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www.ildialogo.org Ieri ... oggi,di Mario Mariotti

Ieri ... oggi

di Mario Mariotti

Una volta pensavo che Dio fosse nell’alto dei Cieli. Oggi non avendo trovato altro luogo dove collocarlo, o come emisfero, o sistema solare, o galassia, penso che Lui sia nel profondo di noi stessi. Una volta pensavo che fosse l’uomo ad avere bisogno di Dio; adesso penso che sia Dio ad avere bisogno dell’uomo, come lo Spirito che ha bisogno del corpo per prendere vita ed operare fra noi. Una volta pensavo che bisognasse guardare a Dio per la salvezza dell’uomo; adesso penso che sia necessario guardare all’uomo, essendo lui la salvezza di Dio per lui.

Tutto compreso il male, lo consideravo o come volontà di Dio, o come permesso da Lui; oggi nel male vedo la sua non-volontà, l’assenza di Incarnazione, l’incompiutezza delle creazione, che dovrà compiersi nel Regno. Una volta vedevo in Gesù il fondatore dell’unica e vera religione, adesso Lo considero un laico che si è incarnato e speso proprio per liberarci dalla religione.

La chiesa la vedevo pellegrina sulla terra e con gli occhi fissi al cielo; oggi la vedo in ogni tempo, luogo e cultura dove qualcuno incarna lo Spirito, ama e condivide, si spende per gli altri, serve la Vita.

Un tempo pensavo che le condanne della ricchezza e della religione fossero accessorie alla sequela del Signore; oggi le credo fondamentali, se non si vuole servire mammona ricoperto dall’immagine di Dio. Gesù, figlio di Dio, mi sembrava un extraterrestre che fa miracoli e che si suicida per togliere i peccati del mondo; oggi lo considero un fondatore di un movimento di resistenza alla religione che viene assassinato due volte, la prima come corpo sulla croce, e la seconda trasformandolo, Lui, in una nuova religione.

Ritenevo la Parola un assoluto, ed ero costretto a mettere fra parentesi il principio logico d’identità quando in essa io ero definito a volte figlio a volte servo: ora la considero sempre la parola di Dio secondo l’uomo e cerco di coglierne lo Spirito. Consideravo il “credere” come fondamentale; vedevo l'uomo separato da Dio e i sacerdoti quali mediatori fra i due soggetti. Oggi considero come fondamentale il “fare”, e vedo nell’uomo il “corpus Domini”, la Sua mano, quando ama e condivide per costruire il Regno.

Un tempo per me la Bibbia era ispirata da Dio, e fondamentale per la salvezza; adesso vedo nell'Antico Testamento la malattia, cioè la concezione religiosa di Dio, e nel Vangelo la cura, il rimedio, il Dio di Gesù, il progetto dell'incarnazione della laicità etica e solidale di cui il Signore è paradigma. Vedevo nel1'uomo il servo, il suddito de11'Altissimo, che Lo adora, ringrazia, placa e prega per salvare la propria anima; oggi penso che lui, (uomo) nel momento in cui ama e condivide, é figlio di Dio come il Signore, é corpo di Lui, è Dio stesso che opera per portare il necessario e la gioia ad ogni vivente.

Una volta mi andava bene la Messa quando accoppiava liturgia della Parola e sacrificio eucaristico; adesso penso che essa vada riformata, liberandola dalla seconda parte che, con la 1ogica di Uno che paga per tutti, rimanda al Dio re1igioso che chiede sacrificio, e potenziando la prima, la riflessione sulla Parola, che viene mandata perché chi l'asco1ta trasformi i1 creato, la realtà esterna alla chiesa, secondo le Sue indicazioni.

Peccato originale, creato compiuto con Dio che si riposa il 7° giorno, miracoli, liturgie e sacramenti: una volta bevevo tutto, e consideravo la preghiera il primo impegno del credente. Oggi mi sembrano altrettante favole alienanti e negative in rapporto alla Verità. Il primo, il peccato originale, é un'invenzione dei sacerdoti per rendere i credenti sottomessi e dipendenti da loro; il creato non é affatto compiuto, perché altrimenti Dio avrebbe creato un macrocasino universale, ma é un'opera in via di compimento verso il Regno, che passa per le nostre mani.

I miracoli, poi, non hanno senso, avendo sotteso un Dio ingiusto la cui volontà si lascia modificare dalle preghiere dei credenti, e che prevalentemente se ne sta in riposo, data la rarità e l'eccezionalità dei suoi interventi. Liturgie e sacramenti lasciamoli stare: le prime Dio lo farebbero addormentare dalla noia, e i secondi Lo renderebbero ostaggio dei sacerdoti, dei quali si troverebbe ad essere a disposizione quando essi li amministrano. Il concetto di preghiera, poi, che sta alla base di ogni religione, è quello che ha subito da parte mia più revisione. La preghiera é “fare” la volontà del Padre; é “amare e condividere”; quando uno fa questo, é padre, madre, fratello e sorella di Gesù; quando uno fa questo è “corpus Domini”, é mano dell'amore di Dio per noi che per arrivare a noi ha bisogno di noi.

Un tempo, anche per me, c'era la divisione fra il Sacro ed il profano. Oggi, in Gesù, vedo la divisione negata: Lui sacralizza il profano, la laicità, l'umanità, e laicizza il divino, che si fa umano per servire l'umano e non per essere servito dall'umano. Il peccato contro Dio una volta anche per me era una specie di incubo, per cui dovevo pedalare per andare a chiedere perdono nel confessionale. Per me oggi non esiste, in quanto il “finito”, l'uomo, non può ferire l'Infinito, cioè Dio, che è inaccessibile, intangibile. Esiste, invece e purtroppo, il male che l'uomo fa contro l'uomo e gli altri viventi; ed è questo che va focalizzato, riparato, rimosso chiedendo in questo modo il perdono di coloro che ne sono stati vittime da parte nostra.

Anche il Dio dei viventi ha subito una revisione che é stata un arricchimento di significato. Prima io mettevo nei viventi solo l'uomo, e trovavo normale e fisiologica la violenza che lui esercita sugli animali, coi quali ha in comune la ricerca d'affetto, la paura della morte, la sensibilità alla sofferenza, al dolore. Ora penso che Dio sia il Dio di tutti i viventi; e non voglia più mangiare carne; e in ogni vivente vedo l’espressione di quello che è miracolo dei miracoli, il vero miracolo: la Vita.

Quello che ho scritto fino a qui é una specie di sintesi dell'evoluzione del mio spirito, che penso continuerà ad evolversi finché io non sarò andato a guardare l'erba dalla parte delle radici. Per me, oggi, Gesù è Dio che ci dice che l'Altissimo nel regno dei cieli non c'e; che non esiste; che Lui-Spirito è in noi, che quando noi amiamo e condividiamo, è Lui che opera per il Regno, per la Vita, perché ogni vivente possa sperimentare il necessario e la gioia.

Anche se poi Gesù non fosse esistito, anche se non ci fosse, tutto quello che Lui ha fatto e che gli viene attribuito ha validità intrinseca; é, rimane e rimarrà sempre, perché e nella e dalla Verità; perché é la Verità. Incarnando amore e condivisione Lo staremo facendo vivere, esistere; Lo staremo costruendo; e questa é una prova, una Verità inconfutabile, perché a valle delle nostre scelte gli altri viventi sperimenteranno il necessario e la gioia, e continuerà ad esplicarsi il miracolo della Vita.

Mario Mariotti




Domenica 05 Maggio,2013 Ore: 05:56
 
 
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