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www.ildialogo.org GESU’ UOMO,di GIOVANNI VARANELLI

GESU’ UOMO

di GIOVANNI VARANELLI

Gli uomini, sebbene siano irripetibili, nella vita non sono poi tanto diversi l’uno dall’altro, per omogeneità di azioni e di possibilità. Così, ad esempio, i fondatori di religioni furono tutti uomini comuni figli del loro tempo che, in relazione alle circostanze sociali vissute, hanno saputo suscitare ascendente di credibilità che ha conferito loro prestigio ed ascolto; tuttavia, le religioni da essi fondate non sono che espressioni di un aspetto della vita posto in risalto in quanto giovevole, in ordine al quale hanno consigliato il comportamento da tenere, riducendolo così a particolarità personale. Da alcuni la religione viene addirittura imposta, anche per motivi politici, per cui agli aderenti è vietato far uso delle facoltà critiche raziocinanti e della libertà di pensiero dalla quale soltanto scaturiscono i personali convincimenti, la cosa più preziosa per l’umanità, madre persino di ribellioni, rivendicazioni e guerre, qualora la libertà sia messa in pregiudizio o sia reclamata. La religione è tanto più valida e credibile quanto più contiene i principi che la rendono ecumenica, senza esaurirsi nel rituale; essa deve muovere l’animo in tutti i suoi aspetti ed interessare tutte le categorie sociali; non è concepibile una religione nazionale e che non s’interessi del benessere della società, chiunque vi faccia parte. Si constata, invece, che quasi tutte le religioni non danno prova di amore per il genere umano col porsi a suo servizio, in quanto fratelli da aiutare e salvare; difatti, nessuna, come insegna la storia, ha istituito enti caritatevoli per i bisognosi per lenirne le sofferenze o sovvenire alle sue necessità, anzi, capita spesso che della religione ci si serve oltre che per fini politici anche per quelli personali, sopraffacendo, se è il caso, i fratelli. Gesù uomo è stato l’unico essere al mondo inconfondibile per originalità vissuta ed altezza d’insegnamento, mai da rivedere o aggiornare, dai millenni non scalfito, ma avvalorato. Nessun personaggio, per quanto celebre, Gli può stare alla pari per singolarità; Egli è l’unico Uomo che splende senza macchie e sfugge a qualsiasi critica come se appartenesse ad un campo superiore e diverso; la Sua è stata l’unica vita vissuta senza scopi personali, di qualsiasi genere, ma una continua offerta ai fratelli. Di tutti gli uomini possono aversi sosia o copie per la loro fungibilità, anche se assurti a rinomanza universale eccezionale, non per Gesù Che resta unico, inconfondibile, inimitabile; pertanto, non si avrà mai un altro Gesù, mentre di ogni tipo di persona esistita, o che esisterà, si potrà avere l’analoga. Innanzi tutto non è mai stato geloso, invidioso ed egoista, vizi questi comuni a tutti gli uomini, ma di generosità infinita, senza badare a tornaconti, dei quali, tra l’altro, la vita da Lui vissuta non avrebbe saputo che fare, a partire dal potere, dalle ricchezze e dalla fortuna; è l’Unico che nato, vissuto e morto per i fratelli, assieme a Dio, alberga nei loro cuori a guida e conforto. Tutti quelli che sono stati in rapporto con Lui Ne hanno tratto beneficio, come dimostra il ringraziamento unanime di costoro, disposti ad offrire persino la vita. In una esistenza irrilevante e senza prestigio, consumata in giorni anonimi, “in quel tempo”, ha difeso la dignità umana, elevandola a sostenere il rapporto con la Divinità, con autorevolezza, sicurezza e competenza, come nessun altro mai, e incidendo sulle modalità delle relazioni sociali e in vista dell’eternità, mediante il perdono ed espressioni concrete di fratellanza universale, indicando la strada da seguire per vivere nella sicurezza. La società indicata da Lui, e che si ottiene facendo tesoro dei Suoi insegnamenti, non solo non avrebbe poveri da sovvenire, ma sarebbe addirittura felice, né avrebbe bisogno di armi per difendersi: improntata ai doveri, essa risponderebbe appieno ai desideri e alle necessità dei cuori. Pertanto, si creda o no, il mondo intero è tributario di Gesù per aver portato sulla terra brani del regolamento celeste nel difendere a quel modo la dignità umana. Ma l’uomo ha scelto un’altra strada, e le relative conseguenze hanno prodotto la storia che tutti conosciamo e che è un prolungato pianto d’infelicità quasi ineluttabile. Egli è l’unico essere del quale si narra la vicenda storica come se la narrazione rimanesse incompleta, per non esaurirsi la Sua personalità in quello che ha detto e compiuto, e tant’altro rimanesse nella lingua; né la morte, come per tutti, è la fine della vita, avendosi una palpabile sensazione che essa costituisce solo una variante nel modo di operare che continua. Nel fondare la Sua Chiesa, Lui non ricercava circostanze da sfruttare, ma le creava; né ci teneva a fondare la religione in quanto istituzione perché il Suo intento era di avvicinare i fratelli a Dio, l’unico modo che procura loro felicità e salvezza. La religione nata di conseguenza non interessa la vita in un solo aspetto, ma la considera nella sua interezza, dalla nascita alla morte. A tal fine non ha esercitato imposizioni, ma dialogava coi cuori perché i Suoi insegnamenti si traducessero in convinzioni personali per essere attuati per proprio conto e per il proprio bene, senza invadere interessi e sensibilità altrui. Pertanto, quello che ha detto non fu mai sentito prima ed è unico ed inarrivabile; gli altri possono ispirarsi a quelle parole, commentarle, seguirle e ripeterle, ricavandone convenienza, ma non proporle come proprie in originalità, e il non attuarle per seguire interessi materiali contingenti, tra loro paralleli, omogenei e fungibili, sì da rendersi gli uni copia degli altri, prima o poi se ne vive il rammarico nel pentimento, per aver pregiudicato la propria convenienza. Gesù non segue alcuna scuola, ma è Lui che fa scuola creando seguaci i quali si danno a Lui per tutta la vita, modellandola sulla Sua, facendo tesoro dei Suoi insegnamenti, gli unici che avvicinano a Dio, per la fiducia che merita la Sua persona, e non per compiacere o per cammini di fantasia o per inganno. Tra l’altro, Egli avvalora il Suo insegnamento non con l’eliminazione di gente innocente perché dà fastidio o perché s’è dichiarata indisponibile ai precetti impostile, ma col proprio sangue allo scopo di renderlo efficace all’interesse dell’umanità. Raccomandò il disinteressato amore praticato da Lui ai Suoi seguaci, dopo aver insegnato loro la via del perdono, ignota a tutti, ma di benedizione universale per lo spegnimento dei focolai del male che possono insorgere, ed in quanto attuazione di giustizia superiore. La Sua umanità dà la sensazione di non esaurirsi nelle relazioni, come qualsiasi altra, ma di essere oltre, sconfinando in mondi superiori. Quale celebrità umana, date queste premesse, può stare alla pari con la Sua, e per il successo che Gli hanno tributano i secoli, sempre vivo nel tempo, e per l’insuperabilità dell’insegnamento? L’amore umano in genere ha un tornaconto e trova le condizioni d’attuazione assoluta solo se si ispira al Suo. Avremmo, in tal caso, un codice perfetto che eleverebbe le condizioni di vita sulle necessità di ognuno, con le porte sempre aperte alle migliorie apportabili in tutti i modi possibili, esclusi quelli lesivi o nocivi. Per quanto sopra, come si può confondere Gesù con tutti gli altri uomini, soprattutto coi fondatori di religioni, ponendoli tutti sullo stesso piano per operare scelte di affidabilità? Quale religione vive nei cuori come la Sua, e per aderirvi e beneficiarne sono sufficienti le sole intenzioni, ove altro non sia possibile? Posso essere sensibile a qualsiasi religione, a condizione che il suo fondatore possa vantare una vita dignitosa, senza macchie, senza tornaconti e pura, se non superiore, almeno pari a quella di Gesù. Una volta conosciuto Gesù, come si può confondere l’umanità con la Divinità? Come si può ridurre la religione ad ancella della politica o di bassi interessi personali? Solo gli sprovveduti identificano dozzinalmente la soddisfazione degli interessi materiali col vero bene, rendendoli un tornaconto, mentre questo è la grande virtù che eleva a Dio per l’eternità, cosa possibile proprio seguendo Gesù, svincolandosi proprio dagli interessi materiali. L’intelligente onestà mentale, però, evidenzia queste sottigliezze e corre ai ripari, senza farsi vincere da bassezze contrarie, e speriamo che ogni uomo sia tanto libero da capire queste cose, ricercarle ed attuarle per il suo vero bene.
GIOVANNI VARANELLI


Venerdì 27 Giugno,2014 Ore: 12:45
 
 
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