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www.ildialogo.org L'undicesimo Comandamento,di Mario Mariotti

L'undicesimo Comandamento

di Mario Mariotti

Da quando Benigni si è messo a fare catechismo, usando, da perfetto imbonitore il suo splendido linguaggio barocco per spiegare come è fatto l'al di là, e per rammentare quali e come sono i 10 Comandamenti, S.R.Chiesa si è ritrovata ad avere un inaspettato e preziosissimo aiuto nel rafforzare la visione religiosa di Dio, visione che viene appena scalfita da papa Francesco, in quanto egli stesso è di tale formazione, pur superandola nell'impegno ad esortare i credenti a rivolgere lo sguardo non solo al cielo, ma anche sulla terra, sulla miseria e sulla sofferenza di uno sterminato numero di nostri fratelli, per i quali la vita si assomiglia sempre di più ad un inferno privo di speranza.
Visione religiosa di Dio che continua a nascondere Dio stesso, e ad allontanare il Suo messaggio-progetto che Lui ci ha rivelato in Gesù, e che è stato manipolato in modo che la logica dell'Incarnazione rimanesse soffocata da quella religiosa, tenendo separate le mani dell'amore di Dio per noi, cioè noi, dallo Spirito di cui noi dovremmo essere mani, per amare e condividere il necessario e la gioia con tutti i viventi. Lasciamo stare Dante e la Divina Commedia. L'humus che nei secoli é stato usato per dare forza e potere alla nostra religione, e sempre stata la paura dell'inferno, la speranza del miracolo, il millantato credito della Chiesa di avere le chiavi del Cielo, consegnate a lei da Dio stesso per evitare alle creature di finire in quel sito ed entrare nella patria celeste. I fedeli credenti, pur di salvarsi dalle fiamme eterne, non hanno esitato a contribuire; in quanto perpetui conservatori, al determinarsi ed al trasferirsi dell'inferno stesso dall'al di là al qui da noi, nella terra dei viventi. Dante, senza volerlo, ha contribuito a questa operazione, che non aveva bisogno del suo contributo, dati i danni che essa ha prodotto e che continua a produrre per forza autonoma.
Ma ora passiamo ai 10 Comandamenti. Anche qui si presentano dei dubbi: Non si capisce perché Dio abbia parlato a Mosè e si rifiuti di farlo in modo così esplicito con ciascuno di noi; non si capisce perché si avvalga di rappresaglie che colpiscono indiscriminatamente degli innocenti, vedi i piccini primogeniti egizi e gli agnellini sgozzati per impedire all'Angelo sterminatore di sbagliare, pur di favorire il popolo che gli è più simpatico; non si capisce perché si sia limitato ai 10 Comandamenti dimenticando l'undicesimo, il "Non accumulare", che sarebbe stato il più importante, il più semplice da capire, quello che avrebbe permesso il rispetto dei primi 10 da parte di coloro cui essi erano destinati. L'episodio del vitello d'oro, sempre riportato dal racconto dell'Esodo, avrebbe dovuto allertare Colui che si autodefiniva "Io sono Colui che è" sul pericolo di questa Sua omissione, perché il peccato dei peccati è l'accumulo, è il desiderio di arricchire, è il servizio all'idolo-mammona, ed è lui, questo peccato, che non viene presentato come tale, che si maschera in tutti i modi possibili, che rende difficile e spesso impossibile il rispetto di tutti gli altri Comandamenti, dal: Non avrai altro Dio fuori di me, al Non rubare, al Non uccidere, al Non dire il falso e via di seguito. Come mai Dio non si è reso conto di questo pericolo, e non ha collocato il suddetto 11° Comandamento, il "Non accumulare", al primo posto? A questo punto qualcuno può pensare che io stia dando i numeri dopo un coctail di Alzaimer a digiuno, ma non è così, e tutta la storia umana sta lì a dimostrarlo.
Partiamo dal Vitello d'oro e arriviamo alla sua formalizzazione attuale, al capitalismo, al mercato ed alla competizione, a quella trinità maligna che sta impestando il mondo da quando l'homo erectus ha avuto la presunzione di autodefinirsi "sapiens".
Per la ricchezza, per l'accumulo, per il profitto, per il guadagno o per il desiderio di tutto questo, non c'é porcata che non sia stata compiuta e che non venga compiuta anche oggi, in tempo reale, in ogni contrada del pianeta. Si vede che questo 11° Comandamento è stato trascurato non solo dal Dio di Mosè, ma da ogni altra divinità che ha ispirato una propria religione: tutte avranno i loro comandamenti, ma nessuna riesce a porre argine alla globalizzazione del progetto di mammona, a quel "Beati gli indefinitamente ricchi" che oggi si può formalizzare anche come "sogno americano". Il risultato è che l'utopia della fratellanza si fa sempre più lontana, le differenze. Fra i primi e gli ultimi diventano blasfeme, l'omissione da parte di Dio dell'undicesimo Comandamento mette tutti gli altri nella condizione di venire rifiutati o bestemmiati.
Se qualcuno si prendesse il disturbo di controllare il bicchiere prima di berne il contenuto, allora forse si accorgerebbe che il Dio di Gesù non è quello di Mosè, per il quale la ricchezza è segno di benedizione per coloro che lo temono. Per ricchezza è condivisione negata, è solidarietà omessa, è cecità rispetto alla sofferenza di uno sterminato popolo di nostri Fratelli, e non è affatto benedizione, ma negazione e bestemmia di Lui stesso. E se la riflessione proseguisse, ci si potrebbe rendere conto che è assurdo continuare a considerare Parola di Dio sia quella dell'Antico che quella del Nuovo Testamento.
Il Dio di Gesù non è quello dell'Alleanza, del popolo eletto, del miracolo, dell'uso della violenza contro i nemici, della ricchezza come segno di benevolenza del Sovrano verso i propri sudditi ubbidienti. Quella che noi chiamiamo Parola di Dio è sempre e comunque parola di Dio secondo l'uomo, cioè pensiero dell'uomo su Dio che l'uomo attribuisce a Dio stesso, dopodiché egli si mette ad ascoltarlo come fosse Lui a parlare.
Nella Bibbia, dello stesso Dio, ci sono due autodefinizioni diverse da parte di Lui: "Io sono colui che sono" e "Io sarò che sarò". Per me la seconda é quella più vicina alla Verità perché vede la Verità stessa come progetto. Dio in sé è inconoscibile, ma il Suo intervento nella storia, nella materialità del mondo, passa attraverso il grado di comprensione, di sensibilità, di coerenza, di impegno di noi uomini, di ciascuno di noi. La compassione ci fa aprire gli occhi, la ricerca ci fa trovare gli strumenti ed affinare la coerenza, l'amare ed il condividere ci pongono come corpo di Lui, come Sue mani, a togliere sofferenza e a portare il necessario e la gioia ad ogni vivente. La porta di tutto questo viene da quell'II° Comandamento, l'adesione al quale è la precondizione di tutto il resto.
Mario Mariotti



Sabato 20 Giugno,2015 Ore: 19:30
 
 
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