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www.ildialogo.org Immagine o sostanza?,di Mario Mariotti

Immagine o sostanza?

di Mario Mariotti

Se io prendo per buono l'enunciato che tutto quello che succede é volontà di Dio, siccome la realtà inconfutabile é quella che i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, esso vuol dire che Dio innalza i ricchi ed i potenti ed abbassa gli umili, i poveri. Il Magnificat allora, nel quale Dio ha abbassato i ricchi ed innalzato i poveri, è pura fantasia, è un sogno, un desiderio di Maria, che viene espresso al tempo sbagliato e in modo incompleto, perché Dio abbasserà i ricchi quando i poveri lo incarneranno vivendo quella solidarietà fra loro che riuscirà a far abbassare le penne a coloro che li sfruttano, ai ricchi stessi.

Io, poi, non posso dire che la Bibbia bestemmia, perché verrei subito spiritualmente linciato, ed in altre epoche storiche concretamente lapidato o arrostito; ma quando essa, nel quadro di un'alleanza col popolo eletto, attribuisce a Dio l'uso della violenza, o il sostegno alla violenza di un popolo contro un altro popolo, io vorrei sapere come potrebbe venire definita questa blasfema mistificazione.( Dato che noi dobbiamo vedere Dio in Gesù, ve lo immaginate Gesù nella funzione di un Alessandro Magno in battaglia a massacrare i propri nemici, che poi sono anche il suo prossimo?)

E che dire dell'altro enunciato della Genesi che afferma che l'uomo é fatto ad immagine di Dio? Io, non avendo un neologismo per sostituire la parola bestemmia, dice che il precedente enunciato per me é una bestemmia, e aggiungo che, sempre per me, essa difficilmente ci verrà perdonata! A parte che tutta la storia umana dimostra il contrario, essendo farcita di ogni tipo di violenza, di crudeltà, di ingiustizia, di contaminazione e di sfruttamento degli uni sugli altri, porterò due semplici esempi a sostegno del mio pensiero.

Rapporto normale degli uomini fra loro: la gente vive tranquilla, alterna il lavoro al riposo e viceversa, vive un rapporto positivo col prossimo, se é credente va a messa la domenica, si accosta ai sacramenti, ogni tanto arriva persino alla gratuità del volontariato. Poi cambiano le condizioni strutturali, e il quadro si rovescia radicalmente. Uno diventa ricco, e subito i poveri diventano brutti, sporchi e cattivi.

Poi arrivano dei “diversi”, e subito in loro si vedono dei concorrenti e dei nemici. Poi uno é allergico alla condivisione, e se può evade le tasse, e se non può si da da fare perché esse vadano a vantaggio di lui stesso e non di altri più poveri di lui che finirebbero col godere dei servizi pagati da lui stesso. Poi uno si trova ad essere di un'etnia che é maggioritaria, e si mette a pontificare sulla necessità di praticare pulizia etnica e di massacrare il prossimo per appropriarsi dei suoi beni.

Poi,ogni tanto, si arriva alla guerra, o civile o di un popolo contro un altro popolo, e allora il casino é totale, é blasfemo. Si arriva all'olocausto, con un milione e mezzo di bambini gasati e passati attraverso i camini dei forni crematori di Auschwitz; e al genocidio degli ortodossi serbi da parte dei cattolici croati, che a forza di torturare, cavare gli occhi, mutilare, decapitare, impiccare il prossimo riuscirono a scandalizzare persino i più feroci dei nazisti. Gli italiani, i cosiddetti "brava gente", in Croazia, Grecia, Etiopia, Libia, fecero parte della stessa congrega degli empi, e il generale Graziani, cui é stato da poco dedicate un mausoleo, non volle rimanere indietro a nessuno, facendo massacrare più di 4000 civili in Etiopia per un attentato rivolto contro i lui. Adesso passiamo al rapporto degli uomini con gli altri viventi, con gli animali e la natura in genere.

Qui la crudeltà dei primi sui secondi e semplicemente blasfema. Non solo non ci si rende conto che si sta distruggendo altra vita, esposta come noi stessi al dolore, alla paura della morte, al desiderio di affetto; ma si arriva a farlo non solo per necessità, cioè per nutrirsi, ma anche per divertimento, andando a caccia e a pesca per hobby e per dimostrare al prossimo la propria bravura. E cosa dire del nostro rapporto con la natura quando siamo nel pieno esercizio del massacro della biodiversità, della deforestazione degli ultimi polmoni del Pianeta, dell'inquinamento dei fiumi e dei mari che rischiano di portare l'ecosistema ad un collasso irreversibile?

Come farà, allora il Creatore a perdonarci l'enunciato ché noi uomini saremmo stati creati ad immagine di Lui? Visto il modo in cui ci stiamo determinando da quando siamo scesi dall'albero fino ad arrivare all'oggi, quando lasciamo che ogni giorno muoiano migliaia di bambini perché pochi parassiti possano continuare in modo indefinito ad accumulare profitti e potere, come possiamo definirci "immagine di Dio"?

E non importa tirare fuori S.Francesco, o Gandhi, o altri esempi per sostenere la tesi della Genesi: essi non sono altro che le rare eccezioni che confermano la regola. La realtà é che il creato è ancora un'opera incompiuta, piena di sofferenza, di crudeltà, di dolore, di ingiustizia; che la vita é una lotta continua per la vita; e che la vita per sussistere deve distruggere altra vita. Ecco, allora, che il creato deve essere visto in via di trasformazione; che esso va riempito di Spirito-Amore; che esso deve essere trasformato in modo che il necessario e la gioia siano accessibili a tutti. E questo deve essere l'uomo a farlo, uomo che non e padrone, ma custode del creato stesso, e che ha la possibilità, essendo l'interconnessione fra lo Spirito e la materia, di determinarsi come corpus Domini, come mano di Dio per materializzare amore e condivisione e trasformare la realtà nel regno dell'Amore tutto compiuto in tutti. Lasciamo allora da una parte l'immagine, che è forma ed e irrilevante, e determiniamoci a scegliere la sostanza, a fare di noi stessi strumenti di Amore e Condivisione, a dare esistenza a Dio nella concretezza della nostra esperienza esistenziale, nei nostri rapporti col prossimo e con tutti gli altri viventi del creato!

E proviamo a piantarla coi riti magici della transustanziazione, col presunto potere di salvezza delle liturgie e dei sacramenti, con l'aggrapparci al verbo credere che ha come radici l'egoismo, la ricerca della propria personale salvezza, e la paura, dato che pensiamo che il non credere possa inimicarci Dio se eventualmente esiste.

L'insegnamento del Signore è di un'estrema semplicità: dobbiamo distogliere gli occhi dal cielo e rivolgerli all'uomo; dobbiamo aprirci alla compassione, che è la vera porta dell'Incarnazione; dobbiamo metterci nei panni dell'altro, dobbiamo fare a lui quello che vorremmo ricevere da lui se fossimo messi come lui.

Il paradigma propostoci dal Signore é perciò il Buon Samaritano, e la salvezza non viene dal credere, dalla Legge, dalla religione, ma dalla incarnazione dell'Amore il cui motore, la cui radice é la compassione.

Possiamo credere, e credere di credere, e venire benedetti prima e dopo i pasti dalla casta sacerdotale: se non apriamo gli occhi sulla sofferenza del creato e il cuore alla compassione, rimaniamo separati da Dio, e siamo gia morti, cenere oggi semovente e domani dispersa nell'infinità del nulla.

Mario Mariotti




Sabato 12 Gennaio,2013 Ore: 14:27
 
 
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