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www.ildialogo.org Il problema del male,di Mario Mariotti

Il problema del male

di Mario Mariotti

Il problema del male, dell’esistenza del male nel mondo, della presenza del dolore innocente, delle catastrofi naturali che colpiscono indifferentemente buoni e cattivi, è uno dei più difficili da capire. Le religioni danno una loro risposta, ma io credo che esse non possano darla adeguata, esaustiva. Per me, esso ha sostanzialmente due radici: La prima è l’imperfezione, sono i limiti strutturali della materia all’interno di una creazione ancora in atto, (ogni vivente nasce, cresce, si riproduce, invecchia e muore); la seconda è l’alienazione, che spesso si trasforma anche in cattiveria, dell’uomo, che naturalmente è portato al prendere, all’accumulare e allo strumentalizzare gli altri a vantaggio di se stesso, (egoismo). Quest’ultima, secondo me, è la più determinante e micidiale.

Se andiamo a guardare la religione, invece, la risposta è diversa. Secondo l’Antico Testamento il male, come tutto il resto, è volontà di Dio o si determina col suo permesso. Dio punisce, castiga, fa morire, usa la violenza col suo popolo e contro i suoi nemici, manda il diluvio, fa morire i primogeniti degli egizi; è un Dio terribile! Gesù nega tutto questo; ci rivela che Dio ci è padre; ci dice che molto del male parte dal cuore dell’uomo; ma noi, questo, sono 2000 anni che non lo ascoltiamo.

Per noi, quando c’è del negativo, del male, è ancora volontà di Dio, cui è necessario rassegnarsi e adeguarsi; mentre, quando c’è del positivo, per noi è ancora un miracolo, una preghiera esaudita, anche per intercessione di Maria o di qualche santo. Questo dimostra che la nostra cultura religiosa è ancora nella logica dell’Antico Testamento; che Gesù deve ancora nascere; che noi lo abbiamo rifiutato, travisato e immesso nella logica religiosa veterotestamentaria. Questo, probabilmente, per mettere in ombra la nostra responsabilità personale in rapporto al determinarsi del male, e per scaricare su Dio gli effetti della nostra soggettività strutturalmente maligna. Proviamo a rifletterci sopra.

Sappiamo che la ricchezza è un negativo, che essa nega strutturalmente la condivisione, la solidarietà; sappiamo che la parola di Dio la condanna, ma noi la perseguiamo accanitamente, e continuiamo a ritenerci alla sequela del Signore. Sappiamo che il rapporto di mercato soffoca, bestemmia la fraternità, ma ne abbiamo fatto un dogma da globalizzare a livello planetario. Sappiamo che la competizione trasforma il mondo in un inferno per i perdenti e in alienazione per i vincenti, e la pratichiamo a tutti i livelli, preferendola alla cooperazione ed alla collaborazione per il bene comune. Sappiamo che il lavoro è un diritto umano indispensabile, oltre ad essere la vera condizione eucaristica di chi si spende per il bene comune, e noi lasciamo questo diritto ostaggio del mercato, per cui precarietà, disoccupazione, miseria, contagiano moltitudini sempre più sterminate di nostri concittadini del pianeta Terra.

Sappiamo che anche la salute è un diritto indisponibile, ma noi troviamo normale, fisiologico, che il ricco si possa curare e anche il povero sia lasciato morire. I 20 mila piccini che ogni giorno lasciamo morire, sono vittime di malattie curabilissime, quasi inesistenti nei Paesi ricchi. Sappiamo che la ricerca ha bisogno di fondi per riuscire a debellare il cancro, le malattie genetiche, l’Altzaimer e tante altre patologie; e lasciamo che gli apparati industriali-militari, che gli armamenti, assorbano cifre astronomiche di denaro, mentre noi, per la ricerca, ci affidiamo agli SMS dei cittadini volonterosi e sensibili.

Sappiamo che la combustione degli idrocarburi inquina l’aria con sostanze cancerogene, e noi non solo usiamo la macchina per minimi spostamenti, ma la stiamo trasformando in una specie di abitazione cui mancano solo piscina e servizi igienici; sempre più alta, sempre più lunga, sempre più larga, sempre più pesante, alla faccia del cancerogeno benzopirene! Sappiamo che mentre qualcuno risparmia ed investe qualcun altro perde il posto di lavoro, manca del necessario, arriva a morire per la miseria e la fame a causa della speculazione finanziaria, che si alimenta proprio del risparmio e degli investimenti degli azionisti.

Sappiamo che l’economia virtuale sta soffocando l’economia reale, con sterminati oceani di sofferenza per i fuori-mercato del sistema; soccoriamo le banche quando stanno per fallire a causa di avidità aggravata e continuata, e dimentichiamo di mettere dei vincoli, delle regole che impediscano il ripetersi della rapina. Sappiamo che il livello dei consumi e di inquinamento degli USA, se venisse esteso a tutto il pianeta moltiplicato per tre, e noi non solo non diciamo agli USA di ridurre il livello, ma cerchiamo di imitarli, e di convincere i popoli dei Paesi poveri a farlo.

Fra poco la foresta amazzonica si darà fallita, e noi ci metteremo a respirare con le branchie…sappiamo tutte queste cose, sappiamo che sono vere, inconfutabili, ma ci comportiamo come se non lo fossero; non le mettiamo in relazione al negativo che ci assilla, ci meravigliamo del negativo e lo appioppiamo alla volontà misteriosa di Dio. Viviamo una soggettività strutturalmente maligna, mettiamo veleno nel bicchiere, nostro e degli altri, beviamo, lasciamo bere, e poi ci meravigliamo se ci avveleniamo, se ci becchiamo o gli altri si beccano qualche cancro.

Niente responsabilità personale, colpa del destino crudele, colpa della volontà misteriosa di Dio che, in genere, va a colpire quelli che meno se lo meritano, lasciando in pace quelle macrocellule cancerose che sono i ricchi ed i potenti del Pianeta; i quali, in caso di malattia, non hanno problemi per curarsi in qualche clinica specializzata. Dopo secoli e secoli di Nuovo Testamento, di Parola mandata, di liturgie e di sacramenti, non solo non è ancora nato Gesù, ma neppure vogliamo sentir tossire S.G.Battista, che prima di Lui già “bestemmiava” di accontentarsi del necessario, e di condividere il superfluo con chi manca del necessario. Quanti adepti e frequentatori, nel club dei farisei ipocriti e sepolcri imbiancati!

E il problema del male resta misterioso, irrisolto; e noi, il male, continuiamo tranquillamente a seminarlo, e praticarlo, e a subirlo. E quando capiremo che ci dobbiamo convertire ad una soggettività strutturalmente solidale; che dobbiamo seguire il paradigma del laico Gesù; che il superamento del male passa per le nostre mani; che il nostro compito è quello di togliere sofferenza e di portare il necessario e la gioia ad ogni vivente? E una volta appurato che noi siamo le mani dell’amore di Dio, il Suo corpo per operare amore e condivisione e costruire il Regno, perché essendo noi indispensabili a Lui, non adottiamo Dio come progetto da costruire?

Il problema del male con la religione non si risolve. Proviamo allora non a credere, ma a costruire Dio, praticando amore e mettendo a punto gli strumenti che lo rendano efficace! Proviamo a rifiutarci di considerare il male come ineludibile ed inevitabile, e combatterlo partendo da noi stessi. Facendo questo, staremo dando corpo a Dio, staremo costruendo Dio, cioè quel Regno che sarà il nostro mondo pieno d’amore, corpo di Lui.

Mario Mariotti




Domenica 04 Agosto,2013 Ore: 09:16
 
 
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