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www.ildialogo.org Prendere il Vangelo per Vangelo,di Mario Mariotti

Prendere il Vangelo per Vangelo

di Mario Mariotti

C'è un errore, a monte di tutto, che condiziona negativamente il tutto, e fa sì che per noi il Signore resti il Grande Sconosciuto e la religione un grande casino. L'errore è il prendere il Vangelo per Vangelo, per Verità rivelata, oggettiva, assoluta. Io non voglio farlo perché, come ho già detto in altre occasioni, per me alla Verità ci si deve arrivare per esperienza e non per esegesi, ma mi piacerebbe che i teologi si mettessero a fare come Mancuso, (Adista-fuori tempio 32), quando rileva le contraddizioni fra certi brani del Vangelo e certi altri dello stesso Vangelo. Se uno approfondisse in questa direzione, si accorgerebbe che, a volte è il Signore a parlare, e, a volte, invece sono le prime comunità cristiane, che Gli fanno dire quello che loro pensano che abbia detto senza che l'abbia detto.
Il fatto è che i Vangeli sono il frutto di elaborazioni fatte sul racconto di testimoni che i fatti non li avevano visti e uditi, ma sentiti raccontare. Ecco allora che a volte in essi alita lo Spirito, abita la Verità, e altre volte si formalizza la cultura ancora religiosa delle comunità che i hanno espressi. Se uno volesse schematizzare, nello stesse Vangelo emergono due concezioni contraddittorie dello stesso Dio, a volte l'Altissimo di cui noi siamo sudditi e servi, e a volte il Padre, di cui noi siamo figli.
Per una gran parte della mia vita io stesso ho fatto questo peccato di prendere il Vangelo per Vangelo, e quando emergevano le contraddizioni, dovevo fare acrobazie interpretative dopo aver messo a riposo la logica, il principio di non-contraddizione. Poi, pian piano, capito che la Verità profonda del Signore è quella di liberarci dalla concezione-visione religiosa di Dio, dal Dio-Altissimo, e da proporci quella del Padre buono, di cui noi siamo figli come Gesù, nel momento in cui Lo incarniamo amando e servendo le altre creature, come ha fatto Lui stesso quando si è incarnato.
Se i teologi facessero il salto di qualità di non prendere il Vangelo alla lettera, ma in Spirito, potrebbero far emergere le contraddizioni, e favorire una lettura non religiosa, ma evangelica degli stessi Vangeli. Io sono anni che vado in questa direzione, ed ecco alcune delle contraddizioni che sono riuscito, a cogliere. Una è stata quella dell'annuncio dell'Angelo a Maria. L'Angelo avrebbe dovuto essere il pensiero-progetto di Dio, invece era il pensiero-desiderio degli Ebrei, che si aspettavano un Messia politico, loro alleato contro i loro nemici.
Poi c'è l'episodio della trasfigurazione, in cui il Signore viene associato a Mosé ed Elia, che non sono affatto suoi parenti ed affini, soprattutto nell'uso della violenza.
Poi c'é l'episodio delle Chiavi del Cielo date a Pietro, in cui Dio delegherebbe le sue prerogative e funzioni ai propri rappresentanti, facendone altrettanti dei in terra, (quando il sacerdote dà il sacramento, è Dio a darlo).
Poi c'è il Signore che elogia la vedova perché si priva del necessario per ingrassare il tesoro del Tempio, il ché e assurdo, e farebbe bestemmiare lo stesso Signore, se avesse chi bestemmiare
Da contrappunto a questi, c'è il Padre del Figliuol prodigo che ama incondizionatamente e perdona sempre; c'è il Buon Samaritano che sputana i sacerdoti; c'è Gesù che dice che chi ama Gli è padre, madre, fratello e sorella; che dice di essere venuto per servire e non per essere servito; che dice che se noi amiamo, faremo miracoli più grandi dei Suoi; poi c'è il giudizio finale, basato non sul credere, ma sull'amore agli ultimi e non a Dio; c'é l'ultimò messaggio che ci invita non ad amare Dio ed il prossimo, ma ad amare: il prossimo come noi fossimo Dio.
Ecco, al1ora, alcuni esempi, e chissà quanti altri ce ne saranno, che fanno apparire chiara la contraddizione fra il nostro essere sudditi-servi dell’Altissimo, ed il nostro essere figli di un Padre che ha bisogno di noi per far arrivare a noi il Suo amore per noi. Un conto è infatti sentirci sudditi e strumenti del Dio dell'Antico Testamento, dell'Altissimo nostro alleato contro i nostri nemici, (vedi Crociate) contro i disubbidienti e gli eretici, (movimenti pauperistici, comunisti ecc.); e un altro conto è sentirci figli e mani del Dio di Gesù, che è buono ma non onnipotente, ed opera attraverso di noi.
Il primo è il Dio del credere, dell'Alleanza, della religione; il secondo è il Dio dell'Incarnazione, che divinizza l'uomo ed umanizza Dio, per la vera dimensione della realtà è la laicità, e per costruire il Regno è necessario che essa sia fraterna e solidale, e che trovi in noi coloro che la incarnano.
Nei primi duemila anni di Cristianesimo reale è stata più che predominante la concezione religiosa di Dio; chissà se alla fine dei prossimi duemila anni, avremo capito che Gesù è laico, la laicità cristiana condivisione amore, noi figli di un Dio che non va creduto ma costruito, incarnato da noi.
Mario Mariotti



Sabato 16 Maggio,2015 Ore: 16:35
 
 
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