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www.ildialogo.org Periodo di prova o lavoro incompiuto?,di Mario Mariotti

Periodo di prova o lavoro incompiuto?

di Mario Mariotti

Siccome la creatura non se la sente di imputare al Creatore il negativo del creato di cui fa esperienza, o che vede accadere intorno a lei, e questo perché teme che Lui si adiri e le faccia sperimentare qualcosa di più ancor più negativo, ecco che lei creatura imputa a sé stessa la causa del negativo; ecco che concepisce il mondo come un periodo di prova messo a punto dal Creatore per vagliare fedeltà e bontà delle proprie creature; ecco che immagina un regno futuro, un mondo parallelo cui saranno destinate tutte le creature passate attraverso la grande tribolazione della vita, e purificate dal sangue dell’Agnello, che è il simbolo dell’amore di Dio per le proprie creature.

L’Agnello è quell’Uno che paga per tutti, e il suo assassinio è un suicidio programmato dal Padre, la cui Grazia-Amicizia, che passa attraverso la pratica dei sacramenti gestita dalla casta sacerdotale, è a disposizione di tutti coloro che si pentono dei propri peccati, si accostano e usufruiscono dei sacramenti stessi, sono credenti in Lui e ubbidienti a coloro che Lo rappresentano in questo mondo, valle di lacrime piena di sofferenze di dolori, ma preludio dell’entrata nella gloria di Dio del Regno dei cieli.

Questa la visione, la lettura della realtà e del suo significato da parte della religione, che propone questi due mondi, il nostro di cui facciamo esperienza e quello parallelo, l’al di là, che ci aspetta dopo la morte, e premierà i puri, i credenti fedeli e buoni, e punirà i cattivi, i peccatori recidivi, i disubbidienti, gli atei, coloro che non hanno approfittato del sangue dell’Agnello per purificare sé stessi.

Questa, probabilmente e contemporaneamente, una delle tante radici del negativo che accompagna tutta la storia umana, visione che ha reso vana l’incarnazione del Verbo fra di noi, che l’ha transustanziata in quella religione i cui frutti accompagnano, o sono concausa, o complici del negativo stesso, presente da quando l’uomo è sceso dalla pianta per arrivare fino all’oggi. Questo perché tale visione costituisce strutturalmente la negazione dell’Incarnazione, progetto di Dio-Amore che si è incarnato, si è materializzato nel mondo, fra noi, per dirci e dimostrarci che è possibile incarnare amore e condivisione nella concretezza storica, e trasformare l’esistente, il nostro mondo, ancora saturo di ingiustizia, di sofferenza e di alienazione, nel regno dell’amore tutto compiuto in tutti.

Sottesa alla logica religiosa, infatti, c’è una visione statica, eleatica di Dio formalizzata dall’annunciato col quale Dio avrebbe definito sé stesso parlando dal rovo ardente: “Io sono colui che è”.

Tutto compiuto, la realtà è quella che è, il creato è già stato portato a termine, tutti noi siamo già stati potenzialmente salvati, si tratta solo di ubbidire, di adeguarsi, di umiliarsi, di rassegnarsi ad un esistente che è tutto secondo la volontà di Dio. In questo “esistente” ci sono i ricchi e i poveri, i padroni ed i servi, l’ingiustizia perpetua, la loro umiliazione perpetua, il peccato ed il perdono perpetui. Si tratta solo di credere, di praticare la virtù dell’ubbidienza, dell’umiltà, della rassegnazione; dei riconquistare la Grazia-Amicizia di Dio attraverso i sacramenti, e il gioco è fatto.

Ci aspetta la luce eterna del volto di Dio che ci accoglierà nel Regno dei Cieli. Il progetto dell’Incarnazione, di cui il Signore è paradigma, ha sottesa tutta l’altra logica, un’altra visione di Dio, formalizzata dall’altra autodefinizione di Dio stesso: “Sarò che sarò”. Qui non c’è niente di compiuto,la lacerazione è ancora in atto, non si pensa a salvare sé stessi, ma a salvare gli altri, le vittime dei briganti e della crudeltà della natura incompiuta; non c’è il peccato contro Dio, ma il male che la creatura impone all’altra creatura; il negativo non è affatto volontà di Dio, ma Sua non-volontà che coincide poi con l’assenza e con il rifiuto della creatura di incarnare amore e condivisione.

Quando L’Amore sarà incarnato dalla creatura secondo il modello-Gesù, le divisioni ricchi e poveri, padroni e servi, si estingueranno. Le virtù necessarie alla trasformazione verso il Regno saranno l’indignazione per l’ingiustizia, lo sfruttamento, l’umiliazione dei poveri; la resistenza alla ricchezza ed al potere che le producono; la denuncia del negativo e delle radici che lo generano; l’impegno a rimuoverlo in qualsiasi luogo esso si manifesti, iniziando però dal profondo di sé stessi.

Indignazione, resistenza, denuncia, impegno continuo e determinato: questa la fenomenologia dell’Incarnazione dello Spirito-Amore da parte della creatura secondo il paradigma Gesù. Le virtù dell’ubbidienza e della castità e della povertà, andranno riservate a coloro che le hanno inventate per rincoglionire il prossimo. L’ubbidienza, infatti, annulla la coscienza personale e ci trasforma da figli a sudditi; la castità è stata messa a punto, essendo generalmente impraticabile, per creare nel prossimo il senso di colpa che lo rende dipendente dalla casta sacerdotale; la povertà infine dovrebbe essere riservata unicamente al vertice della casta in modo che potesse uscire dalla propria alienazione e prendere coscienza della cultura del necessario e della condivisione con amore.

Secondo la logica dell’incarnazione, Dio, il “Sarò che sarò”, da mistero imperscrutabile diventa progetto, e tale progetto non va creduto ma costruito dalla creatura, che è il corpo potenziale di Dio, è Sua figlia quando ama e condivide, è Lui che opera con le mani di lei e deve arrivare a vivere quella soggettività strutturalmente solidale praticando la quale si contribuisce alla costruzione del Regno, che non è altro che questo nostro mondo trasformato secondo lo Spirito, secondo Dio.

Fin che continueremo a concepire il mondo, l’esistente, come una realtà compiuta, e come un periodo di prova in vista delle vera vita nell’aldilà, finché continueremo a volgere gli occhi al cielo pensando alla nostra personale salvezza e praticheremo le virtù alienate della religione, lo Spirito non avrà chi lo incarni, il negativo resterà in pianta stabile, il Signore si sarà lasciato assassinare per niente, e si troverà strumentalizzato dalla religione e posto a servizio di mammona.

Una beffa ed un fallimento per Lui, e l’inferno per noi, sudditi più o meno ignari di una soggettività strutturalmente maligna.

Mario Mariotti




Giovedì 04 Luglio,2013 Ore: 10:02
 
 
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