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www.ildialogo.org Le parti uguali fra disuguali,di Mario Mariotti

Le parti uguali fra disuguali

di Mario Mariotti

Se penso all'argomento tasse, e sento come viene trattato da quando lo sento trattare, mi si irritano le interiora e mi tornano in mente i pastoni della mensa che, dopo la guerra, ci arrivavano donati da quegli USA che, in quel modo, iniziavano a comprarci, nonché a sorvegliarci perché non cadessimo preda della barbarie comunista, vittime di coloro che mangiavano preti e bambini in tre al paio, e tenevano, il loro popolo in eterna apnea. Tutti quelli che sono andati, al potere fino ad oggi, o ci sono arrivati perché avevano promesso di abbassare le tasse, o cercano di conservare lo stesso potere promettendo di abbassarle.
Siccome poi sono strutturali alla nostra cultura l'assenza di logica, la corruzione e l'evasione fiscale, e siccome due più due continua a fare quattro, siccome i vari servizi pubblici, sanità, scuola, sicurezza e via di seguito si sostengono attraverso la fiscalità generale, attraverso le tasse, ecco che nessuno, fino ad oggi, è mai riuscito a concretizzare quello che aveva promesso, cioè di abbassare le tasse. Gli allocchi-elettori vengono nutriti di suoni, di Slogan; la loro attenzione viene deviata su altri argomenti, i canali del prelievo fiscale cambiano nome; i soliti polli vengono spennati in perfetta letizia, mentre bestemmiano perché i servizi sono insufficienti, mentre maledicono le tasse, mentre votano per coloro che dal tempo degli Assiri li stanno fottendo con il beneplacito degli stessi fottuti. Proviamo, allora, a fare un po’ di chiarezza su questo stramaledettissimo argomento.
La nostra Costituzione sarebbe, anzi è di una estrema chiarezza, ognuno deve contribuire secondo le proprie possibilità al bene comune. Ora, siccome le condizioni economiche dei cittadini non sono omogenee, anzi, negli ultimi anni, si sono differenziate in modo blasfemo, per cui da una parte il 10% delle famiglie possiede il 50% della ricchezza nazionale, e al restante 90% va l’atra metà della torta, quando i governi parlano di abbassare le tasse in modo generalizzato, stanno bestemmiando simultaneamente la giustizia, la logica e la nostra Costituzione. Partendo da quest'ultima, siccome ciascuno dovrebbe contribuire al bene comune secondo le proprie possibilità, e più che evidente che l'abbassare le tasse a tutti, anche ai ricchi, è un'assurdità ed un'ingiustizia. I più ricchi dovrebbero pagare più tasse, a loro, esse andrebbero alzate. Si parla di abbassare il prelievo fiscale? La cosa dovrebbe riguardare solo i più poveri, e non certo i più ricchi, che avrebbero il dovere etico della maggior contribuzione al bene comune.
La nostra realtà è semplicemente rovesciata: il 90% delle entrate fiscali viene dal lavoro dipendente e dalle pensioni, il resto dalla rendita finanziaria, patrimoniale, imprenditoriale. Come mai, allora, i nostri governanti e gli aspiranti a diventarlo acquisiscono il consenso della maggioranza degli elettori promettendo l'abbassamento generalizzato delle tasse? I motivi probabilmente sono i seguenti: anche nella cultura dei poveri, che sono la maggioranza, c'è l'odio per le tasse; ed esso dimostra, assieme al fatto che votano per chi li lotta, la loro alienazione, perché se un po’ di logica entrasse nei loro microprocessori cerebrali capirebbero che le tasse, a loro andrebbero diminuite, ma non ai ricchi, ai quali andrebbero aumentate. Poi, altro motivo, l'assenza di lucidità della Sinistra, la quale, proponendo di fare parti uguali fra disuguali, dimostra di non vedere più le ingiustizie macroscopiche della nostra società e di aver perduto lo specifico che la faceva sussistere come Sinistra: l'impegno per l'uguaglianza di tutti i cittadini, l'obiettivo della giustizia sociale.
L'alienazione della Sinistra si unisce a quella dei poveri, e forma quel terreno fertile su cui la "dentiera sorridente" è riuscita a stare a galla per vent'anni contribuendo in modo determinante all'accentuazioni delle differenze fra i ricchi e i poveri; e oggi l'attuale governo cerca di mantenere il consenso promettendo di abbassare le tasse agli elettori, che continuano ad essere tali solo in termini virtuali, perché nessuno della casta vuole una legge elettorale che permetta ai cittadini di scegliere chi li dovrà governare. Quando si sente promettere l'abbassamento delle tasse sic et smpliciter, cari lettori, questo e un bruttissimo segnale. Le vittime dell'ingiustizia sociale, i poveri, sono contaminati dalla cultura che li rende tali, la Sinistra è diventata Centro, la globalizzazione del progetto dei Beati i ricchi quello che non ha incancherato fino ad oggi, riuscirà a farlo domani.
Si vede che il messaggio-progetto della nostra Costituzione della proporzionalità del prelievo fiscale in rapporto alle condizioni economiche dei contribuenti è un concetto troppo complesso per i cittadini del nostro Paese. E se è fisiologico che i ricchi si ingegnino per contrastarlo, è assurdo che anche i poveri si uniscano a loro nell'odio alle tesse, le quali, se differenziate secondo il reddito delle persone metterebbero i poveri nella condizione di esserne esentati e di fruire di servizi sociali più efficienti e tempestivi pagati dai più ricchi. Su questa non-lucidità dei poveri, i ricchi ed i potenti dal tempo delle piramidi fondano la continuità dei loro privilegi. Poi ci si mette anche quel cancro della virtù dell'ubbidienza, e sempre i ricchi ed i potenti, pochi di numero, sono riusciti a trovare chi gli ubbidisse, sono riusciti a trovare le mani che realizzassero i loro progetti; quello sterminato popolo dei poveri sempre ignaro della propria forza, e sempre pronto a fornire i carnefici per le voci che cercavano di coscientizzare lui stesso.
Poi ci si è sempre aggiunto anche il ceto medio, che con i ricchi ed i potenti ha messo a punto un tipo di democrazia, quella del 51%, che esclude sfrutta nasconde e rende irrilevante la presenza del popolo dei poveri, degli esclusi, dei fuori-mercato. Poi ci si è sempre aggiunta anche la religione, S.R. Chiesa, che invece di coscientizzare il prossimo sulla evangelicità della giustizia sociale, dovere etico del contribuire al bene comune pagando le tasse ha barattato il proprio silenzio con i privilegi, le esenzioni, i benefici a favore di lei stessa.
Purtroppo, cari lettori, il Magnificat, il Signore che abbassa i potenti ed innalza gli umili, era un desiderio che Maria vedeva come realtà ma tale non era. Probabilmente esso le è stato attribuito ma non è un suo messaggio. Lei sapeva e sa benissimo che, come è stato necessario il suo "si" perché si incarnasse Amore in questo mondo, così è necessario il "sì" dei poveri alla solidarietà ed alla condivisione se si vuole che i ricchi vengano rimandati a mani vuote.
La solidarietà fra i poveri ed il progetto di un'economia di comunione, sono le condizioni della loro salvezza e della loro liberazione. Dopo l'incubo tasse, oggi necessario per redistribuire la ricchezza, ma reso vano dalle parti uguali fra disuguali, non sarà più fra noi: ognuno farà il possibile per il bene comune, e riceverà dagli altri il necessario e la gioia. Questo, però, sarà nella prossima era geologica, anche se noi dobbiamo cominciare a parlarne adesso, altrimenti, a quel tempo, non è detto che noi non avremo fatto la fine dei dinosauri, perché il bipede capitalista, di fatto o di desiderio, quando avrà finito di divorare il prossimo ed il suo stesso ambiente, creperà di fame.....
Mario Mariotti



Sabato 08 Novembre,2014 Ore: 18:08
 
 
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