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www.ildialogo.org Noi, genitori di Gesù?,di Mario Mariotti

Noi, genitori di Gesù?

di Mario Mariotti

Gli atei dicono di non credere nell'esistenza di Dio. Hanno come attenuante il fatto che è stato presentato loro un Dio, quello religioso, che di Dio ha ben poco; che non dà risposte rispetto ai grandi problemi dell'esistenza; che non regge né in rapporto alla razionalità né al sentimento. In genere anche loro hanno un Dio, pur non sapendo di averlo. Questo Dio, in genere, ha più attinenza con mammona che con Javé il Giusto, Loro, tuttavia, siccome sono dentro a quella cultura che divide i credenti dai non-credenti, e non a quella che divide i praticanti solidarietà dai praticanti il culto di sé stessi, in rapporto a sé stessi pensano di non credere, e si considerano atei.
Gli agnostici sono più problematici. Sanno che di Dio, non si può dimostrare razionalmente né l'esistenza, né la non-esistenza. Siccome, storicamente, i cosiddetti credenti ne hanno combinate di cotte e di crude, partendo dalle Crociate, passando per i roghi degli eretici e arrivando al sostegno ai dittatori più schifosi della storia dell'umanità, per cui essi riuscivano, e riescono, a far convivere Nostro Signore ieri col nazifascismo, e oggi col capitalismo, il mercato e la competizione, questi comportamenti li spingerebbero, gli agnostici, a propendere per la non esistenza di un Dio di questo tipo e qualità. Poi, siccome sanno bene che questo tipo di credenti non crede veramente in Dio, ma in mammona, in rapporto all'esistenza di Lui sospendono il giudizio se rivolgono la loro attenzione ad altri problemi.
Arriviamo finalmente ai credenti, anche se questa è una definizione, participio presente del verbo credere, che è deviante. Il giudizio di Dio, infatti, non distinguerà fra credenti e non-credenti, ma fra praticanti e non-praticanti solidarietà verso l'affamato e l'assetato; e molti credenti si sentiranno dire, a quell'appuntamento, la terribile frase "Io non vi conosco". Questo, però, è un argomento che, in questa occasione, non voglio approfondire.
Oggi voglio fare un altro percorso. Voglio partire dai cosiddetti credenti, e invitarli a riflettere perché approfondiscano quello in cui credono di credere. Il credente crede nella Parola di Dio che è contenuta nei Vangeli, e quindi crede in Dio, e crede anche di conoscere Dio. Se uno ascolta poi la casta sacerdotale, quest'ultima Lo conosce meglio di quanto Lui conosca sé stesso! Dal gran che essa Lo conosce, sa meglio di Lui stesso quello che Lui vuole, per cui. tutte le porcate che sono state fatte da lei attraverso i secoli, sono state qualificate come volontà di Dio, e fatte in Suo onore.
Secondo me sia il credente che la casta sacerdotale hanno un grande bisogno di riflessione, per arrivare a capire che essi, pur credendo di credere, di fatto non credono alla Parola, non credono a quello che il Signore dice e propone nei Vangeli. Mi soffermo sugli enunciati-chiave che ci dovrebbero far capire quello che né i credenti, né la casta sacerdotale, fino ad oggi sembrano aver capito. "Dio ci è padre" (Padre nostro); "Chi ha visto me, ha visto il Padre" (Gesù è il Padre incarnato); "Noi siamo una cosa sola"; "Chi fa la volontà del Padre, (chi ama e condivide), mi è padre, madre, fratello e sorella". Partendo da questi enunciati si possono trarre conseguenze dirompenti. Se è vero che Dio, sé, non potremo mai conoscerlo, dati i nostri limiti come uomini, però possiamo conoscerlo attraverso Gesù, perché Lui dice che chi ha visto Lui, che è una cosa sola col Padre, vedendo Lui ha visto anche il Padre, cioè ha visto Dio.
È vero che anche Gesù non potremo mai conoscerlo completamente, dati i nostri limiti, e questo è dimostrato dal fatto che Lui continua ad essere un Motore, una Fonte di ricerca inesauribile, ma è anche vero che i Vangeli ci fanno conoscere un sacco di cose. Com'è, allora, Gesù, e quindi Dio? Com'è Dio in Gesù? È amore incondizionato, è accoglienza per tutti, è perdono per tutti, (sul piano soggettivo, mentre ricchezza e sacerdozio si autoescludono dal Suo amore); è non-violenza, è compassione, è a volte indignazione, è soprattutto non-onnipotenza, oppure è una onnipotenza che passa attraverso di noi, che quando amiamo e condividiamo, Gli siamo padri e madri, siamo figli di Dio come Lui, riusciremo a fare, come Lui ci ha detto, dei miracoli più grandi dei Suoi.
Questi, secondo me, sono gli enunciati-messaggi più significativi e fondamentali per arrivare a conoscere un po’ di Dio. Essi ci rivelano che non esiste la divisione divino-umano; che la realtà ha un'unica dimensione, quella laica, divinizzata dall'uomo Gesù, paradigma di incarnazione dello Spirito, fattosi uomo per servire l'uomo e gli altri viventi del creato; nostro fratello e figlio quando noi amiamo e condividiamo. Essi fanno saltare la religione, il rapporto uomo-Dio mediato dalla casta sacerdotale, dato che, fra il Padre e il Figlio, non ci sono sacerdoti, e che il Secondo è la continuità, l'eternità e il corpo del Primo. A ben riflettere, i sacerdoti fecero assassinare Gesù proprio per questo: Lui diceva che Dio era Suo padre; lui era un laico come ogni uomo; per loro l'uomo, non servo o suddito, ma figlio di Dio, era una bestemmia, era una Verità che uccideva il loro futuro, e quindi andava messa a tacere.
Per tirare le fila del discorso, essendo l'alto dei cieli nel profondo di noi stessi; essendo noi stessi, quando amiamo e condividiamo, corpi di Lui, corpi di Dio come il Signore, o strumenti perché i Valori di Giustizia, Solidarietà e Amore si incarnino nella storia del genere umano; finisce che Dio-Spirito é uno; che sta tribolando per materializzarsi attraverso di noi; che sta crescendo con noi essendo in noi; che deve aspettare la nostra maturazione, la nostra crescita in sensibilità, lucidità e coerenza, per potersi materializzare e portare a compimento la creazione nel mondo tutto compiuto secondo Amore, secondo Sé stesso. Sarebbe molto importante capire questo, perché la religione, oltre a portare dolore perché colpevolizza l'uomo; oltre a farlo bestemmiare perché si sente ingiustamente o colpito o abbandonato da Dio, che sarebbe responsabile di tutto; finisce anche col nascondere all'uomo la radice del negativo che lo opprime mentre lui stesso sta opprimendo il prossimo, e cioè quella soggettività strutturalmente maligna che noi viviamo sentendoci buoni, e che produce il negativo che al tempo stesso,imponiamo e subiamo.
Il cambiamento del mondo passa per il nostro cambiamento e per quello delle strutture che contaminano l'umanità dell'uomo, e impediscono il cambiamento. Dio, o i Valori, l'Ente supremo trascendente o le idee di Solidarietà, Giustizia, Fratellanza, si interconnettono nel mondo e lo trasformano attraverso di noi solo se e solo quando noi le contaminiamo.
La nostra adorazione, il nostro ringraziamento, la richiesta di perdono e le nostre preghiere, il tutto rivolto a Dio, non possono non farlo indignare. Lui ama le sue creature, ma ha bisogno delle loro mani per soccorrerle. La creazione è ancora uno sterminato oceano di sofferenza, di ingiustizie blasfeme, di violenza estrema sui piccoli, sui fuori mercato, su coloro che si ritrovano con pochi talenti ad affrontare un mondo che dovrebbe essere fraterno e invece è una giungla maligna e crudele; e gli uomini, invece di aiutarLo a portare il necessario e la gioia alle proprie creature, Lo pregano perché salvi loro stessi e faccia Lui quello che solo loro possono fare. Quando capiremo tutto questo, e quando capiremo che l'inferno di cui stiamo facendo esperienza dipende dal fatto che questo noi non lo vogliamo capire?
Mario Mariotti



Venerdì 28 Febbraio,2014 Ore: 18:44
 
 
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