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www.ildialogo.org MARIA: QUALE MADONNA…,di don Aldo Antonelli

MARIA: QUALE MADONNA…

di don Aldo Antonelli

Sono stato coinvolto in uno scambio di messaggi e-mail tra un frequentatore di Madjugorie (che non conosco) ed un amico di Bolzano. Questo mio amico di Bolzano riceve da Madjugorie un messaggio che testualmente recita: «Dì a voce bassa: “puoi entrare Madonna; io ho bisogno di te, pulisci il mio cuore con le tue lacrime. Benedici la mia casa”. Invialo a 5 persone e riceverai domani un miracolo. Se lo respingi ricorda che ella disse: “se mi neghi fra gli uomini ti negherò davanti al padre”. Tra 4 minuti ti daranno una buona notizia».

Naturalmente la stupidità non ha confini e dall’imbecillità non ne sono immuni nemmeno i “luoghi sacri” (ammesso che Madjugorie sia un luogo sacro…).

C’è una volgarizzazione della figura di Maria che trova sempre più spazio presso l’immaginario dei molti secredenti “fedeli”, ma che mette a disagio la mia fede. Lei ha scelto la povertà e noi ricopriamo le sue immagini di ori e di gemme. Lei si è detta serva e noi continuiamo a chiamarla regina. Lei ha magnificato il Dio che detronizza i potenti e noi continuiamo a consacrare i troni dei prepotenti.

Tornando al carteggio di cui sopra, cosa ha fatto il mio amico di Bolzano?

Ha risposto  con questa Preghiera di José Ignacio Gonzàles Faus, un padre gesuita spagnolo,che è stata pubblicata nel dicembre 1998 a Carta a Las Iglesias con il titolo: “No macular la inmaculada” e recita così:

“Perdonaci Maria, per come ti abbiamo sfigurata. Non è stata cattiva volontà, ma il frutto del nostro affetto. Ma noi uomini siamo così: sembra che non possiamo amare se non conformando l’altro a immagine dei nostri piccoli desideri. Così facciamo una Regina di te che hai cantato a Dio perché rovesci i potenti dai troni. Ti copriamo di gioielli, tu che mai hai avuto più splendore di quello della tua purezza, solo per bandire le gioie che le nostre donne non dovrebbero mai portare. Ti facciamo apparire agli uni e agli altri per condannare rivoluzioni e desideri di progresso, tu che sempre tacevi e che hai parlato una sola volta per pronunciare le parole più sovversive della storia. Ti dedichiamo congressi e omaggi il cui unico oggetto sembra essere che non si parli di temi delicati, scomodi, difficili, vitali.

Comprendici Maria: può un figlio rassegnarsi a saper così poco di sua madre? Di te sappiamo solo che tacevi, che conservavi nel tuo cuore quello che sentivi, ma eri lì, ai piedi di quel patibolo che ricapitolò tutte le croci della storia. Noi non abbiamo sentito il tuo silenzio, non sappiamo che è Lui che ti ha insegnato a dire “si faccia” e a lodare il Signore perché guarda gli umili, ed è il Dio dei poveri che rimanda vuoti i ricchi, i potenti e i superbi. Insegnaci almeno a credere in questo Dio e in nessun altro, nemmeno se ce lo predicano i ministri e la Chiesa; e anche se questa fede ci obbliga a dire “si faccia” molte volte.

Perdonaci Madre, se Ti chiediamo anche che con tutti i tuoi nomi: di Pepeyac, di Macarena o del Rocio, di Guadalupe, del Pilar o do Czestochowa, tu venga un giorno a restituirci tutti i tuoi gioielli, perché non deformino la tua purezza, e servano ai poveri della terra. Fallo tu, Madre, perché noi che dovremmo farlo non ne abbiamo il coraggio, anche se lo chiedono i papi o la tradizione della nostra Chiesa. E tante donne, benedette con te, tue sorelle in tanta discrezione non appariscente, nel servizio silenzioso e nel dolore segreto, liberale, infine, senza rumore e senza che introiettino modelli maschili come ideali di persona. E lasciami cantare con te che la mia anima magnifica il Signore perché ti ha creata” (note Lc2,50-52 / Gv19,25 / Lc1,38 / Lc1,51-53).

Pace e bene a tutti.

Aldo Antonelli



Luned́ 04 Giugno,2012 Ore: 15:12
 
 
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