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www.ildialogo.org La Semplicità e la logica,di Mario Mariotti

La Semplicità e la logica

di Mario Mariotti

Purtroppo si vede che la semplicità non è una dimensione del nostro mondo, di come esso si è evoluto e a volte involuto. Fino ad oggi e fino a qui. Purtroppo si vede che anche la logica non è presente in esso, per cui, sommando la complessità l'irrazionalità della realtà attuale, non può non saltarci fuori che del casino. Cosa di più semplice ed evidente del fatto che l'amore dà e condivide, e quindi non accumula, e che l'accumulo stesso, cioè la ricchezza, contraddice l'amore, lo nega, lo bestemmia, ed è il prodotto dell'egoismo dell’uomo, che pensa attraverso di esso,di realizzare la connessione fra il suo volere e il suo potere?
Questa verità è semplicissima, è razionale, è evidente. Eppure....eppure coloro che dichiarano di sé stessi di essere dei credenti in Dio-Amore, e quindi in Dio-Condivisione, praticano tranquillamente la sequela a sua maestà mammona, e trovano pochi che facciano rilevare a loro la contraddizione che stanno vivendo. I sacerdoti poi meno degli altri, perché è vero che loro sono poveri (e non è così, perché tutti hanno per lo meno il necessario), ma l'Istituzione che rappresentano è ricca e potente ed è ancora connessa con quel resto dello Stato Pontificio, con quel Vaticano, che vive nella logica di questo mondo, sucube fedelissimo dello stesso mammona, bestemmiando il Vangelo per “omnia saecula saeculorum amen”.
E cosa c'è di più semplice ed evidente del messaggio incluso nella rappresentazione dell'inferno e del paradiso, formalizzata dal poeta cinese in quella tavola imbandita che è la stessa nel primo e nel secondo sito, cioè all'inferno e in paradiso, ma dove i commensali, quando pensano solo a saziare sé stessi a danno degli altri, sperimentano l'ira e la disperazione, cioè l'inferno, mentre gli altri, che pensano a saziare il prossimo mentre vengono saziati da lui, sperimentano il necessario e la gioia, cioè il paradiso? Qui, nel primo caso c'è la fotografia del nostro mondo, del modello culturale americano, dove la competizione cancella la Fraternità, dove il mercato è la legge del più forte, dove il capitale, l'accumulo, la ricchezza, bestemmiano il povero, la vedova e lo straniero, nell'assenza di profezia delle varie religioni. Nessuno o quasi, però e purtroppo, e nonostante tutto, pensa di resistere, di opporsi, di contrastare il suddetto modello, quello che viene definito il sogno americano.
E per continuare, non è forse evidentissimo che se coloro che dichiarano di credere nel Signore si decidessero ad incarnarlo in questo mondo, e non aspettassero di incontrarlo nel Regno dei cieli, se si mettessero ad incarnare Amore e Condivisione, il sistema economico che ne uscirebbe sarebbe strutturalmente il socialismo, cioè quell'economia di comunione nella quale ciascuno secondo i propri talenti, contribuisce al bene comune e riceve dagli altri il necessario e la gioia, mentre gli ultimi vengono messi al primo posto?
Questo è chiaro, è logico, è razionale, è di una semplicità estrema, perché l'incompatibilità fra capitalismo e cristianesimo è radicale, è strutturale, è ineludibile, dato che il secondo, se venisse incarnato, estinguerebbe il primo nel mare della solidarietà e condivisione universali. Ma quasi nessuno sembra rendersi conto di questo; si continua a credere in Dio e a servire mammona; quello che ne esce èla nostra situazione attuale, dove sempre più spesso il più onesto è un ladro ed il più sano ha la rogna.
E cosa succede poi, se io comincio a dire che la religione non risolve i problemi, ma è lei stessa un problema, e non certo il più trascurabile Fra essi? Dove sbaglio, se dico che il cattolicesimo, dato che predica il mondo come un periodo di prova, e le virtù dell'umiltà, dell'ubbidienza e della rassegnazione necessarie per superare la prova stessa, non può che generare un popolo conservatore, che digerisce il male e l'ingiustizia come inevitabili, e che aspetta dai Vicari e dagli uomini della Provvidenza la soluzione di quei problemi che potranno essere risolti solo dalla resistenza all'ingiustizia, e dall'impegno al proprio cambiamento personale? E cosa succede se io dico che la religione è compatibile con la violenza e con la guerra, perche in essa, Dio non è Padre ma l'Altissimo, noi non siamo figli, ma sudditi e servi, e i sudditi e servi, se sbagliano vanno
severamente puniti, soprattutto quando non credono al Dio della maggioranza e possiedono dei beni appetibili da parte dei veri credenti?
Questa può sembrare una bestemmia, perché tutti pensano che dalla religione non può derivare che del bene. Ma la realtà, purtroppo, da quando il mondo è mondo, sta dando ragione a colui che sembra bestemmiare, partendo dalle Crociate ed arrivando al Califfato sunnita iracheno.
A questo punto mi viene da chiedermi come mai tutte le realtà precedenti, che a me sembrano semplici, logiche ed evidenti, tali non sono per la stragrande maggioranza degli altri, quasi per la loro totalità? Come mai, a me succede di trovarmi addosso questo tipo di visione, questa lettura della realtà che ai più sembra essere o rasentare la bestemmia? Forse c'è qualcosa di vero nella risposta che un vecchio saggio diede ad un giovane pastore ricchissimo che era inquieto, ed alla ricerca della Verità: "Non affannarti a cercarla - gli disse - ma fa una cosa: regala le tue pecore, e sarà Lei a venire da te".
Forse anche il sottoscritto ha iniziato a regalare le sue pecore, ad aiutare quelle ferite ..... Lo sta facendo da più di 40 anni. Ma non è certo il solo a farlo. Di persone positive che fanno del bene ce ne sono tante, e sono poi quelle che mandano avanti il miracolo della Vita. Ma allora, perché la visione è venuta proprio a me ? Sarà perché la sofferenza degli altri, anche quella della bestiolina ferita, malata, abbandonata, mi ha scelto come dimora, ha preso dimora dentro di me?
Mario Mariotti



Sabato 11 Luglio,2015 Ore: 17:08
 
 
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