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www.ildialogo.org L’impossibile certezza riguardo alle “cose ultime”.Note a margine della scoperta della “particella di Dio”,da Adista Documenti n. 30 del 01/09/2012

L’impossibile certezza riguardo alle “cose ultime”.Note a margine della scoperta della “particella di Dio”

da Adista Documenti n. 30 del 01/09/2012

DOC-2465. ROMA-ADISTA. Era piuttosto scontato che l’annuncio da parte del Cern di Ginevra, all’inizio dello scorso luglio, dell’individuazione del bosone di Higgs, la particella che spiega come mai ogni cosa sia dotata di massa, interpellasse in qualche modo la teologia. Lo stesso nome con cui è stata chiamata, “particella di Dio”, bastava a sollecitare la reazione dei teologi. Una scoperta eccezionale, quella del Cern: il bosone di Higgs, la cui esistenza era stata prevista già nel 1964 dal fisico britannico Peter Higgs, oggi 84enne, era l’ultimo pezzo che mancava per completare la principale teoria della fisica contemporanea, il Modello Standard, che descrive i componenti primi della materia e le loro interazioni fondamentali, ma che non è ancora la “Teoria del Tutto”, la teoria unificata che sognava Einstein e che insegue la fisica contemporanea, la quale dovrebbe spiegare interamente e collegare insieme tutti i fenomeni fisici conosciuti.

Il Modello Standard, infatti, descrive soltanto tre delle quattro forze fondamentali note (l'interazione forte, elettromagnetica e debole), lasciando fuori la forza gravitazionale. E spiega appena la materia che si “vede”, che emette cioè una qualche forma di radiazione elettromagnetica, la quale rappresenta solo il 4% dell’universo, non prevedendo ancora l’esistenza della materia oscura (che farebbe sentire la propria presenza grazie alla sua forza di attrazione gravitazionale, ma non si sa cosa sia, pur costituendo il 26% dell’universo) e dell’energia oscura (che rappresenterebbe il restante 70% e che sarebbe fornita di una proprietà particolare: una gravità che non attrae ma respinge, con la conseguenza che l’Universo, invece che rallentare, come dovrebbe, sta accelerando la sua espansione).

Ma, con la scoperta della “particella di Dio”, che ne è di Dio? Come ha evidenziato il teologo Juan Masiá Clavel, «le ideologie religiose, al pari di quelle antireligiose, si sono precipitate ad utilizzare la notizia a favore della Creazione da un lato e contro di essa dal lato opposto», chiudendo gli occhi di fronte alla verità elementare che la scienza, come ha sottolineato Fabiola Gianotti, la coordinatrice del progetto Atlas (l'esperimento di fisica delle particelle elementari che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs), «non potrà sicuramente mai dimostrare né l’esistenza né l’inesistenza di Dio».

Insomma, «non possiamo sapere tutto», come fa dire a Higgs il fisico teorico brasiliano Marcelo Gleiser in un immaginario colloquio tra il fisico britannico e Aristotele, il quale, di fronte alla certezza, espressa dal suo interlocutore, che «nulla è eterno», ha gioco facile nel replicare con le stesse armi utilizzate dall’altro: «In base al tuo metodo, a meno che tu non abbia un esperimento che duri un’eternità, è impossibile dimostrarlo!».

Di seguito, in una nostra traduzione dallo spagnolo, il commento di Juan Masiá Clavel (pubblicato sul quotidiano La Verdad di Murcia il 21 luglio scorso) e, dal portoghese, l’intervento di Marcelo Gleiser (apparso sulla Folha de S.Paulo il 29 luglio). (claudia fanti)



Giovedě 06 Settembre,2012 Ore: 17:28
 
 
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