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www.ildialogo.org Il peccato contro lo Spirito,di Mario Mariotti

Il peccato contro lo Spirito

di Mario Mariotti

Se c'è qualcuno che, sulla faccia della Terra sembra dimostrare di non conoscere Nostro Signore, è proprio la Sua Chiesa. Questa sembra una bestemmia, ma non lo è dato che questa verità è provata, è dimostrata da 17 secoli di cristianesimo storico che di porcate ne ha fatte un'enormità e non ha ancora finito di farle.
Cercando di individuare le cause di questo fenomeno plurisecolare, io penso che una di esse consista nel fatto che la Chiesa, non riconoscendo nell'evento Incarnazione lo specifico del Signore, e soprattutto il messaggio incluso in tale evento, considerando sé stessa pellegrina sulla Terra, (che è valle di lacrime solo per i poveri e non per i ricchi), in vista della propria destinazione nell'alto dei Cieli, nella casa del Padre, essa, più che coltivare, ha fatto e continua a far coltivare alle sue pecorelle le tre virtù fondamentali dell'ubbidienza, dell'umiltà e della rassegnazione, indispensabili alla salvezza dell'anima, e il risultato è stato e continua ad essere la consegna di Nostro Signore ai ricchi, ai conservatori, a quella che in generale viene definita politicamente come Destra. Questa, per me, è la porcata delle porcate, il peccato contro lo Spirito che non le verrà perdonato, a meno che lei non riesca finalmente a prenderne le distanze, cosa della quale, per ora, non è percepibile nessun segnale.
Nostro Signore, invece, è tutta un'altra cosa: è gioia di essere figlio di Dio come ogni uomo; è disubbidienza alla Legge che trasforma i figli in servi-sudditi; è indignazione per chi si nutre della Verità invece che servirla; è resistenza al modo religioso di intendere Dio; è impegno a vivere quella soggettività strutturalmente solidale che genererà, se praticata da tutti, quel Regno che, pur essendo lontanissimo, è già anche fra noi.
Altra riflessione, in apparenza atipica: A me sembra che se c'è un'assurdità, essa è l'invito del Papa a pregare per le vittime dell'uragano che, nelle Pilippine, ha causato migliaia di vittime e devastazioni enormi. Intanto, per prima cosa, il Creatore ha creato il nostro mondo, e in esso sono inclusi gli uragani, i terremoti, le eruzioni, le alluvioni e via di seguito, compresi quei virus e batteri che fanno lavorare le pompe funebri senza problemi di cassa integrazione, e per questo bisognerebbe fargli causa, con molte probabilità di vincerla. Poi, se uno prega per le vittime, esse sono già passate per la grande tribolazione, annegate stracciate, straziate, e la preghiera è purtroppo tardiva. Se uno invece prega per i viventi superstiti, invece di pregare Dio che li aiuti, deve pregare non Lui, ma sé stesso, perché il proprio cuore si apra alla compassione e lui stesso li aiuti, condividendo con loro il proprio superfluo.
Tornando infine al perché degli uragani e terremoti, anche se noi non sappiamo perché la natura è così crudele, violenta, direi quasi nazista, perché lascia morire gli scarti, i piccini difettosi, gli ausmerzen, anche se non sappiamo se essa inizi dal bosone di Higgs, e se esso sia stato creato da Dio, però sappiamo che se noi ci apriamo alla compassione, e quindi all'amore ed alla condivisione, all'amare e condividere, noi creiamo sia le condizioni per cui, quando arriva l'uragano o il terremoto essi non causano più delle vittime, sia quelle per cui il creato diventa accogliente per tutti i viventi, e dona a tutti il necessario e la gioia. Noi il nome del Signore l'abbiamo bruciato, neutralizzato, chiamandolo Salvatore.
Dobbiamo arrivare a capire che non è Lui a dar forza alla Verità, ma Lei a Lui, che è e si dichiara testimone di Lei. Anche se Gesù non fosse storicamente esistito, e fosse stato costruito per rispondere al bisogno di religione connaturato all'uomo, la Verità è che, dando corpo, che incarnando i suoi giudizi, le sue scelte, i suoi comportamenti, educando l'uomo ad aprirsi alla compassione, ad amare, a condividere, a indignarsi per le ingiustizie, a resistere ad esse, a disubbidire agli ordini ingiusti, a rifiutare la violenza, a vedere nella diversità una ricchezza e non un negativo, facendo questo staremo praticando quella soggettività strutturalmente solidale che include la potenzialità di costruire il Regno.
E perché, poi, non la piantiamo anche con i miracoli, che bestemmiano la giustizia di Dio, portano sofferenza in chi li aspetta, coltivano quella visione religiosa dello Stesso che con Lui non ha niente a che fare? L'unico miracolo, quello vero, quello che non sappiamo vedere perché è sempre sotto i nostri occhi, è la Vita. Proviamo a cominciare a considerare la vita, come il miracolo che è; e proviamo ad attrezzarci per riuscire a rispettarla in tutti i viventi, anche nelle bestioline, anche nelle piccole vite; e prendiamo lezione dall'albero, che trasforma la non-vita in vita, e offre nutrimento e riparo alle altre vite e diamo da bere anche all'erba, che a volte condivide la nostra sete....
Noi stiamo ancora perdendo tempo a dividerci fra credenti e non credenti, e facendo questo finisce che i credenti credono nel Salvatore e nel frattempo, praticando le virtù della religione, ubbidienza, umiltà, rassegnazione, conservano la situazione esistente con tutto il negativo che essa include, soggettivo e strutturale.
Mentre la base della Chiesa pratica le tre virtù, il suo vertice intrallazza con i Beniti, gli Adolfi, i Bush ed i Berlusca di tutti i tempi, e questi ultimi diventano gli uomini della Provvidenza, i veri credenti-doc, cui ubbidire e rassegnarsi. Questo significa chiudere il proprio cuore alla compassione, essere conservatori di un esistente, di una realtà che bestemmia il Regno per 25 ore al giorno; fare del Signore il difensore della Destra, dei ricchi e dei potenti, che hanno trovato anche chi gli vende Dio, barattandolo con benefici, privilegi, esenzioni, donazioni. Questo è il più grave peccato della Chiesa storica, del cristianesimo reale, che del Signore dimostra di non aver conosciuto né la Sostanza, né il messaggio.
Nel DNA del cristiano, che può appartenere a qualsiasi religione, o considerarsi anche agnostico o ateo, dato che verrà giudicato sulla pratica dell'amore e della condivisione, ci sono la compassione, l'indignazione per le ingiustizie blasfeme del nostro tempo, la resistenza al pensiero unico globalizzato del Beati i ricchi, la pratica della soggettività strutturalmente solidale, i cui pilastri sono la cultura del necessario e la condivisione con amore.
Dove ci sono queste cose, lì c'è Dio.
Mario Mariotti



Domenica 23 Marzo,2014 Ore: 10:54
 
 
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