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www.ildialogo.org “Che Dio ne esce?”,di Mario Mariotti

“Che Dio ne esce?”

di Mario Mariotti

Ci abbiamo mai pensato che, sottesa all'evento miracolo, nel quale tutti i fedeli credenti credono e sperano, c'è la logica dell'Alleanza, quella del popolo eletto o del soggetto privilegiato che gode del favore di Dio, mentre tutti gli altri restano a becco asciutto? Il Signore, al contrario ci dice che Dio non è partner di un'alleanza, ma Padre di tutti; ci dice che tutti sono nostro prossimo; che i miracoli li faremo non Lui, ma noi quando ci metteremo ad amare e condividere. E che fine farebbe il primo attributo di Dio, la giustizia, se Lui trattasse i suoi figli in modo che uno viene salvato e gli altri no?
Ci abbiamo mai pensato che, sottesa alla preghiera, c'è la logica di un Dio distratto, meno sensibile e meno attento ai nostri bisogni di noi stessi, un Dio al quale noi, buoni e sensibili, facciamo cambiare idea, per cui Lui, dopo che abbiamo pregato, interviene a risolvere i problemi per i quali noi abbiamo pregato? Senza ricordare poi l'altra incontrovertibile realtà, che il Suo intervento passa per le nostre mani, per cui i soggetti da pregare sono gli stessi che stanno pregando.
Ci abbiamo mai pensato che, sotteso al nostro ringraziamento a Dio c'è la logica di un Dio che ha aiutato noi nel momento stesso in cui non ha aiutato altri come noi, per cui Yavé il Giusto va a farsi benedire? Come non capire che Lui, se potesse, aiuterebbe tutti in quanto Padre di tutti, che ci aiuterebbe senza volere preghiere e ringraziamenti, perché Lui è amore incondizionato per tutti noi? E in aggiunta, se a noi una persona che vuol essere pregata e ringraziata con insistenza non risulta molto simpatica, come mai, se attribuite a Dio, queste richieste diventano positive?
Ci abbiamo mai pensato che, inclusa nei sacramenti, c'é la logica di un loro potere intrinseco, fondato sugli infiniti meriti dell'Agnello di Dio, per cui dovrebbero manifestare un'efficacia che però nella realtà nessuno riesce a vedere, e che gli sessi sacerdoti dichiarano condizionata anche dalla volontà di coloro che ricevono il sacramento? Se essi avessero il potere intrinseco che è sostenuto dalla casta sacerdotale, noi adesso saremmo tutti quanti beati nel Regno di Dio. Siccome noi, nonostante l'inflazione dei sacramenti, siamo nel caos in cui, siamo, ecco l'efficacia condizionata, che corrisponde al correre stando fermi, o all'avanzare indietreggiando!
Ci abbiamo mai pensato che nella seconda parte della Messa c'è la logica dell'Agnello sacrificale, dell'Uno che paga per tutti, della Vittima innocente che placa l'ira dell'Altissimo, mentre già nell'Ant.Testamento Dio ci dice che non vuole sacrifici ma la giustizia, e poi il Signore ci invita, non uno ma tutti a fare di noi stessi pane e vino, il necessario e la gioia, per i nostri fratelli e tutte le altre creature? E poi, se ognuno di noi, con pure tutti i propri limiti, sente l'esigenza di rispondere in prima persona del male che ha fatto, e rifiuta come ingiusto che qualcun’altro paghi per le colpe commesse da lui stesso, perché Dio dovrebbe essere fuori da questa sensibilità, e mettersi tranquillo al soave odore del sacrificio del proprio Figlio assassinato da noi per tornare in amicizia con Lui? Perché Dio dovrebbe essere peggiore di noi?
Ci abbiamo mai pensato che il credere attiene alla religione, mentre la sequela al Signore è una prassi che sarà verificata in rapporto al nostro atteggiamento verso l'affamato e l'assetato? Perché non ricordare che alla fine, il Signore non ci chiederà conto di quello che noi credevamo di credere, ma di quale e quanto spazio abbia avuto nella nostra vita la solidarietà? E l'ansia per la nostra salvezza personale non rientra forse in quella logica che mette sé stessi al primo posto, e poi vengono gli-altri? E dato che non è chiaro da cosa Dio ci dovrebbe salvare, perché la malattia, la vecchiaia e la morte sono strutturali alla vita, ad ogni vita, non sarebbe meglio riflettere, sul fatto che, inclusa nella prassi della solidarietà, c'e l'ansia non per la nostra, ma per la salvezza degli altri?
E che dire del concetto di Rivelazione, secondo il quale la Verità sarebbe già stata tutta definita e S.R.Chiesa ne sarebbe la perpetua custode? La nostra traduzione di Lei ha visto nei secoli le Crociate, i roghi degli eretici? i Concordati coi nazifascismi, l'alleanza ininterrotta con mammona. Non sarà che noi, la Rivelazione, non l'abbiamo ancora capita bene? E che la Verità stia crescendo con noi, dato che siamo noi coloro che La devono incarnare nel mondo? E dove mettere il Purgatorio, che la casta sacerdotale è riuscita ad intrufolare nella stessa Rivelazione nonostante
che di esso, nel Vangelo non ci sia traccia, per cui gli infiniti meriti dell'Agnello sono stati quantificati, monetizzati in messe di suffragio, tradotti in sesterzi, in offerte, da introdurre nel parchimetro per velocizzare, dopo la nostra morte, il nostro incontro col Padre celeste?
E ci abbiamo mai pensato all'assurdità dell'annuncio che il Signore avrebbe consegnato a Pietro le chiavi del Cielo, per cui S.R.Chiesa sarebbe
la padrona del nostro destino per l'eternità? Può darsi che Dio, nella sua infinita bontà, ma anche lucidità, abbia delegato le Sue funzioni a quella meravigliosa sequenza di Suoi vicari che dirigevano l'orchestra ai tempi delle Crociate, degli arrosti degli eretici, delle benedizioni
degli uomini della Provvidenza, per cui essi sarebbero stati Lui in terra, mentre Lui stesso partiva in crociera verso le altre galassie dell'universo in espansione? Possibile che Dio abbia messo sé stesso in cassa-integrazione, e che il Suo consigliere delegato ne abbia assunto le funzioni, rendendone inutile e persino fastidiosa la presenza? Non sarà stata invece la Chiesa a spedirlo nell'alto dei cieli, in modo che non turbasse il proprio consolidato rapporto con sua maestà mammona? Come facciamo, mi chiedo io a questo punto, a concepire Dio in questo modo, come facciamo a vederlo compatibile con tutte le realtà elencate più sopra, realtà che abbiamo sotto i nostri occhi e che riusciamo a digerire come fossero normali, fisiologiche, evangelicamente fondate?
Che Dio esce da questo nostro modo di concepirlo, frutto di una catechesi che ha messo il progetto dell' Incarnazione, propostoci dal Signore, fuori circuito, e l'ha sostituito col modo religioso di intendere Dio stesso? La risposta l'aspetto dai lettori, dopo una loro pausa di riflessione. Il fatto è che noi, nonostante quello che ci ha detto il Signore, nonostante i miliardi di Padre Nostro che al mondo sono stati recitati dai credenti, continuiamo a non credere che Dio ci sia Padre. Continuiamo a non credere che il cristianesimo non sia una religione, ma un modo di vivere e di scegliere; continuiamo a mettere Dio fuori di noi, e a mettere i sacerdoti fra noi e Lui. Il Signore ci dice: Chi ama e condivide, Io sono in lui, e insieme siamo nel Padre” Suoi figli nel momento in cui amando e condividendo stiamo incarnando lo Spirito e costruendo il Regno. Noi continuiamo a non capire, o meglio, a non voler capire......
Mario Mariotti.



Domenica 04 Gennaio,2015 Ore: 10:41
 
 
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