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www.ildialogo.org Una catechesi per il Papa,di Mario Mariotti

Una catechesi per il Papa

di Mario Mariotti

Chi glielo va a spiegare, al Papa, che con l'ostensorio in mano pensa di essere il padrone della Verità, che la pace passa per la giustizia, questa per la giustizia sociale, per 1'equa1izzazione delle condizioni di vita delle persone, che l'equalizzazione necessita di un'economia di comunione, che quest'ultima é un nome nuovo per quel socialismo, per quell'utopia della fratellanza, che era il segno di Dio per l'uomo, e che é stato tradito anche da coloro che, presieduti dal sopraddetto Papa, svolgono regolare e zelante servizio a sua santità mammona, ribattezzato col nome di Dio?

Chi glielo va a spiegare, a Sua Santità Benedetto, che il cristianesimo incarnato porterebbe strutturalmente al socialismo; che la globalizzazione non ha riguardato l'allevamento dei bachi

da seta o delle trote, bensì quel cancro del capitalismo, quel1'idolo del “Beati gli indefinitamente ricchi”, che costituisce la più radicale bestemmia del progetto di Dio per l'uomo, fattoci conoscere da Gesù?

Chi glielo spiega, sempre allo stesso soggetto, che la vera condizione eucaristica è il lavoro, condizione nella quale la persona spende la propria vita per il bene comune, e che la difesa del posto di lavoro è la vera chiave per difendere la famiglia, che ha bisogno di stabilità, di avere il necessario garantito, per poter pianificare il proprio futuro, l'educazione dei figli e tutto il resto? Dato che la monotonia del pesto fisso é una condizione alla quale si adeguano più che volentieri sia i politici che i banchieri, ed i ricchi in generale, come mai Benedetto non ha spiegato al pres. Monti, andato da lui a baciare l'anello anche se ha fatto finta di non farlo, che é suo compito di estendere questa monotonia del posto fisso soprattutto a quei milioni di giovani che si ritrovano in un mondo che é accogliente solo per i ricchi, per i competitivi, per le persone di successo, e loro o li lascia fuori dalla porta, e li fa lavorare all'interno di quella f1essibilità e precarietà che, una volta, quando una parola aveva un unico significato, venivano definite "sfruttamento"?

E chi glielo spiega, a colui che pensa di essere il vicario di Dio sul pianeta Terra, e questo anche per merito di tutti coloro che dovranno rendere conto del fatto di aver concepito un concetto di Dio talmente squallido da vederlo compatibile con la sequenza dei papi, alcuni dei quali sono arrivati a stringere "concordati" anche con i più schifosi dittatori che abbiano insozzato la faccia del pianeta, chi glielo spiega, dicevo, a questo Vicario, che si muove in una scenografia faraonica ricoperto d'oro e di pietre preziose, che tutto quanto eccede il necessario, e quindi la ricchezza, costituisce sostanzialmente una bestemmia della vita, perché l'accumulo é non-condivisione, é omissione di solidarietà, é servizio al1'idolo mammona?

E chi dovrebbe spiegare alla casta sacerdotale, se non il Papa stesso e non solo alla casta, ma a tutte le pecore del gregge dei fedeli, che anche le piccole vite, gli agnellini e tutte le altre bestioline, sono tutte quante miracolose espressioni del miracolo della Vita, per cui la sensibilità dei "difensori della vita", oggi estesa anche alle cellule staminali, li dovrebbe portare ad essere tutti quanti vegetariani? E chi dovrà rendere conto a Dio, se non il Papa stesso, e poi giù giù fino alla base della piramide, di un concetto di Dio, quello de1l'Esodo, quello che ha fatto sgozzare gli agnellini e segnare le porte degli Ebrei in modo che l'Angelo sterminatore mandato da Lui facesse morire solo i figli degli Egizi, che continua a venir considerato compatibile col Dio che si é fatto conoscere in Gesù, paradigma di mitezza, di non-violenza, di accoglienza, di perdono incondizionato di amore per tutti i viventi?

E chi spiegherà ai cattolici che la frequenza alla messa domenicale, se non viene accompagnata da una conversione dall'uomo vecchio all'uomo nuovo, al "giusto che ama", costituisce un'aggravante in rapporto al giudizio negativo che si vedranno appioppare nell'al di là, perché a loro era stata più che ripetutamente mandata, "missa", 1a Parola, e loro ne hanno testimoniato l'inefficacia, non avendole fatto portare frutto?

Tutte queste cose sarebbe il Papa stesso che dovrebbe spiegarle al prossimo, come capo della Chiesa docente, ma é difficile che lo faccia, perché non le ha capite neanche lui.

Noi siamo nel 2012, ma lui, come cultura, é ancora all'anno 1000, e questa non e una calunnia, ma un effetto strutturale di una ben precisa causa: il meccanismo di elezione dei pontefici (termine che rivela la contiguità col pontifex maximus degli dei romani).

Dato che, fra i tanti valori bestemmiati dalla chiesa, il più bistrattato é stato ed é quello della democrazia, siccome il papa viene eletto dal concistoro dei cardinali, e questi ultimi vengono selezionati dal papa stesso perché la pensano come lui, ecco che lo Spirito Santo si trova sbarrata la porta, i papi che si succedono sono affini gli uni agli altri, il "nuovo" di Dio resta escluso, lo Spirito continua ad alitare dove vuole, meno che al vertice di S.R.Chiesa!

Come andrà a finire questa storia, nella quale i guerci, i fedeli-credenti, si lasciano guidare dai ciechi, la casta, a diventare ciechi come loro?

Capiremo mai che la religione é un cuneo messo fra Dio e l'uomo, che questo cuneo andrebbe rimosso, che noi siamo il confine fra lo Spirito, fra Dio-Spirito e la materia, il mondo, che il mondo aspetta il nostro "si“ all'amore ed alla condivisione, cioè a Dio, perché Lui, con le nostre mani, possa saziare tutti i viventi di necessario e di gioia?

Mario Mariotti



Sabato 05 Maggio,2012 Ore: 10:01
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
ROSA SPERANZA NAPOLI 07/5/2012 15.51
Titolo:A PROPOSITO DI CATECHESI
Caro Mario, condivido sempre pienamente i tuoi articoli anche se non sempre ho il tempo di commentarli. A proposito della catechesi al Papa, vorrei solo commentare che sì, il Papa più di tutti dovrebbe "convertirsi" ma non solo lui. Anche noi poveracci siamo talmente ingolfati in questo sistema economico che ci risulta molto difficile condividere il poco o il molto che abbiamo e c'è poi una forte burocrazia che ce lo impedirebbe forse anche se lo volessimo.
E' importante, penso, comunicare tra di noi e portare agli altri questa tensione verso la realizzazione della giustizia che è poi il cristianesimo vero e cominciare a muovere i primi passi.btFCVp

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