- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (677) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Teologi in erba,di ALESSANDRO ESPOSITO

Teologi in erba

di ALESSANDRO ESPOSITO

Dal sito di Micromega
aespositoQuale sia la qualità con cui il senatore Lucio Malan attende ad un mandato complesso qual è quello della rappresentatività parlamentare è, inevitabilmente, questione opinabile. Più semplice, per quel che mi riguarda, è esprimere una valutazione (del tutto personale, va da sé) in ordine alle sue qualità in ambito teologico ed esegetico. Per carità: l’interpretazione biblica non rappresenta in alcun modo un esercizio riservato agli “addetti ai lavori”. Ma è pur vero che esegeti non ci si improvvisa e, per esprimersi come si conviene in qualsiasi ambito dello scibile umano, è opportuno almeno conoscere i fondamentali della disciplina di cui si intende disquisire.
Ora, come direbbe la Settimana Enigmistica, “forse non tutti sanno che” il senatore Malan, del tutto legittimamente, figura tra i coordinatori di un sito (www.valdesi.eu) che si occupa, in bonam partem, di questioni afferenti all’interpretazione biblica. In un recente articolo ivi pubblicato, intitolato “Sentieri Antichi Valdesi sbarca su facebook” (titolo altisonante, dai toni quasi epici o pseudo-garibaldini), l’esimio senatore si premura di rispondere ad un lettore che, udite udite, lamenta il fatto, senza alcun dubbio esecrabile, che nel disincantato e miscredente mondo valdese non si accolga l’affermazione sacrosanta ed inconfutabile secondo cui il Pentateuco sia stato scritto di proprio pugno niente popò di meno che da Mosè in persona.
Ora, fatto salvo il rispetto dovuto al lettore o alla lettrice che esprime questo convincimento, quel che non è in alcun modo giustificabile è che l’onorevole Malan prenda a pretesto un’affermazione siffatta per sciorinare un’assurda invettiva nei confronti del cosiddetto “metodo storico-critico” e, prima ancora, nei riguardi di quanti ne difendono (a ragione) la plausibiltà, oltre che la legittimità. Tale metodo, in estrema sintesi, consiste nell’analizzare un testo biblico (qualunque esso sia) sotto il profilo storico, filologico e letterario, consentendo in tal modo di ricostruire, in maniera sempre provvisoria ma meno approssimativa, la sua genesi. Come si può facilmente arguire, nulla di trascendentale e, ancor meno, di deplorevole.
Peccato che, a giudizio del senatore e novello teologo, detto metodo si risolva sic et simpliciter in un’interpretazione irrimediabilmente viziata dalla perversa ideologia post-illuminista che caratterizza la riflessione teologica contemporanea. Sembra di leggere stralci tratti dal diario del protagonista de Il cimitero di Praga di Umberto Eco, o le invettive contenute nel Sillabo del non compianto Pio IX, con la lunga e grottesca sequela di errori e orrori ascrvibili alla modernità, oscura scaturigine di tutti i mali che affliggono l’umanità. Unica salvezza, l’appiglio incondizionato a quella tradizione da replicare intatta, anziché da ridiscutere e riplasmare: repertorio da ancien régime, improntato all’oscurantismo più becero e triviale.
Non me ne voglia l’onorevole Malan: ma se proprio egli intende seguitare a deliziarci con la sua finezza esegetica, acquisisca quantomeno l’abc del metodo moderno di fare teologia. Diversamente, sarebbe come se si ostinasse a difendere la cosmologia tolemaica sconfessando qualsivoglia apertura alla visione copernicana: siamo fuori tempo massimo, mi pare evidente. Le cose cambiano, caro senatore: l’arroccamento su posizioni antidiluviane, anche in una disciplina per sua stessa natura avvezza al conservatorismo qual è la teologia, è destinato a fallire miseramente.
Ma poiché ho motivo di ritenere che la sua strenua difesa del tradizionalismo fideistico non derivi da ignoranza bensì da convenienza, la inviterei, almeno quando si occupa di teologia, a lasciare da parte gli interessi politici. Allora, forse, potrà prendere avvio un confronto degno del nome che, al momento, mi sembra che lei eluda trincerandosi dietro argomenti ai quali, voglio augurarmi, non conferisce alcun credito.
Alessandro Espositopastore valdese
(26 novembre 2013)



Domenica 01 Dicembre,2013 Ore: 09:39
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La parola ci interpella

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info