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www.ildialogo.org Il Padrone della vita?,di Mario Mariotti

Il Padrone della vita?

di Mario Mariotti

Secondo coloro che sanno sempre già tutto, perché Qualcuno glielo ha rive1ato,e da lì non si scappa, solo Dio è padrone della vita, la quale sarebbe, anzi è, un dono, di cui però i destinatari non possono disporre, appunto perché Lui continua ad esserne l'unico padrone. Ma noi siamo proprio sicuri che Dio sia il padrone, o il solo padrone della vita? Quando siamo in auto, non siamo forse anche noi padroni della vita di coloro che incontriamo, e, se non rispettiamo le precedenze o i limiti di velocità, non possiamo forse spedire anticipatamente al Creatore qualcuno della cui vita diventiamo padroni? E quando noi fumiamo e ci esponiamo al rischio del cancro polmonare, se ce lo becchiamo, il cancro, non siamo stati forse padroni di una vita, la nostra, che abbiamo buttato per non rinunciare ad un vizio maligno?
E quando noi non facciamo il nostro lavoro in modo etico e professionale, e in questo momento penso ai dottori, ma anche ai meccanici che ci tengono a posto i freni della nostra automobile, non esponiamo forse alla morte qualche paziente o qualche cliente, la cui vita dipende dalla nostra etica e professionalità.
E cosa succede quando noi non ci poniamo il problema dell'accumulo, della ricchezza, del risparmio, della forma di organizzazione economica, politica e culturale della nostra società la quale strutturalmente produce miseria sfruttamento, emarginazione ed anche la morte di migliaia di piccini ogni giorno nella grande favela del Sud? E cosa succede se noi omettiamo, neghiamo, per la nostra parte quella solidarietà che li potrebbe salvare?
E cosa succede se noi continuiamo a pregare Dio perché faccia Lui quello che dipende da noi, ma che noi ci rifiutiamo di fare, determinandoci come mani distrofiche di Lui? Dato che l'amore di Dio per noi passa per le nostre mani, non siamo forse anche noi i padroni di quelle vite che saremmo in condizione di salvare, e invece la sciamo morire per omissione di solidarietà e condivisione? Se ci pensiamo bene, il ricco che si dichiara e si erge a difensore della vita, per tutto ciò che eccede il necessario e che potrebbe essere condiviso e non lo è, si trova ad essere non difensore, ma bestemmia della vita stessa.
Tutti i Valori amore, condivisione, giustizia, solidarietà, se sono in bocca a coloro che prosperano in una società che li nega come la nostra, si trovano ad essere nella sostanza bestemmie degli stessi valori. L'esempio c1assico che nessuno vuole cogliere é quello della Chiesa cattolica, che proclama beati i poveri essendo lei stessa ricca e potente in modo indegno. Il progetto del Signore per noi, il Discorso della montagna, il "beati i poveri per scelta", è chiarissimo, ma lei da secoli e secoli intrallazza con mammona, e non può certo vedere nei ricchi una bestemmia di Dio-Condivisione perché è ricca lei stessa, e quindi lei stessa bestemmia di Dio-Condivisione (mi riferisco all'Istituzione, non alla base, che, in genere vive, nel soggettivo, la cultura del necessario).
Questa del rifiuto della ricchezza, è una questione di fondo: finché non si sarà chiarita, e non sarà stata proclamata e praticata, anche la credibilità che oggi papa Francesco sta raccogliendo finirà col dare nuova linfa vitale all'Istituzione, al Vaticano, allo Stato Pontificio, a quella religione, il cristianesimo, che religione non è, perché il Vangelo sacralizza la laicità ("sono venuto per servire e non per essere servito"), e la sequela al Signore si realizza in una prassi che ha come riferimento il rapporto positivo con l'affamato e l'assetato, generati proprio dal rifiuto e dall'omissione di solidarietà e condivisione. Per uscire da una condizione di peccato bisogna prima accusarla, e poi prenderne le distanze: è necessaria quindi l'accusa della ricchezza, che è generata dal “non condividere” e lascia preda della sofferenza, della fame e persino della morte i fuori-mercato, gli scarti, quelli che nessuno ama; poi bisogna mettersi a pagare l'IMU, a trasformare lo IOR in Banca Etica, per aiutare i migranti a casa loro; a convertire l'oro del Tempio ed il patrimonio immobiliare in solidarietà e sostegno ai poveri, ai disoccupati, agli emarginati; poi bisogna accusare chiaramente il capitalismo, il mercato e la competizione, che si sono appropriati anche di Dio, della Sua immagine, per servire nella sostanza sua maestà mammona.
Per tornare al tema iniziale, cioè se è Dio il solo padrone del la vita, io direi che non è proprio così. Non si può uccidere in nome di Dio, cosa che per secoli il cristianesimo reale ha fatto ed io di richieste di perdono non ne ho ancora sentite, ma non si deve neppure lasciar morire in nome di Dio, cosa che sempre il cristianesimo reale ha fatto, non prendendo le distanze dal "beati i ricchi" soggettivo, e dal capitalismo strutturale, che sta affamando e violentando miliardi di persone nell'assordante silenzio di chi continua a non voler dare il nome alle cose e a denunciarne la malignità.
Quando questo avverrà, io sarò già diventato terra per i pignatti da chissà quanto tempo, ma dovrà arrivare il giorno in cui la Chiesa avrà la forza di accusare il proprio peccato, la sponsorizzazione del capitalismo ed il rifiuto del socialismo, la sua cecità sulla evangelicità del Manifesto di Marx, e di farsi testimone di cultura del necessario all'interno di un'economia dei beni comuni.
Siccome l'amore di Dio per noi ha bisogno di noi per arrivare a noi, quando noi rifiutiamo di incarnare Amore e Condivisione ci troviamo, non solo noi, ma anche noi, padroni della vita di coloro che potremmo soccorrere e che invece lasciamo nella miseria, nella fame, nella mancanza di lavoro, di istruzione, di salute, fino a lasciarli preda della morte. Ecco allora perché proclamiamo che Dio è il solo padrone della vita, rifiliamo a Lui un peso, una responsabilità, che invece, se non tutta, + anche nostra!
Veronesi dice che non crede in Dio perché esiste il cancro. Ha ragione: il Dio della religione, che ha creato tutto, e quindi anche il cancro, non può esistere. Veronesi però combatte da sempre il cancro: bene, senza saperlo sta vivendo Dio come progetto: costruire un mondo senza cancro. Mosso dalla compassione timone di agonie straziati, aiuta le vittime di questa malattia-brigante, e si impegna per far guarire chi ne è colpito. Ecco il tralcio perfetto della Vite, che non sa di esserlo, ma ne materializza la Volontà.
Proviamo a fare come lui per un mondo senza servi e senza padroni, col necessario e la gioia accessibili a tutti, anche alle piccole vite, esse pure esposte al dolore, alla paura della morte, e assetate d'affetto. Allora, finalmente, saremo noi le mani del Dio padrone della vita....
Mario Mariotti



Domenica 07 Giugno,2015 Ore: 10:58
 
 
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