- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (341) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Il sacro, sussiste e persiste,di Mario Mariotti

Il sacro, sussiste e persiste

di Mario Mariotti

Anni fa, quando mi veniva da riflettere, molto raramente, sulla verità della fede cattolica che allude alla Trinità, al Dio uno e trino, scrivevo in questo modo: Il Padre che è nei cieli è il Verbo trascendente; il figlio Gesù è il Verbo immanente-paradigma; lo Spirito Santo è il Verbo amare che opera attraverso di noi per costruire il Regno. Alla fine di tutto, il Regno, cioè il Verbo tutto incarnato, il mondo universo secondo Amore. Il nostro compito quello di immergere l’Essere nell’esistere, Dio nel creato, nello spazio-tempo, nel mondo. Lo Spirito-Verbo, per diventare vita, deve prendere corpo, interconnettersi con la materia; e noi siamo materialmente quello spazio-tempo, quel corpo che può dargli vita, e renderlo operativo, essendo noi, corpus Domini, i tralci della Vite, le mani dell’amore di Dio per noi.
Oggi, dopo aver riflettuto sull’assurdità storica del litigare dei teologi per questo argomento, che sembra fatto apposta per complicare la semplicità e per dividere invece che unire, potrei scrivere le stesse cose, aggiungendo però che il tutto, Trascendenza ed immanenza, è presente nell’immanenza, nello spirito umano, nel cuore dell’uomo, nella dimensione laica della realtà, che è poi anche l’unica dimensione, anche quella del “divino”, come cerca di farci capire l’evento-Gesù, che divinizza l’umanità e laicizza la divinità, essendo vero Dio e vero uomo, e paradigma dell’uomo che diventa Dio quando ama, serve e condivide. Posso anche scrivere in questo modo: Dio-creatore come Padre, Dio incarnato come Figlio, Dio operativo in noi-attraverso di noi come Spirito. Queste sono tre determinazioni, tre definizioni di un’unica Sostanza, e allora si parla di Trinità; ma la parola è limitativa e non esaustiva. Le determinazioni possono e potranno essere molte di più, perché noi capiamo sempre solo una parte, e Dio è, e sarà, sempre di più.
Oggi vorrei riflettere sul perché, nell’ambito delle ricerche, delle indagini su Dio, è emerso questo concetto di Dio Trino, di Trinità di Dio. Perché la Trinità? Subito si potrebbe rispondere che a parlare di Padre, Figlio e Spirito Santo è il Vangelo, è Gesù stesso, che dice che Dio è suo padre, e che Lui e il Padre sono una cosa sola, che lo Spirito scenderà sui Dodici e via di seguito. Per prima cosa, però, io mi chiedo: avrebbe potuto, il Signore, parlare diversamente da come ha parlato, dato il contesto integralista fanatico in cui si trovava a parlare?
A quel tempo chi raccoglieva legna di sabato veniva lapidato; la divisione puro-impuro era rigidissima; lapidare il prossimo per far piacere a Dio era un hobby abbastanza diffuso. Se Gesù avesse detto chiaramente, e subito, che Lui era Dio incarnato, che Lui era una cosa sola con il Padre, che Dio è Spirito-Amore ed è uno solo, che quando l’uomo sceglie di amare, servire e condividere, è, sta dando corpo a Dio, è Dio operativo attraverso di lui, è figlio di Dio come Lui stesso, questo nuovo Dio, questa unificazione laica che faceva saltare il sacro, le divisioni divino-umano, puro-impuro, al di là-al di qua, non sarebbe certamente stata capita, avrebbe scandalizzato i suoi interlocutori, autorizzati a lapidare il prossimo se pensavano che bestemmiasse.
Questo fatto è più che evidente, dato che anche oggi, dopo 2000 anni, la dimensione laica del Signore non viene riconosciuta. Allora bastò che Gesù dicesse che Dio era suo padre, che il sabato è per l’Uomo, per fare capire ai sacerdoti che queste affermazioni includevano un pericolo mortale per loro, dato che il figlio cancellava il servo-suddito, la mediazione della casta e infine la mediazione della religione. Gli chiusero la bocca facendolo assassinare, e gli eredi dei suoi primi discepoli si allinearono a loro, facendo di Lui una nuova religione, che si poneva in continuità con quella logica religiosa, con quel modo alienato di concepire Dio, per liberarci dal quale il Signore stesso si era lasciato assassinare.
Funzionale alla casta e alla cultura religiosa di quel tempo, che coinvolgeva le prime comunità che erano sorte ispirandosi all’avventura umana del Signore, era poi l’esistenza e la caraterizzazione dello Spirito Santo. Quest’ultimo era sceso sui Dodici; aveva consacrato la sua chiesa; divideva i battezzati dai non-battezzati; si era messo a disposizione di lei; lei Lo chiamava imponendo le mani; Lo metteva in pillole nei sacramenti; Ne faceva un capitale inestinguibile che lei amministrava a vantaggio di lei stessa e delle anime di coloro che si affidavano a lei, sperando nella salvezza eterna di loro stesse. Se Lui non ci fosse stato, bisognava inventarlo e metterlo al servizio. Questa complessità, questa suddivisione dell’unico Spirito in Padre, Figlio e Spirito Santo, oltre che a rispondere alle esigenze di quella cultura che aveva incorporate, negli occhi e nell’anima, le lenti a contatto religiose, il modo religioso di conoscere Dio, corrispondeva anche ad un’altra esigenza: quella di depotenziare il lato umano, l’umanità del Signore, e di potenziarne l’aspetto divino, la sacralità della sua figura.
Questo permetteva alla casta prima di sussistere, e poi di prosperare, dato che, amministrandolo, lei si poneva quale padrona di Lui, e detentrice delle chiavi di quel Regno che non era il nostro mondo da trasformare secondo amore, ma un mondo parallelo, virtuale, che doveva consolare i fedeli dalla paura della morte e con la promessa di una felicità futura per l’eternità. La casta si nutre di sacro, di separato, di preghiera, di miracolo; essa sussiste perché si pone quale mediatrice del rapporto uomo-Dio; si auto attribuisce il potere di rendere presente Gesù col miracolo della transustanziazione; il potere di cancellare i peccati e di riconciliare la creatura col Creatore; il potere di possedere la Verità.
Pur di tenere stretti questi poteri, per secoli e secoli ha tenuto criptata e prigioniera la Parola di Dio dei Vangeli nella lingua latina, che era incomprensibile per tutti meno che per lei; ha nutrito il prossimo di cose invisibili e sé stessa di potere e di ricchezze visibilissime da tutti, meno che dagli allocchi fedeli e credenti in lei. La Trinità era un mistero, ma chi non si beveva il mistero era eretico, e il menù dell’eretico messo arrosto si pensava che venisse molto apprezzato dell’Altissimo! Oggi non è più così, perlomeno da noi, dato che lo Spirito ha ispirato quella laicità che è riuscita a contenere l’imperialismo allineato della religione.
Però il “sacro” persiste e sussiste, e la religione, dalle nostre parti, continua a dare i suoi frutti. Essi sono dimostrati dalla “maturazione etica” di coloro che votano per il corruttore-evasore nonché puttaniere, e per coloro che hanno il colon al posto della trachea, con gli esiti che noi tutti conosciamo. Per nascondere che Dio, per esistere ed operare, ha bisogno di noi; che l’uomo quando ama, serve e condivide, è Dio come Gesù, è Gesù risorto che opera attraverso di lui; che la laicità è l’unica dimensione evangelica, perché il Figlio dell’Uomo è venuto non per essere servito ma per servire, per nascondere tutto questo c’era bisogno del sacro, del mistero, del miracolo, della Trinità.
E il laico Gesù, depotenziato in umanità e sacralizzato come divinità, continua a rimanere il Grande Sconosciuto, travisato e tradito posto a servire mammona, vittima di quella logica religiosa per liberarci dalla quale si era lasciato assassinare. Povero Gesù, ti è andata male come Padre, come Figlio, come Spirito. Te ne stai ad aspettare dentro di noi che noi ci apriamo alla compassione e ci mettiamo a fare agli altri ciò che vorremmo ricevere da loro. É una sofferenza per te, ma il nostro rifiuto ad incarnarti lo paghiamo noi. È l’inferno che incombe, di cui facciamo quotidiana esperienza…..
Mario Mariotti



Sabato 09 Novembre,2013 Ore: 08:26
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La parola ci interpella

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info