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www.ildialogo.org Parola compromessa, sostanza evangelica,di Mario Mariotti

Parola compromessa, sostanza evangelica

di Mario Mariotti

Il sottoscritto viene da un ambiente e da una cultura cattolica. I credenti che vivono tale cultura non digeriscono che io nei miei scritti, dopo aver fatto l'analisi del dove siamo dei segni dei tempi, inserisca nel progetto da costruire il termine comunismo. Tutti i fulmini che mando al capitalismo, al mercato ed alla competizione vengono digeriti, per lo meno a parole; anche la cultura del necessario viene digerita, anche se in modo più virtuale che reale. Ma il comunismo con amore, per il suddetto tipo di cultura, è una specie di bestemmia, e le bestemmie non si possono pubblicare. Per fortuna che, in campo cattolico, Chiara Lubic e i Focolarini parlano di economia di comunione, e allora io stesso uso questo termine non compromesso per definire il progetto, il dove dovremmo andare quello che dovremmo costruire; e allora una parte dei miei scritti riceve l'imprimatur. I precedenti soggetti allergici alla parola che per loro è una bestemmia mi dicono anche un'altra cosa: perché insisti a parlare di comunismo quando ormai a livello planetario sei rimasto solo tu a crederci; quando ormai ci credi solo tu? A parte che questo non è vero, perché dei compagni ce ne sono, ma i mass-media li nascondono, io allora rispondo che, per prima cosa, rilevo una contraddizione, e per seconda proverò a ripetere il perché per me la parola progetto non è una bestemmia.
La contraddizione: siccome sul pianeta ci sono solo io a parlare di comunismo, che danno posso fare se continuo a proporre quello in cui nessuno più crede, né la Destra, né il Centro e neppure la Sinistra? Ormai è più che assodato che io non sono affatto contagioso, né per quello che dico, che viene considerato quando va bene pura utopia, e quando va male incitazione a delinquere, né per quello che faccio, dato che la solidarietà nella continuità, da quando gli Italiani hanno venduto l'anima a un fanfarone che promette di dare quello che in seguito preleverà sotto diverso titolo, è diventata un oggetto misterioso, che alcuni pensano sia commestibile ed altri giurano che sia potabile. Dato che questo è vero, che sono uno che grida nel deserto, perché non lasciarmi gridare, quando è assodato che nessuno farà proprio il messaggio, e gli darà mani e piedi per operare nel mondo?
A questo punto proverò poi anche a ripetere perché io credo ancora nel comunismo, pardon, economia di comunione. Ci credo per un motivo semplicissimo: perché a livello soggettivo lo pratico, e a livello strutturale ci sono già dentro. Come persona sto costruendo la cultura del necessario, e convertendo quello che eccede in solidarietà verso coloro che mancano del necessario; questo lo faccio da più di 40 anni. Sul piano strutturale sono già nel socialismo, perché sono uno statale, ho insegnato nella scuola pubblica, ho avuto il posto fisso di lavoro, adesso sono un pensionato, e quindi godo dei privilegi e delle conquiste che il Socialismo, quando esisteva, era riuscito ad ottenere. Quando io parlo di comunismo, forse i miei lettori o ascoltatori pensano a Stalin col naso a tre fori che fa concorrenza al demonio in quanto a cattiveria e crudeltà Io, invece, lo concepisco nei termini semplici, logici e giusti che ho detto prima; e vorrei che tutti potessero godere dei privilegi che ho avuto io. Il posto fisso di lavoro mi ha permesso di pianificare il futuro con inclusa la solidarietà, che è diventata strutturale: certi progetti ricevono il mio contributo mensile da oltre 40 anni. La cultura del necessario mi ha permesso di risparmiare le risorse che, invece di finire in banca ad alimentare la speculazione finanziaria, sono andate a sostenere Medici Senza Frontiere, Emergency, AIFO, Fraternità Bahiana e via di seguito.
Infine al comunismo ci credo per un altro motivo che dovrebbe far molto riflettere coloro che mi dicono che ci credo solo io (ribadisco che questo non è vero). Io lo fondo sulla Parola di Dio, e allora il loro enunciato "ci credo solo io" equivale all'altro, che è assurdo, che alla Parola ci credo solo io. Lo fondo sulla Parola perché, se Dio è Amore, Dio è Con divisione, e se uno incarna la condivisione, non accumula, tiene il necessario, e quello che eccede va a coloro che il necessario non l'hanno ancora. In questa logica la ricchezza è una bestemmia dell'Amore, di Dio; il Suo progetto, infatti, è il "Beati i poveri per scelta"; la Sua incarnazione porta strutturalmente l'egualitarismo fra gli uomini, quell'economia di comunione che ha come termine tutta la famiglia umana, famiglia nella quale gli ultimi sono al primo posto, ognuno contribuisce al bene comune e riceve dagli altri il necessario e la gioia.
Un accenno veloce ad un altro dilemma: come mai il termine comunismo, dopo solo 70 anni di esperienza storica, è già stato universalmente condannato, mentre il termine cristianesimo, dopo secoli e secoli di traduzione blasfema del Vangelo, partendo dalle Crociate, passando per i Concordati col nazifascismo, arrivando all'imperialismo degli USA, che prima e dopo i pasti giurano sulla Bibbia mentre bruciano enormi risorse in guerre d'aggressione e in armamenti, che poi, per necessità produttive, finiranno col venir usati ai danni di qualcuno; come mai, dicevo, il termine cristianesimo continua imperterrito a prosperare? La risposta dei credenti nel cristianesimo è analoga a quella dei credenti nel comunismo, e qui sbaglio il numero della parola, che va al singolare e non al plurale, perché a crederci ci sarei solo io....
Provo a concludere. Sotteso a tutte queste considerazioni ci sta un problema enorme, che nessuno fino ad oggi è riuscito a risolvere. Il comunismo, la condivisione dei doni di Dio fra tutti i suoi figli, è un progetto giusto, logico, evangelico, e andrebbe scelto e praticato con amore soprattutto da coloro che si dichiarano alla sequela del Signore. Questo però non succede, non è successo e non ha intenzione di succedere. Ugualmente, se il comunismo viene imposto, non funziona, produce tante vittime nell'affermarsi, viene rifiutato dai figli e dai nipoti di quelli che l'avevano imposto. L'URSS insegna: milioni di vittime per imporlo, milioni di vittime per difenderlo, rifiuto generale da parte delle nuove generazioni di un sistema che riusciva a garantire una povertà dignitosa a tutti quanti, ribadisco tutti quanti; e ritorno a quel capitalismo in cui i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri e disperati.
Non sarà, allora, una questione antropologica? Dio, creando il bipede umano, non l'ha vaccinato contro l'egoismo e l'alienazione religiosa, per cui il cristianesimo incarnato, cioè l'economia di comunione, non riesce ad attecchire né fra i credenti, né fra i compagni? Ma se fosse vero questo, come la mettiamo con Gesù? Lui non si è forse incarnato per dimostrarci che é possibile incarnare Amore in questo mondo, e trasformarlo secondo Amore? E non è forse strutturale che, se uno incarna amore, dà, condivide, non accumula, e quindi vuota dall’interno il capitalismo, il mercato e la competizione?
La mia semplice esperienza, che non é certo solo mia, non potrebbe venir considerata una prova che il comunismo, meglio economia di comunione, non é né una bestemmia,né un'utopia impraticabile? Il Signore, per dimostrarci che è possibile incarnare amore, si è lasciato assassinare. Il "ci credi solo tu" non allude, implicitamente, al fallimento del progetto di Dio per noi?
Mario Mariotti



Giovedì 07 Agosto,2014 Ore: 19:03
 
 
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