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www.ildialogo.org Il risparmio condiviso,di Mario Mariotti

Il risparmio condiviso

di Mario Mariotti

Quando mi trovo e dover raccontare che il sottoscritto, avendo cercato di elaborare e di praticare la cultura del necessario, (oggi essa viene chiamata "sobrietà"), si é trovato nella condizione di poter trasformare il proprio risparmio, cioè quanto eccede il necessario, in solidarietà, e quindi condivisione, con coloro che mancano del necessario stesso, i miei interlocutori lo prendono per barzellette, sorridono benevolmente e, ai più riflessivi fra loro, io appaio come un marziano sceso dal disco volante decollato dal regno dell‘utopia.

Tante volte questi miei interlocutori sono dei cristiani cattolici doc, assidui consumatori di liturgie e sacramenti e spesso anche elettori di centro-destra, ma quest'ultimo punto non voglio approfondirlo, per evadere dalla tentazione di spedirli, seppure in modo virtuale, "infra le ripe dove scorre l'acqua", cioè nel canale, ancora meglio se è una fogna. Il fatto che essi sorridono fra la meraviglia ed il compatimento di fronte ad una prassi che, per i cristiani, dovrebbe essere non l'eccezione, ma la normalità, dato che oggi, mentre uno risparmia un altro muore di fame, e quest'altro e nostro fratello in Cristo, e purtroppo significativo della realtà, cioè dell'alienazione aggravata e continuata dei nostri cattolici-doc, che pensano di servire Dio mentre, di fatto stanno servendo mammona, considerando del tutto normale questo doppio servizio, che la Parola di Dio definisce impossibile.

Il risparmio, l'accumulo, la ricchezza: ecco un negativo, forse il negativo dei negativi, che non viene vissuto come tale; anzi, viene perseguito anche e proprio da coloro che pensano, di se stessi, di essere alla sequela di Nostro Signore Gesu Cristo. E siccome questi soggetti, anche se fanno finta di non saperlo, sanno bene che la Parola condanna la ricchezza e che c'é incompatibilità strutturale fra l'accumulo e Dio-Condivisione, come se la cavano per giustificare il proprio comportamento antievangelico? "La ricchezza e un bene perché una volta che si é formata, può essere redistribuita; siccome poi la redistribuzione, le tasse, é un rospo troppo grosso da digerire, ecco che il risparmio diventa investimento, e quest'ultimo posti di lavoro, e quindi aiuto sostanziale, al prossimo, oltre che arricchimento personale dell'investitore”.

A tutti costoro io dico che il ragionamento non funziona, e che questo non sono io a dirlo, ma il Signore. L'accumulo, infatti, bestemmia strutturalmente la condivisione; esso é un idolo che ci rende suoi prigionieri mentre crediamo di essere liberi; ci divide dal nostro prossimo che non merita mai la nostra condivisione perché é sempre brutto, sporco e cattivo; ci possiede mentre noi pensiamo di possederlo; siamo disposti anche a diventare praticanti il nazifascismo pur di difenderlo!

In quanto poi al risparmio investito, che diventa posto di lavoro e quindi servizio al prossimo, anche qui c'e qualcosa che tocca. Inserendo infatti questo investimento in una struttura economica organizzata secondo il mercato e la competizione, il più delle volte esso va ad alimentare la speculazione finanziaria, l'economia virtuale, i meccanismi che permettono ai pochi di arricchire senza lavorare e ai molti di essere sfruttati in modo indegno. Se poi il risparmio-investimento finisce nella economia reale, la struttura maligna della competizione fa in modo che il lavoro degli uni, i più competitivi, diventi le perdita del lavoro degli altri, dei non-competitivi; ed anche questo è una bestemmia del diritto umano fondamentale costituito dal posto di lavoro.

Ecco allora che tutti i sermoni finiscono in gloria, e che la gallina ripete il suo stramaledetto verso: io ho potuto trasformare il mio risparmio in solidarietà perché sono già dentro al socialismo reale, perché sono un fruitore delle conquiste di civiltà e di giustizia della Sinistra: il posto fisso di lavoro, e oggi la pensione.

Il motore del mio impegno é stata la compassione, ma é il posto fisso di lavoro che mi ha permesso di esprimerla ed esercitarla. Per questo dico e torno a ripetere che la ricchezza privata è un negativo, e che é necessaria una società socialista, un'economia di comunione, un mondo organizzato secondo la collaborazione e la cooperazione, non sulla competitività, che strutturalmente esclude una parte dai benefici che devono essere accessibili a tutti.

Ci avete mai pensato che la chiesa-gerarchica questa verità l’ha già capita e la sta mettendo in atto da sempre? Non c’è ricchezza privata, personale. Il centro, è l’istituzione ad essere ricca; ed è lei che poi redistribuisce l’accumulo, in modo che tutti i preti abbiano il necessario. Lei, senza saperlo, è già nel socialismo: posto fisso di lavoro e il necessario per tutti; ma il brutto, l’assurdo è che quello che lei sta praticando da sempre, lo condanna se altri cercano di perseguirlo. Pratica di socialismo, tacito accordo con i ricchi, appoggio al capitalismo, al mercato, alla competizione per il piatto di lenticchie dei sesterzi e che i ricchi fanno confluire nell’accumulo dell’Istituzione, che diventa sempre più ricca perché riesce ad aiutare i poveri, senza intaccare il “suo”, alla presenza del sorriso beffardo di mammona…

Ma torniamo all’inizio: il sottoscritto, in odore di materialismo ateo, ha trasformato il risparmio in solidarietà; ha condiviso quanto eccedeva il necessario con coloro che ne erano privi per compassione. Si è ritrovato a fare il buon samaritano senza pensare a lui; ma se uno si prendesse la briga di prendere sul serio la Parola, e di coniugarla col Principio di non Contraddizione di Aristotele, si accorgerebbe subito che risparmio da una parte, e piccini che muoiono di fame dall’altra non possono coesistere.

La dobbiamo piantare di coprire con l’immagine di Dio il nostro servizio continuato ed assatanato a mammona; ed è ora di prendere sul serio la Parola di Dio: il risultato sarà un’economia di comunione, una società strutturata secondo la logica della famiglia, dove tutto è di tutti e gli ultimi sono i primi; un socialismo costituito da persone che vivono la dimensione della laicità etica, il fare agli altri ciò che si vorrebbe ricevere da loro.

Questa è anche l’unica dimensione che, superando le divisioni generate anche dalle religioni, permetterà finalmente l’unificazione del genere umano nella grande famiglia dei cittadini del nostro pianeta terra.

Mario Mariotti




Sabato 16 Marzo,2013 Ore: 09:00
 
 
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