- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (320) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org "Il silenzio diventa Progetto".,di Mario Mariotti

"Il silenzio diventa Progetto".

di Mario Mariotti

"Dio è il silenzio dell'universo, e l'essere umano il grido che da senso a questo silenzio". Questa definizione di Dio da parte del Nobel portoghese Saramago, oltre che per il teologo Temayo, è fortissima anche per me.

L'uomo, nella notte stellata, rivolge gli occhi alle profondità dell'universo, che resta in silenzio, e non da segnali. Ecco poi, nella vita del l'uomo, l'esperienza del dolore, la paura delle morte, la ricerca di senso di fronte e questo sterminato silenzio; ed ecco che l'uomo prova e dare un senso, e rompere il silenzio dell'universo riempiendolo di Dio, riempiendolo di una concezione religiosa di Dio.

Ma come si viene caratterizzando nelle mente dell'uomo questa sua creazione che lui stesso chiama

Dio? Da un lato lo concepisce onnipotente, perché sarebbe la causa prima di tutto ciò che esiste, il Creatore di tutto; e, dall’altro lato, non sa come dare risposte al problema della sofferenza, del dolore, del male che è presente nell'esperienza esistenziale di ognuno di noi.

Il creato e pieno di dolore innocente e di male praticato e subito; la natura è crudelissima con i più deboli; la vita è una costante e crudele lotta per la vita stessa, per sussistere, ha strutturalmente bisogno della distruzione, dello strazio, della morte di altra vita.

Il creato quindi in sintesi, potrebbe anche venire definito come un tremendo casino, e la creatura avrebbe tutte le ragioni per fare causa al Creatore, responsabile del casino. La creatura però non se la sente, perché Dio, se c’è, va tenuto buono, e non gli si devono dare dei motivi per adirarsi contro di lei. Ecco, allora, la favola di Adamo ed Eva e del loro peccato originale: Dio aveva fatto tutto perfetto, l’uomo ha guastato tutto, il negativo del creato è dell’uomo stesso, anzi della donna!

De questo punto in avanti ecco lo sviluppo delle varie religioni, che definiscono e gestiscono il rapporto fra la creatura ed il Creatore, mediato da quelle caste sacerdotali che, se Dio esistesse veramente non potrebbero sfuggire ai terribili effetti della sua ira, dato il modo nel quale lo hanno definito, e dato il modo nel quale hanno seguito la sua presunta volontà.

Se prendiamo ad esempio il cristianesimo, arriviamo all’assurdità di un Dio che tratterebbe le proprie creature come dei sudditi o dei servi, e che esigerebbe il sacrificio del suo unico Figlio per riparare l’offesa infinita che l’umanità avrebbe commesso contro di Lui. Non parliamo poi della fenomenologia del cristianesimo storico, che ha forza di “Dio lo vuole” e di “in nome di Dio”, ha massacrato, torturato, assassinato, arrostito, rapinato e partecipato o dato copertura alle peggiori porcate che hanno insozzato la storia dell’umanità, e che ancora oggi impegolato a sostenere e benedire quella trinità maligna, capitalismo, mercato, competizione, che è la principale causa dello sterminio dei piccini della grande favela del Sud, e della sofferenza per tutti i fuori-mercato della Terra.

Ma torniamo a Dio-silenzio dell’universo, e all’uomo come grido per dare senso al silenzio. Per me il silenzio è definibile anche come mistero, ed io non mi sento di rompere il mistero definendo quello che non può essere definito. Mi dicono che S. Agostino dicesse che, se uno comprende Dio, vuol dire che non è Dio. Perfetto! Solo che Agostino avrebbe dovuto ascoltare quello che lui stesso diceva, e stare zitto, e non bestemmiare l’assurdità che ogni autorità di questo mondo deriva dall’Alto, da Dio.

In questo modo Dio si è trovato impegolato con gli Adolfi ed i Beniti di ogni tempo, e il cristianesimo in simbiosi perfetta con quel potere che è la bestemmia strutturale dell’Amore, e che ha trasformato, e continua a trasformare questo nostro mondo, nell’inferno per lo sterminato popolo dei non-garantiti della Terra.

L’uomo poi, secondo me, cioè il grido per dare senso al silenzio, in generale, con poche eccezioni, fino ad oggi il senso non l’ha ancora trovato. E probabilmente non l’ha ancora trovato perché non ha ancora recepito il messaggio del laico-compagno Gesù, che ha sacralizzato l’umano e laicizzato il divino, che ci dice non di capire ma di costruire il senso, e continua a recepire Nostro Signore in termini religiosi; a fare di Lui una religione.

Anche Saramago, quando dichiara di essere ateo, rimane ancora nell’ottica religiosa, che include la distinzione tra credenti ed atei. Nella logica dell’Incarnazione ci si muove diversamente. Lui era un capital-ateo o un social-ateo? Questa la domanda, dato che, eventualmente, saremo giudicati secondo il rapporto che abbiamo tenuto con gli affamati e gli assetati della Terra.

Mi risulta che il Nobel portoghese fosse un social-ateo, aperto alla compassione e all’etica della solidarietà con i Palestinesi, con gli Haitiani, col popolo Saharaui. Questo, per me, il determinante, non ciò che lui credeva di credere in rapporto a se stesso. Quindi, per me Saramago era un tralcio perfetto della Vite, che si è comportato da buon “Samaritano”, da ateo aperto alla compassione, condizione affine alla gratuità dell’Amore.

E a coloro che hanno riempito di religione il silenzio dell’universo vorrei chiedere: Ha senso il racconto che Dio ha creato due mondi paralleli, l’al di qua che è tutto un casino, e l’al di là che è il Regno dei cieli? Perché Dio avrebbe dovuto fare un creato-casino propedeutico all’al di là-Paradiso, ed accogliere nel secondo solo le creature umili, rassegante, ubbidienti ai suoi vicari sulla Terra, quando Egli stesso sarebbe responsabile sia della creazione del casino, e sia della debolezza delle sue creature, molto più inclini all’egoismo che alla solidarietà? Non ha forse più senso pensare che il creato non sia ancora compiuto, che sia ancora nel travaglio del parto, che questo sia l’unico mondo, che questo stesso unico mondo vada trasformato secondo l’etica della solidarietà, della compassione, dell’uguaglianza, della fraternità; etica laica che ha come destinatari tutti i viventi del creato, il quale alla fine dovrà essere accogliente per tutti, i minimi, le piccole vite incluse? Alla fine non dovrebbe forse essere irrilevante se il silenzio dell’universo lo riempiamo con Dio o lo lasciamo vuoto di Lui?

Indipendentemente da tutte le ipotesi sull’esistenza o sull’assenza non è forse sperimentabile da tutti, proprio da tutti che se noi abbiamo compassione, amiamo e condividiamo, a valle delle nostre scelte cresce il positivo, viene lenito il dolore, tolta la sofferenza, e tutti i viventi possono sperimentare il necessario e la gioia? Il silenzio dell’universo, riempito nei millenni dalle varie religioni, vediamo quali risultati ha prodotto fino ad oggi! Abbiamo inventato Dio, l’abbiamo fatto ad immagine di noi e ci siamo dichiarati noi immagine di Lui, abbiamo attribuito alla sua volontà, e compiuto in suo nome, tutte le ignominie di cui la cattiveria, la malignità e l’alienazione umana hanno dato prova.

Proviamo a lasciarlo vuoto l’universo e a considerare noi stessi il luogo della presenza, dell’esistenza, della potenziale operatività di Dio o dei Valori, che possono dare il senso al silenzio dell’universo e di Dio. Proviamo a considerare Dio come progetto, progetto di un universo pieno di solidarietà, di condivisione, e proviamo a costruirlo facendo agli altri ciò che vorremmo ricevere da loro, cioè praticando solidarietà amore e condivisione. Facendo questo, non ci sarà bisogno di Dio, perché saremo noi stessi, Lui che opera con le nostre mani; e allora la sofferenza sarò lenita, il dolore cancellato, gli emarginati inclusi, e tutti i viventi potranno sperimentare la serenità, la pace, la dolcezza, la gioia dell’Amore incarnato.

Mario Mariotti




Venerd́ 19 Ottobre,2012 Ore: 16:13
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La parola ci interpella

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info