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www.ildialogo.org Il Dio della paura e del sangue innocente,di Mario Mariotti

Il Dio della paura e del sangue innocente

di Mario Mariotti

Se proviamo a pensarci, la vita dei primi uomini doveva essere durissima, (la favola di Adamo ed Eva la raccontiamo un'altra volta). Avevano davanti agli occhi lo spettacolo della natura, e probabilmente avranno pensato che ci voleva Qualcuno che la natura l'avesse creata. Questo, però, non era il loro primo problema. La loro vita era una continua lotta per sopravvivere, ed i pericoli incombevano da ogni parte. Dovevano stare attenti a procurarsi il cibo e a non diventare cibo per i carnivori; dovevano stare attenti ai loro simili, che erano aggressivi perché avevano fame anche loro; dovevano stare attenti ai fenomeni naturali di cui ignoravano le cause: alluvioni, terremoti, fulmini, carestie, siccità, malattie e via di seguito. Vivevano sicuramente per la maggior parte del tempo nella paura.
La realtà era piena di insidie, piena di mistero, di violenza, di pericoli, di fenomeni incomprensibili e spaventosi. Essi, allora, riempirono il mistero e la loro paura con la presenza di un Dio, essere onnipotente, lontano, a volte benevolo, ma anche pronto all'ira, che li sorvegliava. La durezza e la precarietà della vita, la lotta per la sopravvivenza, gli spaventosi fenomeni naturali, il fatto che, a volte, le cose andavano bene, e a volte male, li portarono a concepire un Dio onnipotente perché aveva creato tutto ed era padrone di tutto, ma anche terribile quando scatenava quei fenomeni che venivano recepiti come conseguenza della Sua ira verso di loro, oppure benevolo quando le cose, il clima, i raccolti ecc, andavano bene. Il Dio concepito da loro era una specie di Entità terribile di cui avere timore; nessuno osava imputare a Lui il negativo del creato: esso era colpa loro, castigo per loro stessi, che peccavano contro di Lui. Ecco, allora, che, per tenerselo buono e propizio, essi partorirono quell'idea del “sacrificio” che io non riesco a spiegarmi e che mi è sempre apparsa ingiusta, assurda ed allucinante. Il primo concetto di Dio, perciò, lo determina misterioso e terribile come era la natura come erano le loro vite. Esso andava tenuto buono, ringraziato, placato e pregato. Presso alcuni popoli, queste operazioni arrivavano a richiedere anche sacrifici umani, olocausto di bambini!
Forse si verificava un meccanismo complesso: l'uomo aveva bisogno della benevolenza di Dio, del suo perdono, della sua protezione; sentiva che, per ottenere questo, doveva sacrificargli una vittima innocente, quasi che essa potesse confonderlo sulla responsabilità del colpevole, e spingerlo a tornare benevolo nei suoi confronti. Dio gradiva sangue innocente! Questo, per me, è l'assurdo degli assurdi: pensare di placare il Creatore sgozzando una creatura di cui Lui è creatore; pensare che sia giusto che uno paghi per tutti. Però questo assurdo è stato presente nella storia umana per secoli e millenni, fino ad arrivare nella nostra era per così dire cristiana; (Aztechi, Incas..) Poi pian piano, il concetto di Dio si andò purificando, e nell'Ant. Testamento Lui viene caratterizzato come Garante della giustizia, e difensore dei non-garantiti. Però l'uomo Lo lega a suo vantaggio con la logica dell'Alleanza: prima Lo riconosce come tale, come Dio, quindi Lo teme, poi Lo fa proprio alleato, e cerca di servirsi di Lui contro i propri nemici.
Ecco l'Alleanza ed il Popolo di Dio, l'eletto fra tutti i popoli quando in questa situazione arriva il Signore, Lui rovescia tutto l'Altissimo che va adorato, placato e pregato, non c'è più; la Sua rivelazione è che Dio ci è Padre, padre buono che ci ama di amore incondizionato che ha bisogno di noi per far arrivare a noi il Suo amore per noi. Il Signore viene per dirci questo, e che il sabato è per l'Uomo, ma noi, anche oggi, non Gli crediamo, come non Gli credettero coloro che Lo fecero assassinare.
Se ci fermiamo a riflettere, ci accorgiamo non solo che noi non Gli crediamo, e restiamo nella logica del sacrificio, di Uno che paga per tutti, ma la esasperiamo, questa logica, arrivando a concepire un Dio che si placa col sacrificio del Figlio, del proprio Figlio, il cui sangue innocente Lo placa e Lo induce a perdonare tutti i peccati che gli uomini commettono contro di Lui e contro i loro simili.
Questa è la logica che sottende alla seconda parte della Messa, nella quale viene sacrificato l'Agnello di Dio, e, per i Suoi meriti vengono cancellati i peccati del mondo. Questa logica, poi, a sua volta, finisce col vanificare quella dell'Incarnazione, che sottende alla prima parte della Messa, nella quale la Parola di Dio viene mandata affinché coloro che si pongono alla sequela del Signore la incarnino, per trasformare il mondo secondo Amore, secondo Lei. Per l'omissione di Incarnazione, infatti, c'è il perdono perpetuo per i meriti dell'Agnello.
Provo a trarre qualche conclusione: se Dio c'è, e speriamo per l'uomo che non ci sia, se c'è, dicevo, non può non essere estremamente "indignato" con lui. Prima si vedeva concepito come un mostro che provava piacere, e dava benevolenza e protezione a coloro che Lo dissetavano col sangue innocente degli agnellini sgozzati per Lui; poi, nonostante la Sua incarnazione in Gesù, si vedeva concepito come un mostro ancora più mostruoso, che si placava al soave odore del sacrificio del proprio Figlio, mandato da Lui stesso a farsi assassinare dagli altri suoi figli per riconciliarsi con loro. Io mi chiedo se sarebbe stato possibile, all'uomo, il concepire un'assurdità più crudele e maligna di questa!
S. Paolo deve proprio avercela messa tutta! Io penso di no.Noi, però, continuiamo a considerare evangelica questa assurdità, continuiamo ad accettare la logica del sacrificio, dell'Uno che paga per tutti, e continuiamo imperterriti a non credere a quello che il Signore ha voluto dirci con la Sua incarnazione, che Lui ha pagato a così caro prezzo!
Se noi ascoltassimo Gesù, Dio ci sarebbe Padre, noi saremmo non sudditi ma figli quando amiamo e condividiamo; la religione andrebbe superata e transustanziata in incarnazione; non ci sarebbe più Uno che paga per tutti, ma ognuno spenderebbe sé stesso per il Regno; Dio, da Entità creduta diventerebbe Progetto da incarnare, da costruire. Si vede che noi siamo creature di Dio riuscite male, ed abbiamo inventato il sacrificio di qualcuno al nostro posto per scaricare le nostre responsabilità sugli altri, pensando in questo modo di tener tranquillo il Creatore. E non ci accorgiamo che è dalle nostre mani che parte quel negativo che prima o dopo colpirà anche noi.
prima o dopo colpirà anche noi.
Ma se ad ognuno di noi risulta ingiusto, e a certuni insopportabile, il fatto che qualcuno paghi al posto nostro, perché l'etica ci dice che a pagare deve essere colui che rompe, come fa, l'uomo, a concepire Dio in modo che Lui faccia Sua questa logica, e che mandi addirittura il proprio Figlio ad attuarla? Se questo risulta ingiusto a noi, potrà mai essere giusto per Colui che ci ha creati, che ci ama e che vuole che nessuno vada perduto? Può, Dio, essere peggiore di noi?
Mario Mariotti



Sabato 27 Dicembre,2014 Ore: 15:59
 
 
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