- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (291) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Progetto accessibile, o fantascienza?,di Mario Mariotti

Progetto accessibile, o fantascienza?

di Mario Mariotti

Siccome la Chiesa ha conservato la Parola, ma ha sostituito lo Spirito con mammona; siccome ha lasciato la forma ma ha tradito la sostanza; siccome quello che abbiamo sotto gli occhi, 8x1000, patrimonio immobiliare, banca vaticana, è meno di quanto fosse, in termini di ricchezza e di potere, la Chiesa nei secoli passati, non c’è affatto da meravigliarsi se il marxismo si era proclamato ateo. Rispetto al vero dio della Chiesa, cioè mammona, Dio stesso si sarebbe dichiarato ateo, e lo stesso fece il marxismo.

Il materialismo storico, l’impegno per realizzare nella concretezza storica, in questo nostro mondo, l’utopia della fratellanza, il “niente servi né padroni”, aveva ed ha una grande affinità col progetto dell’Incarnazione, quello della trasformazione del nostro mondo in Regno; ma non poteva certamente essere digerito da coloro che stavano usando la Parola per ingrassare se stessi di ricchezza e di potere.

Ed ecco, allora, le demonizzazione del comunismo, e ieri l’appoggio a Hitler e a Mussolini in funzione anticomunista, ed oggi l’appoggio aggravato e continuato a quel capitalismo, e al relativo paradigma gli USA, che condanna alla miseria ed alla fame sterminate moltitudini di poveri Cristi, della sua anima, e non del resto, si occupa S. R. Chiesa!

A proposito di lei, di S. R. Chiesa, come mai coloro che starnazzano contro il fondamentalismo islamico, perché confonde religione e politica, non si rendono conto di avere sotto gli occhio il cattolicesimo, che ha il coraggio di avere e di conservare un proprio Stato, quello del Vaticano, e fino a ieri di avere il partito politico, la Democrazia Cristiana, che poteva essere equivalente alle probabili “democrazie islamiche” dei prossimi anni?

Ma lasciamo perdere queste considerazioni, e andiamo avanti. Dovrebbe risultare evidente a tutti che, fra capitalismo e comunismo, ad essere evangelico è il comunismo, e che quest’ultimo, se fosse scelto in libertà e praticato con amore, sarebbe né più né meno che cristianesimo incarnato, amore incarnato che, attraverso la condivisione, appiana e dissolve le differenze esistenti fra i ricchi e i poveri. Dovrebbe risultare evidente a tutti che, e in special modo a coloro che si proclamano di Sinistra, anche il fatto che il comunismo, a livello di incarnazione soggettivo, è un progetto accessibile a tutti, e in qualsiasi momento.

Basta definire il “necessario”, guardare a chi è più povero di noi stessi, condividere ciò che eccede il necessario con coloro che mancano del necessario. Ecco che, di fatto, diventiamo dei “compagni” che portano avanti la lotta politica per il comunismo nell’unico modo che sarebbe credibile, cioè con l’esempio personale.

Ma il problema sta proprio qui: il comunismo, o socialismo se la parola è più simpatica, è un progetto duro, difficile, proprio come quello del cristianesimo incarnato, e a rifiutarlo sono i poveri stessi, una volta che sono diventati meno poveri di coloro che sono rimasti poveri. Il fallimento del cristianesimo nei termini di Incarnazione è di due millenni, e quello del comunismo di meno di un secolo, ma la malattia è la stessa: assenza aggravata e recidiva di incarnazione della condivisione. E questo è l’enorme problema di oggi.

Tutti sanno che nei Paesi del socialismo reale c’era la piena occupazione, e che se uno poneva delle difficoltà, il lavoro glielo trovava lo Stato senza troppi complimenti.

Eppure, oggi, nessuno parla più di socialismo, e se qualcuno lo propone viene guardato come un marziano che è atterrato sbagliando secolo.

L’operaio non licenziato ben si guarda dal proporre la diminuzione della propria paga, in modo che anche il compagno a rischio di licenziamento non perda il posto di lavoro. Ieri chiedeva degli aumenti per accrescere il proprio benessere, e non pensava ai poveri del Sud che si vedevano diminuito il prezzo delle loro materie prime, e quindi più miseria per loro. Oggi il padrone delocalizza dove può sfruttare di più, e l’operaio del Nord si trova licenziato, e si incammina a diventare più povero del lavoratore sfruttato dei Paesi emergenti.

Chi si renderà conto, allora, che senza l’internazionalismo proletario, senza la globalizzazione della solidarietà fra i poveri, senza il “poveri di tutto il mondo unitevi”, per i poveri stessi l’unico futuro sarà quello di rimanere sempre poveri sfruttati?

E poi, problema dei problemi, chi si rammenta nelle nostre contrade che anche la pace, si, proprio la pace, passa strutturalmente per il comunismo, per l’equalizzazione delle condizioni di vita dei cittadini e per la fruizione generalizzata dei diritti umani, il primo dei quali è quello del lavoro? Già Platone prima di Cristo, diceva che le differenze fra i primi e gli ultimi del sistema dovevano essere da uno a quattro, altrimenti la democrazia non funzionava. Come potrà allora funzionare la nostra società, e la democrazia, se le differenze vanno da uno a mille ed oltre?

Già era un casino il capitalismo quando organizzava ed aveva come base l’economia reale. Cosa dire oggi, che esso si fonda sull’economia virtuale, sulla speculazione finanziaria, su investimenti virtuali che hanno come ritorno profitti reali, per cui ci sono soggetti che realizzano profitti enormi sfasciando l’economia di interi Paesi, e riducendo in miseria coloro che vivono del proprio lavoro? Il prodotto più bello al prezzo più basso: ecco lo specifico maligno del mercato e della competizione.

Il salvataggio delle banche, sull’orlo del fallimento per eccesso di avidità speculativa, con fondi pubblici, col denaro di tutti: ecco la ricetta per poter salvare i capitali dei piccoli risparmiatori, usati dalle banche per ingrassare gli speculatori parassiti. Oggi ci muoviamo in questo liquame, che include enormi sofferenze ed un futuro ancora peggiore del nostro azotato presente.

A quanto la cultura del necessario, il non-risparmio, in modo che quanto eccede vada in soccorso a coloro che mancano del necessario, all’interno di una economia pianificata che abbia come obiettivo la giustizia sociale, l’uguaglianza dei cittadini, la libertà dal bisogno, la fruizione generalizzata dei diritti umani e dei doni di Dio per tutte le sue creature?

Tutto questo è un progetto accessibile, o è pura fantascienza?

Mario Mariotti




Sabato 22 Settembre,2012 Ore: 20:52
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La parola ci interpella

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info