'idolo mammona. Quest'ultima scelta, purtroppo, è prevalente, ed i suoi frutti li abbiamo sotto gli occhi: l'inferno di questo mondo privo di libertà, uguaglianza, fraternità, compassione, amore, condivisione; mondo assatanato a competere per il potere, la ricchezza, il piacere, da perseguire a tutti costi.
Se -invece scegliamo lo Spirito, cioè di dare corpo, vita allo Spirito, noi diventiamo operai del cantiere del Regno, che sarà questo nostro mondo trasformato in modo che tutti i viventi abbiano il necessario e la gioia. Allora, alla fine, la creazione sarà compiuta ed avremo quel Paradiso terrestre che la Genesi mette all'inizio e del quale in nessun luogo c'è traccia. Solo allora il Signore si potrà riposare, e lo stesso sarà per noi
La resurrezione, quindi, va epurata del significato di miracolo, e definita come progetto, come compito di coloro che le devono-ridare vita amando e condividendo, essa diventa un compito nostro, un miracolo che dobbiamo fare noi.
Mario Mariotti



Sabato 07 Novembre,2015 Ore: 20:11
 
 
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