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www.ildialogo.org "Chi si farà carico degli ospiti preziosi?",di Mario Mariotti

"Chi si farà carico degli ospiti preziosi?"

di Mario Mariotti

Ho davanti a me una persona che impiega alcuni secondi per raccogliere, in quel poco che rimane della sua capacità respiratoria, un po’ d'aria per riuscire a pronunciare un quasi impercettibile "sì". Sono quasi trent'anni che lui viene cateterizzato quattro volte al giorno per poter svuotare la sua vescica, che è stata ricostruita chirurgicamente. Immobilità quasi completa, i due terzi della sua giornata con l'ossigèno al naso, cistiti e bronchiti sempre in agguato, a cercare di strappare quell'esilissimo filo cui è appesa la sua vita. Io sono davanti a lui, gli porto il cibo alla bocca, rispetto tutte le indicazioni che mi da in rapporto alla sequenza dei cibi, passo con lui un'oretta che, nel quadro della sua situazione, se non ci sono degli imprevisti, è il momento buono della giornata.
Ognuno di noi due vive tutto questo come una normalità, e c'è anche il tempo di sorridere per qualche sbambocciata passata per le corde vocali del sottoscritto. Ma cosa starà ribollendo dentro a noi due? Quello che abita nel suo profondo non emerge se non nella sua preoccupazione che venga eseguito scrupolosamente quel lo che ha ordinato per lui il dottore. Sul resto non me la sento di addentrarmi, ho paura solo a pensarci... . Dentro di me c'è l'impegno a non far trasparire la compassione e l'ansia, e a far apparire quella situazione come normale. Dentro di me però, nel profondo, il mio vecchio io è rimasto sommerso, e soffocato, e quello nuovo continua a crescere, e mi dischiude orizzonti impensabili.
Ma se io che, rispetto a questa persona, sono solo un amico e non sono suo padre, anche solo facendomi carico della sua situazione in piccolissima parte, rischio di venire travolto dalla compassione e dalla disperazione per non riuscire a fare più di quanto sto facendo, come farebbe Dio, che il Signore ci ha detto esserci padre, se fosse onnipotente, a non rendere onnipotente la Sua bontà, e a risanare quella povera creatura che Egli ama e della quale, in quanto Creatore, è anche responsabile? Ma se io che sono, se lo sono, un minuscolo contenitore di Dio-Spirito-Amore non riesco a sopportare il vedere qualcuno che soffre e il non riuscire a fare qualcosa per togliere la sua sofferenza, se io vivo questa sofferenza anche in rapporto alle bestioline, quando le vedo ostaggio del dolore e della morte, come farebbe Dio, se fosse il Dio onnipotente e buono che ci viene raccontato dalla religione, a non intervenire? E tutto questo, in un quadro generale, non è altro che una piccola cosa.
Come avrebbe fatto Dio padre buono ed onnipotente a reggere allo sterminato dolore di Auschwitz, col milione e mezzo di bambini gasati e fatti uscire dai camini dei forni crematori? Come avrebbe fatto a reggere al dolore ed all'indignazione per tutte le porcate che coloro che si dichiaravano e si dichiarano credenti in Lui avevano portato e portano a termine in Suo nome, spacciandole come Sua volontà? Come farebbe a reggere allo spettacolo blasfemo di un mondo che, per lasciare ingrassare qualche centinaio di cancri che hanno accumulato il reddito equivalente, a quello di tre miliardi di nostri concittadini, condanna allo sfruttamento, alla fame ed alla morte migliaia di piccini ogni giorno? C'é qualcuno che saprebbe rispondere a queste domande? Come fanno quelli che non perdono occasione per ribadire l'onnipotenza e l'infinita bontà del Padre celeste, quelli che insistono sulla necessità di ringraziarlo e di pregarlo, quelli che invitano i disgraziati a sperare coloro che li rendono tali a mettersi tranquilli, perché Dio perdona sempre e comunque, come fanno, mi chiedo, a cantare questo tipo di musica? Possibile che tutti i crocifissi di cui ho parlato più sopra siano stati definitivamente sepolti, e che la casta sacerdotale, e coloro che si affidano a lei, vivano come se non fossero esistiti e non esistessero, e continuino a rincoglionire il prossimo col la favola di un Salvatore che non salva, e di una onnipotenza che meno onnipotente dell'inferno che i limiti della creazione, e soprattutto la cattiveria degli uomini, sono riusciti ad impiantare sulla terra?
Quando capiremo che Dio ha bisogno di noi per far arrivare a noi il Suo amore per noi? Se c'è una cosa che mi da scandalo, e che me lo darà fin quando non sarò crepato, è la calma e la serenità dei preti, i quali dovrebbero essere i primi ad essere scandalizzati dal Regno che subisce violenza nei piccini, negli scarti, nei fuori-mercato, negli ausmerzen generati dal capitalismo, dal mercato e dalla competizione, e invece se ne stanno tranquilli, a parte pochissime eccezioni ad invitare a ringraziare, a pregare, a sperare, mentre loro se ne stanno a godere i frutti del socialismo reale, che hanno inaugurato quando si sono messi d'accordo con l'Impero, con Costantino, (istituzione ricchissima, a tutti loro il necessario, ai poveri il colesterolo nella norma....)
Cari lettoni, vi devo fare una confessione: con più passa il tempo, e più mi dispiace di dover morire. Ho cominciato che ero bambino a prendere Auschwitz dentro di me, al tempo del processo di Norinberga. Il miagolio di un gattino abbandonato di notte, sotto la pioggia, mi ha svegliato e mi tiene ancora sveglio. Il rapporto con i piccini del Sud, iniziato a causa dell'esigenza di trovare una risposta alla morte di un mio scolaretto distrofico, è stato vissuto ed è vissuto nella dimensione della solidarietà nella continuità. Il dolore innocente degli ospiti dei reparti di oncologia pediatrica ho la condanna-fortuna che continua a provocarmi.
Lo scandalo, per le bestemmie alla Giordano Bruno messe in atto nei secoli dal cristianesimo reale non si assopisce, come quello per il genocidio dei Pellerossa, portato a termine dal Paese-guida in rapporto al rispetto dei diritti umani ed alla libertà e democrazia, genocidio che in seguito gli USA hanno tentato di estendere ai comunisti dovunque collocati, e a tutti coloro che cercavano e cercano di opporsi al pensiero unico del liberismo capitalista. Ebbene, tutto questo ed altro ancora, e in modo particolare la capacità di vedere le vittime del capitalismo reale, che manca del tutto nel nostro tipo di cultura USA-dipendente, quando crepo dove andrà a finire? Tutte le precedenti realtà, che la mancanza di memoria storica da parte degli oppressi mette in condizione di tornare a ripetersi, dove andranno a finire? Sono state loro che mi hanno fatto aprire gli occhi, che mi hanno convertito dalla religione all’Incarnazione che mi hanno fatto capire che lo scopo per cui gli uomini sono al mondo è quello di togliere sofferenza e di portare il necessario e la gioia ad ogni vivente.
Sono stati questi ospiti del mio spirito a portarmi quella pace che è non-pace, non-serenità, non-calma, non-equilibrio ed equidistanza fra gli oppressori e gli oppressi. Quando essi dovranno traslocare perché avranno lo sfratto da compagna-Morte che verrà a bussare da me, chi li prende rà, ospiti preziosi, ad alimentare il progetto dell'Incarnazione dello Spirito-Dio? Il mio "Fate questo in memoria di me" include la presa in carico di questi ospiti, e la mia esperienza dice che essi sono fondamentali, determinanti affinché i crocifissi della storia abbiano resurrezione, affinché non siano morti invano.
La memoria di me, poi, ribadisco che non è per me, ma per coloro che godranno dei frutti di questa presenza e della pace-non pace che essa genera. Chi se la sente di far loro spazio dentro a sé stesso?
Mario Mariotti



Sabato 20 Dicembre,2014 Ore: 19:13
 
 
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