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www.ildialogo.org “Dio come Progetto”.,di Mario Mariotti

“Dio come Progetto”.

di Mario Mariotti

Se io continuo a riflettere alla ricerca della Verità, oggi le due più grosse cavolate portate avanti dalla religione mi sembrano essere le seguenti: la bellezza del creato, e: “tutto é volontà di Dio”.

Non sono da trascurare neanche quelle del trasformare i figli in sudditi, di spolverare Adamo ed Eva per creare il peccato, di inventare il Purgatorio per aumentare la liquidità monetaria che deriva dalle messe di suffragio, di costruire l'al di la per deresponsabilizzare l'uomo in rapporto all'impegno per la trasformazione dell'al di qua, nel quale, lasciato cosi com'é, la religione si sostiene, prospera e trova il modo di avere prestigio e potere.

Oggi, però, voglio rivolgere l'attenzione su quella ”bellezza del creato” che é presente in tante omelie, e che serve ai preti per onorare Dio e sperare, dando gloria a Lui, che tratti bene loro stessi. Evidentemente la maggior parte dei sacerdoti non ospita nel profondo di sé stessi né le vittime del dolore innocente, né quelle del cancro del capitalismo che fa morire migliaia di piccini ogni giorno a causa della fame della, miseria, originate dalla rapina dello scambio ineguale fra il nord e il sud del mondo.

Evidentemente essi escludono dalla loro visione del creato la presenza, negli ospedali, dei reparti di oncologia pediatrica; dimenticano l'esistenza di tanti poveri Cristi colpiti dalla distrofia, dalla spina bifida, da tutte quelle malattie genetiche che rendono la vita una durissima lotta per cercare qualche pausa al dolore che incombe.

Evidentemente essi escludono anche le vittime del "mercancro", della competizione, che fanno, del mondo, un inferno, che porta anche tanti giovani al suicidio perché non sono stati all'altezza di ciò che il sistema si aspettava da loro ....

Io, invece, ho sensibilità per tutte queste realtà, che nessuno può negare, ma solo rimuovere. A me non solo non va giù l'oncologia pediatrica, le malattie genetiche, l’evento-Auschwitz di una mostruosità blasfema, e l'olocausto della grande favela del Sud; ma non riesco a darmi ragione appunto del fatto che i piccoli, i cuccioli nati difettosi, vengano esclusi dal cibo, buttati dal nido, lasciati morire. Non mi va che la natura sia "nazista e capitalista"; che chi ha abbia sempre di più, e

chi non ha abbia, sempre di memo.

Lo spettacolo di un carnivoro che sbrana un erbivoro per me é blasfemo, sia perché la bellezza del miracolo-vita é eccezionale, e sia perché mi é insopportabile che un vivente porti sofferenza ad un altro vivente, anche senza rendersene conto. Ed ecco, quindi, al nocciolo del problema: per vivere un vivente deve, uccidendolo, nutrirsi di un altro vivente, e per me questo é incompatibile con l'esistenza di Dio-Amore, che, in quanto tale, amerebbe sia il vivente che la sua vittima.

Ecco quindi che per me la bellezza del creato è andata a farsi fottere, insieme alla bestemmia che tutto sia volontà di Dio, e quindi, oltre al dolore innocente, anche la presenza e le relative opere dei vari Adolfi e Beniti che hanno insozzato la storia dell'umanità.

Se però io cresco sempre di più nella convinzione che Dio non possa esistere, in quanto Lo vedo contraddetto dal creato che, in superficie, può anche apparire bello, ma che in profondità e tutta una crudelissima lotta per l'esistenza, nella quale la vita dell'uno dipende dalla morte dell'altro, tuttavia mi trovo non a rinunciare a Dio, ma a vederlo come Progetto, a considerarlo come una Essenza che dipende dall'esistenza, a considerarlo portatore dei miei stessi problemi, a farlo dipendere in un certo senso dalla mia volontà che ha il compito di farlo esistere, in modo che l'Amore riesca a lenire il dolore, la sofferenza, la violenza, la lotta; e porti tutti i frutti, la dolcezza, l'armonia, la libertà, la giustizia dell'Amore incarnato in questo nostro crudelissimo e schifosissimo mondo, che sarà bello solo quando sarà tale, cioè bello, per tutti i viventi, i minimi inclusi.

Nel prologo del suo Vangelo, Giovanni dice che a quanti l'accolsero, il Verbo dette il potere di diventare figli di Dio, ai credenti nel suo nome. Questo enunciato, per me, va riformalizzato: niente potere, e i credenti impacchettati e spediti in orbita.

La sostanza è che quanti amano e condividono, in quel momento, mentre sono figli di Dio come il Signore, in quello stesso momento sono Dio operativo, sono il Risorto, sono Amore incarnato che trasforma la concretezza storica in Regno; sono "corpo di Dio" che permette a Lui di esistere e di operare. Dire che l‘uomo può essere Dio può sembrare una bestemmia, perché la visione religiosa di Lui lo fa onnipotente e chiuso nella sfera del sacro. Con Gesù, é Dio a dirci di non essere lassù, ma in noi se e quando ci facciamo pane per gli altri. É Gesù a dirci che, se amiamo, siamo suoi fratelli, sorelle, padri e madri. Proviamo a considerare Dio come un unico Spirito, che lo Spirito sia Amore che esiste nell'amare, e che l'amare dipenda da noi; allora l'ipotesi funziona.

L'uomo può essere Dio perche Dio è Amore, e l'Amore é non-potere, è servizio, è condivisione, e non c'é niente da prendere ma solo da dare; amando ci si consuma, ci si fa pane per gli altri, si soffre, si tribola cercano di soffocare, si incontra la croce, la sofferenza, la resistenza dei poteri di questo mondo, che cercano di soffocare, di inchiodare l'amore per acquisire ricchezza e potere.

Con, e in Gesù, Dio ci dice di non essere lassù nella dimora del sacro, su di un trono circondato dagli angeli e dai sudditi fedeli.

Il lassù ed il quaggiù, come stanno uniti nel Signore-Paradigma, cosi sono uniti nell‘uomo nel momento in cui ama e condivide.

Ecco allora che Dio diventa un Progetto, un'Essenza cui dare Esistenza, e che anche la bellezza del creato diventa un compito nostro, diventa una realtà da costruire, diventa il nostro mondo non quale é oggi, cioè un inferno che vede Satana come scolaro, pieno di casini che sarebbero, nella visione religiosa, volontà di Dio ma un mondo con l'amore tutto compiuto in tutti, col piccino difettoso ospitato e nutrito nel nido, con la rugiada e la pioggia che dissetano l'erba, col gatto che assiste allo spettacolo della merlina mamma che insegna al suo piccolo a volare, e rispetta, ammirato, la piccola vita ....

Mario Mariotti




Lunedì 03 Settembre,2012 Ore: 19:25
 
 
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