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www.ildialogo.org "Il Natale universale".,di Mario MAriotti

"Il Natale universale".

di Mario MAriotti

Cari lettori, siccome più si va avanti nel1'età, più si rimane ostaggi dal proprio corpo, e lui detta delle condizioni sempre più dure, e ci condiziona a tal punto che i nostri pensieri, la nostra attenzione, le nostre preoccupazioni hanno solo lui come destinazione, ecco cha segnali importanti del fatto cha siamo ancora vivi , trasparenti allo Spirito, sono il pensare agli altri più che a sé stessi, il rimanere esposti alla compassione, il sapersi mettere dalla parte degli altri, il cercare di fare propria la loro condizione, soprattutto lo scandalizzarsi per il negativo cha si fa sempre più assillante.

Io cerco di rimanere imbarcato in questa avventura da sempre, in ogni tempo e momento della mia vita; ma ci sono tempi in cui questo mi accade più facilmente, ed assi sono quelli delle grandi festività cristiane, in particolare del Natale. Ecco che la distanza fra il “dover essere" e “l'essere“ diventa spaventosa, ecco che la preziosissima occasione per l'ennesima volta viene bruciata, viene perduta. Io provo a mettermi dietro agli occhi dei piccini-cavia di quello schifoso mostro del dottor

Menghele nel campo di sterminio di Auschwitz, dietro agli occhi dei piccini in braccio alla mamma nella finta doccia-camera a gas del lager, dietro gli occhi di Urbinek, il piccino nato in quell'inferno, impegnato disperatamente a cercare il modo di comunicare con gli altri, morto dopo la liberazione dal campo senza esserci riuscito.

Penso al freddo, alla fame, al terrore, al dolore straziante della vittima di quel cancro che fu il nazifascismo, partorito, coltivato e fatto funzionare nell'Europa dalle radici cristiane. Penso ad Auschwitz, a tutti gli altri campi di sterminio disseminati nel Raich a nei Paesi da lui conquistati, e penso ai Natali di guerra, dal 40 al 44, nelle chiese tedesche, dove la schiera dei fedeli ariani pregavano Dio perché i loro figli e loro stessi venissero risparmiati dalla violenza della guerra, mentre fuori dalle chiese essi davano il proprio contributo all'efficienza della macchina dello sterminio ......

Provo a mettermi dietro agli occhi dei piccini della grande favela del Sud, cha si sta approssimando anche a tante parti del Nord; dietro agli occhi di quelli esposti alle operazioni di guerra del tipo "piombo fuso" a Gaza, o nel Darfur, o in Somalia ....

Penso a quelli esposti con la loro famiglia contadina alla cacciata legale-violenta dalle proprie secolari radici in Africa, a quelli che negli USA, si, proprio negli USA, fanno un solo pasto al giorno quando sono a scuola; e quelli cha aspettano il dottore, ma lui non viene perché i genitori non hanno i soldi; e quelli cha aspettano cha il padre disoccupato trovi un lavoro e la sera lo vedono tornare sempre più triste e disperato ...

Penso anche a quelli, mescolati agli adulti nei viaggi dalla speranza, cha a volta soccombono par la sete fra le dune del deserto, o finiscono annegati sotto un cielo di stelle indifferenti e fredde, con una cometa che ha dato informazioni sbagliate ...

Mentre dentro di me pascola tutto questo, siccome a Natale vado a Messa, e mi trovo come al solito in un clima di perfetta alienazione, tanto più irritante perché aggravata dai segni dei tempi e recidiva da oltre I7 secoli. “É nato per voi un Salvatore” che non é né per voi, né Salvatore, perché Lui é nato per tutti, ed é nato per insegnarci come si deve fare per salvarsi, e non salvare sé stessi, ma per farlo tutti insieme, e con gli ultimi, le piccole vite, come punto di riferimento nella realizzazione dal Ragno.

Caro laico compagno Gesù, non abbiamo proprio ancora capito niente! Eri venuto par liberarci dalla religione, che sacralizza il potere il quale da sempre contamina e violenta i non-garantiti, e noi di Te abbiamo fatto una muova religione e sempre in Tuo nome abbiamo rapinato, torturato, arrostito e ucciso per servire il nostro vero dio, mammona.

Eri venuto per demolire il sacro, per unificare tutto il genere umano nell'etica laica del fare agli altri ciò che noi vorremmo ricevere da loro, e noi ti abbiamo usato proprio per dividerci fra noi in eletti e non eletti, in credenti e non credenti, in farisei e pubblicani, dimenticando che questi ultimi, insieme alle prostitute, ci precederanno nel Regno dei cieli, nel futuro immanente secondo Dio.

Eri venuto per dirci che la ricchezza é un negativo che ci rende schiavi, che ci contamina fino al punto da farci lasciar morire il prossimo pur di continuare a sussistere e prosperare come ricchi, e noi abbiamo accumulato patrimoni e privilegi e fatto in modo che i credenti fossero fedeli e non si scandalizzassero di questa blasfema controtestimonianza del Dio-Condivisione trasformato in mammona.

Io l'avrei la ricetta per contrastare tutta questa alienazione aggravata e continuata: me l'hanno donata i due ospiti cha hanno preso residenza stabile dentro me stesso: le vittime del dolore innocente e quelle della cattiveria degli uomini.

Gesù paradigma di laicità etica a solidale; niente sacro o meglio tutto sacro; servizio e condivisione strutturali all'amare; conversione dalla teologia all'Etica; la scienza come strumento per rendere efficace l'amore; l'affamato e l'assetato come riferimento della cultura del necessario e del comunismo con amore; inclusione nella categoria di nostro prossimo di tutti i viventi, comprese le piccole vite, cha rendono sacro con la loro irrepetibile bellezza e biodiversità tutto il Pianeta, che noi oggi non stiamo trattando da ospiti, ma da carogne assatanate di ricchezza e di potere. Io l'avrei la ricetta, ma si vede che per quasi tutti, con poche eccezioni, é più bella la favola, e allora per Natale continua a nascere un Salvatore che non salva, un Signore cha va d'accordo coi ricchi e con i potenti, un Dio che, invece della giustizia fra noi vuole preghiere e sacrifici per lui.

Gli ospiti, i viventi in difficoltà ed i piccini della favela, vengono rifiutati e lasciati fuori dalle mura del nostro spirito come Giuseppe e Maria la vigilia di Natale.

I sacerdoti prosperano, godono di tutte le garanzie del per loro non defunto socialismo reale, cibo, alloggio, lavoro assicurati, mammona viene ossequiato e riverito, il Signore resta da sempre il Grande Sconosciuto ....

Nonostante questo, però, anche se non si vede, esiste un Natale universale: in tutti i luoghi e in tutti i tempi in cui un vivente instaura un rapporto positivo con le altre creature, lì si incarna Amore, e quindi lì é Natale.

Quello, lo dicevo ai miei scolari, e non il 25 dicembre, é il vero Natale, quando scegliamo di amare, e l'Amore si incarna e da frutto, e dona, e fa crescere e arricchisce e serve la Vita.

Mario Mariotti



Sabato 07 Aprile,2012 Ore: 16:28
 
 
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