- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (404) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Amore incondizionato, con due eccezioni,di Mario Mariotti

Amore incondizionato, con due eccezioni

di Mario Mariotti

Nel Vangelo Gesù ci fa conoscere un Dio che ci é padre, che ama tutte le sue creature di un amore incondizionato, che perdona ancor prima che la creatura il perdono glielo chieda. Il figliuol prodigo torna a casa per egoismo? Non importa. Grande festa per il suo ritorno! Solo il vitello grasso non fa in tempo a rallegrarsi.... Gesù poi, ad un certo punto, cerca di dare la sveglia ai suoi discepoli: non ve ne siete ancora accorti che chi ha visto me, ha visto il Padre, perché noi siamo una cosa sola?
Ecco che Gesù si qualifica come incarnazione del Padre, come incarnazione della Sua volontà, come Padre incarnato, come Spirito col corpo, per cui la dimensione trinitaria di Dio si rivela come una complicazione partorita dallo spirito umano, che rifiuta l'estrema semplicità della dimensione laica di Dio, che uno ha davanti agli occhi quando vede Gesù.
Ebbene questo Gesù, che i Vangeli ci aiutano a conoscere, ma in modo non esaustivo, perché la Sua caratterizzazione é condizionata dalla cultura religiosa degli estensori degli stessi Vangeli, e dalla nostra capacità di comprensione, che é sempre limitata, questo Gesù, dicevo, assume una linearità in rapporto a determinati messaggi che non può essere contraddetta. Gesù ama tutti, perdona tutti, accoglie tutti, ma ci sono due eccezioni: i ricchi e i preti. Nei Vangeli queste sono le due sole categorie-condizioni che non trovano accoglienza, comprensione, perdono.
La condanna, poi, non é per il soggettivo, per la persona, perché anche fra i ricchi e i preti ci sono le brave persone, ma per la condizione che il soggetto incarna, per lo strutturale; e allora ricchezza e sacerdozio si trovano escluse dall'amore di Dio, e condannate irreversibilmente. Io ho provato a riflettere su questo fatto, che sembra contraddire l'amore incondizionato per tutti del Padre e di Gesù che sono la stessa persona, ed ho formulato delle ipotesi per individuarne le cause.
Il ricco epulone finisce nella Geenna non perché é cattivo anzi, da laggiù chiede aiuto non per sé stesso, ma per i fratelli; tuttavia se lo vede negato. Qui Dio ci fa una brutta figura. Lui finisce laggiù perché é cieco, perché non vede la sofferenza del povero Lazzaro, emblema della miseria, della fame, del dolore del mondo. La ricchezza allora, per il fatto stesso che si forma, é la testimonianza dell'omissione di solidarietà verso i poveri, e quindi della cecità in rapporto alle loro sofferenze.
A parte che, essendo Dio amore, e quindi Condivisione, é più che evidente che la ricchezza, che l'accumulo privato ne costituiscono la radicale contraddizione, é probabile che il Regno, la creazione tutta compiuta secondo Amore, trovi nell'egoismo dell'uomo che accumula ed è cieco sulla sofferenza dei fratelli, il primo ed il più micidiale nemico. Se il ricco facesse al povero quello che vorrebbe ricevere se le condizioni fossero invertite, e ad essere bisognoso di aiuto fosse lui stesso, non ci sarebbe cecità; lui incarnerebbe lo Spirito-Condivisione, si equalizzerebbero le condizioni, non ci sarebbe più la divisione ricco-povero, l'Amore incarnato attraverso la condivisione porterebbe il necessario e la gioia ad ogni vivente.
Secondo me, la creazione non é affatto compiuta, é ancora in atto, è il pensiero-progetto-diDio, fattoci conoscere da Gesù, prevede come termine il suddetto obiettivo, il necessario e la gioia per tutte le creature, e può venir formalizzato anche come mondo con l'Amore tutto compiuto in tutti. La ricchezza allora, l'accumulare, costituisce la contraddizione in termini del Progetto, la Sua bestemmia, il principale nemico. É il peccato contro lo Spirito, che non trova perdono perché é colui che lo pratica che si autoesclude dall'incarnazione dell'Amore, e quindi non entra nell'eternità della Vita, che é quella dello Spirito.
Ora passiamo all'altra categoria, a quella dei sacerdoti, coi quali il Signore si trova a lottare durante i tre anni della sua vita pubblica, e viene perseguitato da loro, e alla fine viene da loro assassinato, essendo loro i mandanti del suo omicidio per procura. Come mai nei Vangeli gli scribi e farisei se ne sentono dire di tutti i dolori, e vengono equiparati ai rettili velenosi e ai corpi in putrefazione aventi dimora nei sepolcri imbiancati, senza tenere conto di tutto quello che il Signore gli avrà urlato contro, e che non é stato riportato nei Vangeli per non farlo apparire troppo adirato e turpiloquente?
Anche qui c'é la risposta: essi rappresentano il modo religioso di concepire Dio, considerato l’Altissimo, il partner dell'Alleanza con il popolo eletto, l'Autore di tutto ciò che succede nel mondo, sia di bene che di male, essendo tutto Sua Volontà; l'Ente supremo onnipotente e buono che va adorato, ringraziato, placato e pregato. Gesù si incarna per dirci che Dio non é così, che Lui stesso é suo figlio, che il sabato é per l'Uomo, che Lui non é venuto per essere servito ma per servire, che il primo comandamento é che ci amiamo fra noi come Lui ci ama, dimensione laica dell'Amare.
Il Signore ci vuole liberare dalla religione, e vuol farci capire la nostra collocazione esistenziale di potenziali corpi dello Spirito, di potenziali mani del Suo amore per noi, di tralci di una Vite che ha bisogno di loro per portare a loro il necessario e la gioia. L'alto dei Cieli é dentro di noi, la sequela al Signore si esprime nella laicità fraterna e solidale, nel rapporto positivo con l'affamato e l'assetato. Tutto questo nega strutturalmente il rapporto uomo-Dio gestito dalla casta sacerdotale; questo lei lo capisce benissimo, contrariamente a noi, che concepiamo ancora il Signore in termini religiosi, e appena ci riesce, Lo fa assassinare. E purtroppo non fa solo questo, ma ne vanifica il messaggio facendo di Lui una nuova religione, con la creatura separata dal Creatore e con la casta sacerdotale a continuare la mediazione, alienante per la gente, redditizia per lei stessa.
Anche qui, allora c'é il peccato contro lo Spirito, contro la Verità, ed é questo: l'aver fatto del Signore una religione. Ed ecco la terribile parola di condanna pronunciata da Gesù e rivolta ai sacerdoti: "Io non vi conosco!" Ecco allora, e per concludere, che la ricchezza e la religione vengono denunciate quali contraddizioni della Verità, dello Spirito-Amore, e principale ostacolo al progetto dell'Incarnazione, indispensabile per costruire il Regno, per trasformare il mondo secondo Amore.
Dio ama tutti e non esclude nessuno, ma sono le due condizioni che si autoescludono, perché anche se dicono di credere in Dio-Amore, poi non Lo incarnano. I frutti di questo rifiuto li abbiamo davanti agli occhi i ricchi che incancherano tutto, compresa l'umanità dell'uomo; i preti che invitano a rivolgere gli occhi al cielo invece che ad essere noi gli occhi di Dio sulle altre creature, e che invitano a pregare perché venga fatto da Dio ciò che sarebbe nostro compito fare. Ecco quindi il perché, nel mirino di Nostro Signore, non ci sono né i materialisti atei comunisti, né le famiglie atipiche, né le prostitute, ma solo i ricchi e solo i preti!
Mario Mariotti



Venerdì 24 Gennaio,2014 Ore: 22:45
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La parola ci interpella

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info